Col freno a disco, doppio tra l'altro ? Comunque sia, anticipava di parecchio le giapponesi, o sbaglio, quando fu prodotta?
  • Nov 12 2019
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nigel68 wroteCol freno a disco, doppio tra l'altro ? Comunque sia, anticipava di parecchio le giapponesi, o sbaglio, quando fu prodotta?
Tra il 1967 ed il 1970.
In realtà ad anticipare i giapponesi fu la famosissima R19 del 1950 di 500cc, la quale però non venne mai messa in produzione per l'utilizzo stradale.



Era tutta un'altra moto confronto al cesso della 600 Turismo.
Comunque non è che MV Agusta abbia inventato il quadricilindrico sulle moto. E' stata sicuramente la prima quadricilindrica frontemarcia moderna, ma prima della seconda guerra mondiale c'erano diverse moto con propulsore frazionato in questo modo, sebbene me le ricordi tutte con posizionamento longitudinale. Mi viene in mente la Indian oppure la Excelsior-Henderson, solo per dirne un paio.
  • Mar 02 2016
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Brutta forte la 4C!
Attorno a un serbatoio che ricorda vagamente quello della "Black Bomber" (Honda CB 450) sono stati capaci di allestire... non so neanche cosa! Una bella caduta di stile, per lo stile italiano...
  • Feb 20 2013
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Sulla bruttezza della MV Agusta 4C Turismo 600 non si discute. Però desidero far notare che, oltre al doppio disco, anche la sella a doppia altezza è qualcosa che abbiamo cominciato a vedere in tempi recenti. Per non parlare della borsa (borse? dalla foto non si capisce bene) laterale e del fare rettangolare....insomma in tanta bruttezza alcune soluzioni sono molto attuali....con 50 anni di anticipo...
E guardando con ancora più attenzione, forcella con steli rovesciati, cruscotto con doppio indicatore integrato nel blocco faro, protezione serbatoio da strisciamento gambe....sempre 50 anni fa...
  • Oct 19 2019
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Non solo Domy wroteSulla bruttezza della MV Agusta 4C Turismo 600 non si discute. Però desidero far notare che, oltre al doppio disco, anche la sella a doppia altezza è qualcosa che abbiamo cominciato a vedere in tempi recenti. Per non parlare della borsa (borse? dalla foto non si capisce bene) laterale e del fare rettangolare....insomma in tanta bruttezza alcune soluzioni sono molto attuali....con 50 anni di anticipo...
E guardando con ancora più attenzione, forcella con steli rovesciati, cruscotto con doppio indicatore integrato nel blocco faro, protezione serbatoio da strisciamento gambe....sempre 50 anni fa...
Allora... io sono un tecnico ed uno storico da poco, quindi potrei sbagliarmi.

1- Non sono forcelle a steli rovesciati. E' solo che lo stelo è coperto da un fodero più largo della gamba della forcella.

2- La strumentazione incastonata nel faro, nel 1957, sono quasi sicuro NON fosse una novità. Penso ad alcune moto inglesi e la italianissima Parilla. Il doppio indicatore, al contrario, era un lusso... sebbene non una novità.

3- Le protezioni nel serbatoio per le gambe penso esistessero addirittura prima della guerra, ma aspetto gli esperti.

4- Il doppio disco freno anteriore... beh... quello si che non me lo ricordo in moto precedenti.

Se ho scritto cavolate, me ne scuso.
  • Mar 02 2016
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....io sono di gran lunga inesperto e mi limito a guardare la foto, per cui potrebbe essere una visione sbagliata...ma la sella a doppia altezza e le "borse laterali" (tra l'altro con la chiave) concediamole dai.... 😃 e che ne dici della tromba cromata a bella vista....dai, bellissima
  • Oct 19 2019
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Visto che siamo sulle moto d'epoca, metto una delle mie meteore preferite in assoluto, la Harley-Davidson XA750.
Questa moto nasce durante la seconda guerra mondiale. La Harley-Davidson forniva moto all'esercito ed in particolare il modello con valvole laterali, ritenute all'epoca più affidabili. Si trattava comunque del classico motore a "V" con trasmissione finale a catena.
L'esercito americano rimase stupido della scarsa manutenzione di cui sembravano abbiisognare le Zundapp e BMW, così chiese alla casa americana di replicare quei modelli. Il risultato furono 1000 esemplari della XA750 con trasmissione a cardano, il boxer americano !
La moto non ebbe seguito e, da quello che mi è dato sapere, non arrivò nemmeno ai campi di battaglia. Oggi ne sopravvivono comunque parecchie e risulta essere un'Harley-Davidson molto ricercata.

  • Mar 02 2016
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Dueruote wroteOggi parliamo della MV Agusta 4C Turismo 600 !
[...] Tutti si aspettavano una sportiva stradale derivata dal quadricilindrico che MV Agusta usava nelle corse, ma il conte Agusta insistette per una turistica. [...]
Purtroppo il conte Agusta era fissato col fatto che non voleva dare le sue moto sportive in mano ai privati per paura che facessero fare brutta figura al marchio.
Da questo ne deriva la trasmissione cardanica (meno performante e personalizzabile di quella a catena) e, probabilmente, anche la nascita di questa turistica.
  • Apr 04 2018
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Dueruote wroteVisto che siamo sulle moto d'epoca, metto una delle mie meteore preferite in assoluto, la Harley-Davidson XA750.
Questa moto nasce durante la seconda guerra mondiale. La Harley-Davidson forniva moto all'esercito ed in particolare il modello con valvole laterali, ritenute all'epoca più affidabili. Si trattava comunque del classico motore a "V" con trasmissione finale a catena.
L'esercito americano rimase stupido della scarsa manutenzione di cui sembravano abbiisognare le Zundapp e BMW, così chiese alla casa americana di replicare quei modelli. Il risultato furono 1000 esemplari della XA750 con trasmissione a cardano, il boxer americano !
La moto non ebbe seguito e, da quello che mi è dato sapere, non arrivò nemmeno ai campi di battaglia. Oggi ne sopravvivono comunque parecchie e risulta essere un'Harley-Davidson molto ricercata.
E' incredibile come il boxer tedesco abbia fatto scuola in quasi tutto il mondo!
Io stesso sto procedendo all'acquisto di una Ural 650 MT9 (opportunamente aggiornata).
  • Apr 04 2018
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Oggi vorrei parlare di un grande fallimento, che però ad oggi risulta essere una delle moto più costose nel mercato delle vecchie glorie.
Si tratta della Honda NR750 !
La moto ha nel propulsore la sua caratteristica più famosa, infatti si tratta di un quadricilindrico a pistoni ovali con 32 valvole. La moto stradale uscì nel 1992, ma in realtà aveva radici corsaiole situate negli anni '80. Honda aveva tentato per un certo periodo la via di questa soluzione e la NR750 è stato il suo apice. La moto comunque era innovativa sotto molti punti di vista e parlo di fallimento solo per alcuni motivi, tra i quali il fatto che l'architettura di questo propulsore venne totalmente abbandonata e non vinse mai nulla di importante a livello sportivo.
Paradossalmente, tuttavia, io la considero una pietra miliare in campo motociclistico. Non tanto per il motore, le cui prestazioni potevano essere raggiunte anche con configurazioni meno complesse, quanto per tutto il resto. E' stata l'archetipo tecnico/estetico della moto sportiva moderna.
Tamburini, il papà della serie Ducati 748/916/996/998, ammise candidamente di aver stracciato le prime bozze della 916 dopo averla vista. Disse che la moto sportiva bolognese avrebbe dovuto somigliare vagamente alla 888, ma quando vide la NR750 ne venne fulminato.
Se confrontate la 916 e la NR750, noterete diversi tratti estetici comuni. Sembra quasi la Honda, ma dopo un anno di palestra e verdure.
La Honda aveva tutto assieme quelle cose che sarebbero arrivate in seguito. Moto sportiva con monobraccio (come la 916), prese d'aria dinamiche, forcella a steli rovesciati (come la 916), prese d'aria nel codone (come la 916), fari stretti affiancati (come la 916), cupolino iridescente, scarico sotto la sella (come la 916), frecce negli specchietti (come la MV Agusta F4) e via discorrendo.
Alcune di queste soluzioni si erano già viste su moto sportive o turistiche, ma non erano mai state tutte assieme. Ad oggi rappresenta una prova di forza e d'ingegno giapponese.

  • Mar 02 2016
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Questa è una storia veramente breve e non tutti la conoscono. Negli anni '50 la Ducati, ingolosita dai successi di vendita ottenuti da Vespa e Lambretta, tentò la via dello scooter con il Cruiser 175. Il progetto era ambizioso, ma non ebbe il successo sperato. Il Cruiser venne pensionato dopo appena 2-3 anni.

  • Mar 02 2016
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il Cruiser è così bruttino che quasi mi piace 🙂
  • Feb 21 2013
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Come detto, vorrei tenere il tenore di questa discussioni come se fossimo al bar. Potrei cercare in rete e farmi bello, ma non voglio farlo.
Questo preambolo per dire che, sempre se non mi ricordo male, questo scooter venne disegnato da qualcuno inerente le auto, una carrozzeria per capirci. Non ricordo chi fosse, ma lo stile automobilistico si vede.
  • Mar 02 2016
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Ammè mi piace il Cruiser! 🙂
Qualche notazione tecnica?
  • Feb 20 2013
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A parte sapere che si tratta di un 175cc a quattro tempi, non saprei. Vista la tua giusta curiosità e la mia preparazione inadeguata a soddisfarla, questa volta mi piego a Wikipedia.

"All'inizio degli anni '50, la Ducati decise di investire sulla produzione di uno scooter. Per sviluppo si spese molto denaro e ne uscì il Cruiser 175.

Presentato alla 29ª edizione Salone del ciclo e Motociclo di Milano, questo scooter fu il primo in Italia a montare un motore a quattro tempi con cambio automatico e avviamento elettrico.

Il Telaio fu disegnato dal ingegnere italiano Giovanni Florio, mentre il motore fu progettato grazie alla collaborazione tra la Ducati e la Ghia, azienda già nota nel settore automobilistico.

Il motore fu inizialmente progettato con una potenza di 12 cavalli. Tuttavia, in quel periodo gli scooter iniziavano ad essere utilizzati molto e fu imposto un limite di 50 Kilometri orari per questi mezzi. Per adattarsi alle nuove normative, Ducati decise di depotenziare il motore a 7,5 cavalli.

Nonostante il progetto fosse innovativo per l'epoca, il Cruiser non ebbe grande successo per via del costo elvato. Nel 1954, la produzione cessò con un migliaio di esemplari venduti."
  • Mar 02 2016
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Dueruote wrote
nigel68 wroteCol freno a disco, doppio tra l'altro ? Comunque sia, anticipava di parecchio le giapponesi, o sbaglio, quando fu prodotta?
Tra il 1967 ed il 1970.
In realtà ad anticipare i giapponesi fu la famosissima R19 del 1950 di 500cc, la quale però non venne mai messa in produzione per l'utilizzo stradale.

https://i.pinimg.com/originals/d6/7a/eb/d67aeb8c5e13099d4954c1d81a3828ab.jpg

Era tutta un'altra moto confronto al cesso della 600 Turismo.
Comunque non è che MV Agusta abbia inventato il quadricilindrico sulle moto. E' stata sicuramente la prima quadricilindrica frontemarcia moderna, ma prima della seconda guerra mondiale c'erano diverse moto con propulsore frazionato in questo modo, sebbene me le ricordi tutte con posizionamento longitudinale. Mi viene in mente la Indian oppure la Excelsior-Henderson, solo per dirne un paio.
Questa non la conoscevo: è splendida! Sembra un'opera d'arte futurista!

https://i.pinimg.com/originals/d6/7a/eb/d67aeb8c5e13099d4954c1d81a3828ab.jpg
  • Apr 20 2015
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Dueruote wroteA parte sapere che si tratta di un 175cc a quattro tempi, non saprei. Vista la tua giusta curiosità e la mia preparazione inadeguata a soddisfarla, questa volta mi piego a Wikipedia.

"All'inizio degli anni '50, la Ducati decise di investire sulla produzione di uno scooter. Per sviluppo si spese molto denaro e ne uscì il Cruiser 175.

Presentato alla 29ª edizione Salone del ciclo e Motociclo di Milano, questo scooter fu il primo in Italia a montare un motore a quattro tempi con cambio automatico e avviamento elettrico.

Il Telaio fu disegnato dal ingegnere italiano Giovanni Florio, mentre il motore fu progettato grazie alla collaborazione tra la Ducati e la Ghia, azienda già nota nel settore automobilistico.

Il motore fu inizialmente progettato con una potenza di 12 cavalli. Tuttavia, in quel periodo gli scooter iniziavano ad essere utilizzati molto e fu imposto un limite di 50 Kilometri orari per questi mezzi. Per adattarsi alle nuove normative, Ducati decise di depotenziare il motore a 7,5 cavalli.

Nonostante il progetto fosse innovativo per l'epoca, il Cruiser non ebbe grande successo per via del costo elvato. Nel 1954, la produzione cessò con un migliaio di esemplari venduti."
Mica disprezziamo wikipedia quando ce le conta giuste 🙂
In effetti ha tutta l'aria di essere un motociclo con un che di "lussuoso", e dunque un po' in contraddizione con lo spirito scooteristico, ruvido se non spartano, di vespe e lambrette. Ma a me pare davvero ben disegnato; sicuramente "ben pensato" e non un... aborto 😛 come certi scooter inglesi che provarono a competere, più o meno in quegli anni, con i nostri due gloriosi. Ma gli Inglesi - intesi come industria motociclistica nel suo complesso - ci provarono senza convinzione: così almeno sostiene l'autore di un libro molto bello (non ce l'ho sotto mano se no ve ne citerei titolo e autore) che racconta la storia dello sviluppo e soprattutto della fine dell'industria inglese del motociclo attribuendone le cause, anche, alla sua incapacità di sviluppare il settore degli scooter e con ciò di rispondere a una domanda oggettiva del mercato interno (se vi interessa provo a frugare nel caos della mia biblioteca per vedere se il libro viene fuori...) 🙂
  • Feb 20 2013
  • 208
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Oggi vorrei andare su un modello che all'epoca mi lasciò perplesso. Ad oggi non ho idea se sia magnifica oppure un cesso clamoroso. Si tratta della Ducati MH900E disegnata da Pierre Terblance. All'epoca non era ancora scoppiata la moda delle moto "vintage" e praticamente il mercato proponeva solo ler Triumph oppure la Kawasaki W650. C'erano anche moto come la Kawasaki ZRX1200R, la Suzuki GSX1400, la Honda CB1300 e la Yamaha ZJR1300... ma non appartenevano proprio allo stesso filone. Si trattava comunque di nicchie.
Ducati ebbe una buona intuizione a provare la strada delle moto "vintage", ma purtroppo lo fece alla sua maniera... con una moto costosissima in serie limitata. Il suncesso, a dire il vero, non mancò. Riuscirono a venderle tutte ed i prezzi nell'usato diventarono presto da collezione.
A Bologna impiegarono troppo, comunque, per capire l'importanza del settore. Aggiungo che, secondo me, non ci credettero troppo. Il risultato fu la pietosa serie Classic. Moto spartane, sgraziate, costose e disegnate in fretta e furia. L'unica a salvarsi fu la serie Paul Smart, la quale però risultava troppo costosa e sportiva nell'impostazione. Tutta questa serie montava il motore 1000DS della Multistrada e del Monster, mentre la MH900E era ancora equipaggiata con il precedente 904cc ad iniezione. La moto si chiamava MH900E in omaggio a quella utilizzata da Mike Hailwood (MH), dove la "E" voleva significare evoluzione.
Si noti che in Ducati riuscirono a capire quanto importante fosse il "vintage" solo 15 anni più tardi, grazie alle Scrambler... finalmente centrate come target di utenza e prezzo.

  • Mar 02 2016
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Ecco, diciamo non proprio una linea leggerissima
  • Feb 21 2013
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Neophytus wrote (se vi interessa provo a frugare nel caos della mia biblioteca per vedere se il libro viene fuori...) 🙂
Interessa!
Se lo trovi, ne potrebbe venir fuori un bel thread a parte.
  • Feb 21 2013
  • 40
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