Oggi vorrei parlare di un grande fallimento, che però ad oggi risulta essere una delle moto più costose nel mercato delle vecchie glorie.
Si tratta della
Honda NR750 !
La moto ha nel propulsore la sua caratteristica più famosa, infatti si tratta di un quadricilindrico a pistoni ovali con 32 valvole. La moto stradale uscì nel 1992, ma in realtà aveva radici corsaiole situate negli anni '80. Honda aveva tentato per un certo periodo la via di questa soluzione e la NR750 è stato il suo apice. La moto comunque era innovativa sotto molti punti di vista e parlo di fallimento solo per alcuni motivi, tra i quali il fatto che l'architettura di questo propulsore venne totalmente abbandonata e non vinse mai nulla di importante a livello sportivo.
Paradossalmente, tuttavia, io la considero una pietra miliare in campo motociclistico. Non tanto per il motore, le cui prestazioni potevano essere raggiunte anche con configurazioni meno complesse, quanto per tutto il resto. E' stata l'archetipo tecnico/estetico della moto sportiva moderna.
Tamburini, il papà della serie Ducati 748/916/996/998, ammise candidamente di aver stracciato le prime bozze della 916 dopo averla vista. Disse che la moto sportiva bolognese avrebbe dovuto somigliare vagamente alla 888, ma quando vide la NR750 ne venne fulminato.
Se confrontate la 916 e la NR750, noterete diversi tratti estetici comuni. Sembra quasi la Honda, ma dopo un anno di palestra e verdure.
La Honda aveva tutto assieme quelle cose che sarebbero arrivate in seguito. Moto sportiva con monobraccio (come la 916), prese d'aria dinamiche, forcella a steli rovesciati (come la 916), prese d'aria nel codone (come la 916), fari stretti affiancati (come la 916), cupolino iridescente, scarico sotto la sella (come la 916), frecce negli specchietti (come la MV Agusta F4) e via discorrendo.
Alcune di queste soluzioni si erano già viste su moto sportive o turistiche, ma non erano mai state tutte assieme. Ad oggi rappresenta una prova di forza e d'ingegno giapponese.