Premessa: non sono un motociclista.
Parte prima: i trascorsi a due ruote.
A differenza dei miei coetanei, da ragazzino non ho mai considerato troppo le moto. Ero (e sono) appassionato di auto, principalmente d'epoca. Eccettuata la scottatura rimediata da bambino appoggiando la gambetta sullo scarico incandescente di un Airone 250, il mio primo incontro con due ruote motorizzate fu un infausto pomeriggio d'estate, credo del 1980, in cui dopo pochi metri finii contro un muro con un insulso motorino arancione col cestino dietro, di cui non ricordo il nome ma sicuramente motorizzato Minarelli. Una cagata del genere:
Il successivo incontro fu con un Peugeot 103 della mamma di un mio amico, sottratto di nascosto, e sempre col cestino, stavolta davanti. Il Peugeot vantava un'estetica da motorino della nonna, oggi farebbe faville tra gli amanti del vintage, ma grazie al variatore (di serie) dava la paga a tutti i Ciao monomarcia che andavano dalle nostre parti, di solito ereditati dalle sorelle maggiori.
Seguì poi un lungo oblio durato qualche decennio, finché negli anni '90 entro in possesso di una Vespa ET3 (che ho tutt'ora) costata di trapasso quasi quanto il prezzo di acquisto, ideona di mio padre che però a distanza di anni si rivelò vincente. Uso da pendolare casa-università, poi la svolta con la vacanza in Corsica da cui ritorna malconcia ma sempre in bolla. Restaurata prima a bomboletta per tirare avanti, poi tutta fino all'ultimo bullone.
La prima moto "vera" la guido (senza altre esperienze) a circa 23 anni... una Ducati Monster che un mio "amico" cercava di rifilarmi causa fantastiliardi di problemi elettrici. Pomeriggio in giro a velocità astrofisiche, al che decido che non fa per me perché la vita è ancora tutta là che mi aspetta.
Passano altri anni e provo la Guzzi V7 Special di mio padre, del 1972, dopo un attento restauro...Da ferma è come spostare un cavallo belga da tiro, ma tutto sommato in movimento è agile. Arrivo a uno stop e invece di frenare metto la quarta (il cambio come sapete è "inverso"). Non c'è nessuno per fortuna, ma decido che la moto sta bene in garage... E' ancora lì.
Altro decennio (e siamo a 6-7 anni fa) e nuovo contatto con una moto: altro restauro di mio padre sotto forma di un'altra Guzzi, stavolta una V65 TT con la sua marmitta introvabile, recuperata in Austria per oltre 250 euro. Moto facilissima, ma non capisco bene il cambio. Faccio 10 km e la riporto al babbo (classe 1941) che la usa ancora oggi (2020).
Parte seconda: la Royal.
Porto la Vespa da un noto meccanico di Cuneo perché non riesco a farla andare come si deve...E' troppo grassa e mentre aspetto mi cade l'occhio su una GT 535. Esteticamente è la MIA. Però non ne capisco un H né ho la possibilità di provarla, ma decido di acquistarla lo stesso. Mi erano capitati in mano dei soldini, dopo aver venduto una Bianchina Berlina scovata in un garage e restaurata. Eccola (ora è finita in Francia):
"O si prende la moto a 50 anni o mai più" mi ripeto.
La moto arriva a casa a dicembre, è una demo del 2017, EuroIV monoposto (meglio), con meno di 2500 km. Foto bruttissima che ovviamente non rende, ma è completamente STOCK e praticamente nuova.
Parte terza: la guida.
Ok, non ne capisco un H, ma i mezzi meccanici (moto, camion, barche, furgoni, falciatrici, ecc..) non mi hanno mai spaventato. Inforco il mio DMD con bolla anni '70, guanti nuovi, e giubbino sempre anni '70 privo di qualsiasi protezione. Prima nella via per capire il cambio, poi un paio di rotonde. Sabato pomeriggio 120 km nei dintorni (si fa per dire) di Cuneo. Devo ancora capire un po' le marce soprattutto in scalata e ovviamente tutto il resto, ma la cosa inizia ad essere divertente... Coppia bassissima, la guido (da pirla) come una macchina di buona cilindrata, senza superare i 3500 giri, lei non soffre e perdona. Freni che, rispetto alla Vespa, sembrano telepatici: ti balena il pensiero di usarli e sei fermo! Passata la sbornia di vibrazioni (stringevo un po' troppo le manopole) mi è rimasta però una sensazione di scomodità alle gambe, troppo raccolte. Ora io sono un nano, come fa un "normotipo" a sciropparsi un paio d'ore di curve?