Storie brevi...

Dueruote · 2020-02-05T14:33:07+00:00

Vorrei fare una sorta di rubrica simile a quella delle moto degli altri, ma dedicata ai progetti mai andati in produzione oppure prodotti per periodi limitat...

Dueruote

Visto che mi parli di CR&S con motore monocilindrico Rotax (questi sono i commenti che cercavo), questa cosa mi ha fatto venire alla mente una moto prodotta per solo 2-3 anni e che, secondo me, avrebbe meritato maggiore fortuna. Avrete già visto nelle pagine precedenti come mi piacciano le moto sportiveggianti equipaggiate con monocilindrico (non ricordo se ho già menzionato la Gilera Saturno 500 degli anni '80). Comunque oggi vorrei ricordare la Bimota BB1. Moto dall'ottima ciclistica (per l'epoca) e con motore monocilindrico Rotax di 650cc. Venne prodotta nella seconda metà degli anni '90 e se ricordo bene in seguito passò anche il telaio alla DB4. A me piaceva molto.

Italo

Beh quella era l'epoca dei supermono. Dopo i successi nel fuori strada dei grossi mono grazie alla Dakar questi motori si affaciano anche sulle piste di velocità. Mi ricordo che molte erano artigianali con motori che vanno dalla xt, dominator, e altri menzionati da voi. Anche la Ducati fece la sua supermono. È un peccato che non abbia attecchito. Perché infondo sono moto peggere e dai prezzi contenuti rispetto alle pluricilindriche.

Slowhand

nando_mac wroteAnche per me é un piacere, le mie scarse competenze mi inducono ad un umile e rispettoso silenzio.

Quoto e mi unisco alla schiera dei lettori tanto interessati quanto incompetenti.

Dueruote

Italo wroteBeh quella era l'epoca dei supermono. Dopo i successi nel fuori strada dei grossi mono grazie alla Dakar questi motori si affaciano anche sulle piste di velocità. Mi ricordo che molte erano artigianali con motori che vanno dalla xt, dominator, e altri menzionati da voi. Anche la Ducati fece la sua supermono. È un peccato che non abbia attecchito. Perché infondo sono moto peggere e dai prezzi contenuti rispetto alle pluricilindriche.

Si si... comunque a me l'estetica della BB1 e della Laverda SF750 (1999) fanno ancora impazzire oggi.
Le sportive di oggi non le distinguo. Mi sembrano tutte uguali. Stessa cosa per le enduro stradali.
Sintomo di essere un buongustaio oppure sto semplicemente diventando vecchio ?

dondiegodelabega

Concordo. Al di là di alcuni modelli particolari e non per tutte le tasche (si parlava di Bimota, quindi ci metto la Tesi), le altre sportive le si distingue solo per forma di fanali e scarichi. Per fortuna in competizione le squadre hanno i colori, o sarebbe difficile distinguerle. Sulle adventure un po' meno: tra disposizione dei cilindri e profilo, un po' di differenze ci sono, anche se alla fine vanno tutte ad armonizzare più o meno nello stesso modo gli elementi strutturali che caratterizzano il tipo di moto.

Dueruote

Parlare di Bimota, i cui modelli hanno quasi tutti storie brevi, mi è venuta in mente un'altra moto che adoravo. Si tratta della Bimota DB3 Mantra. Questo modello della metà degli anni '90 non piacque a tutti e la sua estetica fece molto discutere. Non era costosa come le altre moto della casa di Rimini e si potrebbe quasi dire fosse accessibile. Molti tendono a dimenticarla, ma secondo me si tratta di un modello avanti con i tempi. In pratica era una cross-over.
Certo si potrà obiettare che la Yamaha TDM 850 esisteva già dai 1991 o 1992 (non ricordo), ma la moto giapponese aveva una ruota anteriore da 18 pollici, un peso abbondantemente sopra i 200Kg (almeno finchè non arrivò il telaio in alluminio nella versione 900cc) ed una gommatura al ribasso.
La Mantra aveva i canoni delle cross-over di oggi e forse anche meglio. Il propulsore era il leggero Ducati 904cc raffreddato aria/olio, il quale erogava poco più di 80CV. Il telaio era una bella unità in alluminio simile al traliccio Ducati ed ancora di più a quello che Suzuki adotterà per l'SV650 in seguito. La gommatura era una modernissima accoppiata 120/70-17 e 180/55-17. In pratica si potevano montare coperture di qualunque tipo dalle sportive alle turistiche.
Boh... per molti è stato un bidone, ma secondo me era una moto fantastica.

Dueruote

Oggi parliamo di una moto di cui pochi (a meno di essere oltre i 40) avranno sentito parlare.
Si tratta della Gilera Saturno 500 bialbero. L'ultima parola non è messa a caso, in quanto la distingue dalla Saturno 500 degli anni '40 e '50. La nostra Gilera è stata costruita a cavallo tra gli anni '80 e '90. Tutto partì dall'importatore giapponese, il quale commissionò un certo numero di moto per il mercato nipponico. Ho provato a dare un occhio in rete e le storie, nonchè i numeri, risultano diversi tra loro. Non saprei quale sia la versione reale. Personalmente mi ricordo di 4-500 pezzi venduti solo in Giappone. Si legge anche di una serie numerata per l'Italia su Wikipedia, ma onestamente non ricordo di questa cosa... almeno se parliamo di moto omologate per il normale utilizzo stradale. La moto pesava poco ed era particolare. Molti la sognano ancora, anche perchè il propulsore, almeno nella versione 350cc, era potente ed affidabile. Sono sicuro che qualcuno dei nostri utenti più tecnici sapranno su questa moto molto più di me.

Francesco63

Non so se sia corretto postare qui questo breve racconto di un'esperienza personale, visto che il thread è dedicato a storie DI moto e non a storie CON LE moto, ma insomma, giusto due righe per raccogliere l'invito di Duepopp.... ehm, no, scusate, Dueruote :lol: :huahua: a contribuire.

I miei nonni materni avevano una casa sull'appennino modenese, nella quale durante la mia infanzia e prima giovinezza ho trascorso molti periodi.
A Bologna abitava una sorella di mia madre col marito.
Questo mio zio, ormai mancato da anni, è stato in assoluto il parente al quale ho voluto più bene.

Aveva una NSU Fox 100.

Era nera con filetti color oro, ginocchiere di gomma sul serbatoio, tachimetro a sfondo bianco sul faro (ne sono certo) con lancetta ad andamento antiorario (mi sembra), un pomellone nero svitabile sul cannotto di sterzo (mi sembra - ammortizzatore di sterzo, presumo), pedali del cambio e del freno posteriore invertiti rispetto alle moto attuali (mi sembra), doppia sella singola, portapacchi posteriore.
Non saprei dire se avesse anche le sospensioni posteriori o se invece fosse a telaio rigido, con la funzione ammortizzante demandata solo alle molle dei due sellini.
Lo zio l'aveva acquistata (non saprei se nuova o usata) credo nei primissimi anni '50.
La teneva come un oracolo anche perché sia lui che la zia le erano affezionatissimi, avendoci fatto nella loro giovinezza tante passeggiate sia nelle loro zone di pianura e appenniniche sia, se non erro, anche fin sulle Dolomiti.

Una domenica d'estate verso la metà degli anni '70 ci trovavamo in vacanza a casa dei nonni.
Mia zia era già lì con noi e lo zio venne su da Bologna con la NSU.
L'indomani dovevamo recarci anche noi a Bologna (non ricordo assolutamente perché), mentre lo zio doveva rientrare quella domenica sera.
Non so chi ebbe l'idea, se io, lo zio, la zia o chi altri, ma insomma si stabilì che quella sera io sarei andato con lo zio a casa loro a Bologna con la NSU, e l'indomani i miei ci avrebbero raggiunto.
Nel tardo pomeriggio partimmo, con due belle bistecche fissate con l'elastico sul portapacchi.
Un'oretta scarsa di viaggio, e fummo a casa.
E quant'erano buone quelle bistecche...!! :lol:

Ovviamente niente casco, niente guanti, niente giubbotto con le protezioni, niente di niente.
Era un altro mondo, un'altra epoca.
Solo la felicità di un ragazzino per un viaggetto col suo zio preferito su quella bella moto (che a vederla oggi credo sembrerebbe uno scricciolo, mentre all'epoca sembrava pure abbastanza grossa).
Del viaggio non ricordo nulla, se non la gioia di andare cullato dal vento e dal tum-tum-tum del motore, mentre mi tenevo aggrappato all'anello posto davanti al sellino posteriore e lo zio che ogni tanto, scherzando ma non troppo, mi chiedeva se la nostra cena era ancora sul portapacchi e io che lo rassicuravo.

Quando ho visto la Classic in concessionaria le sue forme antiche mi hanno immediatamente richiamato quelle della NSU dello zio.
E un'ondata di ricordi mi ha dolcemente travolto.
Poteva forse non piacermi, la Classic? 😉

Chissà che fine ha fatto, quella moto....
Nel 2013 mio cugino decise di venderla e mi chiese se fossi interessato.
Chiedeva una cifra modesta, ma non avrei saputo come andare a prenderla, non conosco meccanici, qui, che ci sappiano mettere le mani, avevo appena comprato l'auto d'epoca e, insomma, proprio non potevo.
Pur con tutto l'amore per lo zio e per la sua NSU fui costretto a dirgli di no. 🙁
Poi negli anni successivi mio cugino non mi ha più detto nulla, e quindi sicuramente è riuscito a venderla (né io, per pudore, gli ho mai più chiesto niente).
Ma il ricordo di quella amata NSU e di quella gita pomeridiana resterà sempre con me.

Koogar

Una bella storie, grazie!

nando_mac

Bellissima storia, tanto nostalgica.

pedro

Storie di tempi andati che io rimpiango. Tanti ricordi indelebili.

alcecio

Bella storia. Bella anche la Saturno però. Io ricordo di averla vista nel concessionario di Firenze in piazza Beccaria dove facevo il solco per sbavare sui vari RV e Arizona... mi rimase veramente impressa, era proprio bella!

indio

Claudione wrotela desmosedici deriva da questa apollo c e ne sta una perfetta in giappone.

Alla Fiera di Daytona 1965 fu presentata una versione rivisitata della Apollo, con alcuni particolari differenti rispetto alla versione originaria (clacson, manubrio e rivestimento della sella), dopodiché sulla moto calò il silenzio.

La Apollo, rimasta esemplare unico, è conservata in una collezione giapponese.
da Wikipedia

feel-the-vibe

Francesco63 wroteNon so se sia corretto postare qui questo breve racconto di un'esperienza personale, visto che il thread è dedicato a storie DI moto e non a storie CON LE moto, ma insomma, giusto due righe per raccogliere l'invito di Duepopp.... ehm, no, scusate, Dueruote :lol: :huahua: a contribuire.

I miei nonni materni avevano una casa sull'appennino modenese, nella quale durante la mia infanzia e prima giovinezza ho trascorso molti periodi.
A Bologna abitava una sorella di mia madre col marito.
Questo mio zio, ormai mancato da anni, è stato in assoluto il parente al quale ho voluto più bene.

Aveva una NSU Fox 100.

Era nera con filetti color oro, ginocchiere di gomma sul serbatoio, tachimetro a sfondo bianco sul faro (ne sono certo) con lancetta ad andamento antiorario (mi sembra), un pomellone nero svitabile sul cannotto di sterzo (mi sembra - ammortizzatore di sterzo, presumo), pedali del cambio e del freno posteriore invertiti rispetto alle moto attuali (mi sembra), doppia sella singola, portapacchi posteriore.
Non saprei dire se avesse anche le sospensioni posteriori o se invece fosse a telaio rigido, con la funzione ammortizzante demandata solo alle molle dei due sellini.
Lo zio l'aveva acquistata (non saprei se nuova o usata) credo nei primissimi anni '50.
La teneva come un oracolo anche perché sia lui che la zia le erano affezionatissimi, avendoci fatto nella loro giovinezza tante passeggiate sia nelle loro zone di pianura e appenniniche sia, se non erro, anche fin sulle Dolomiti.

Una domenica d'estate verso la metà degli anni '70 ci trovavamo in vacanza a casa dei nonni.
Mia zia era già lì con noi e lo zio venne su da Bologna con la NSU.
L'indomani dovevamo recarci anche noi a Bologna (non ricordo assolutamente perché), mentre lo zio doveva rientrare quella domenica sera.
Non so chi ebbe l'idea, se io, lo zio, la zia o chi altri, ma insomma si stabilì che quella sera io sarei andato con lo zio a casa loro a Bologna con la NSU, e l'indomani i miei ci avrebbero raggiunto.
Nel tardo pomeriggio partimmo, con due belle bistecche fissate con l'elastico sul portapacchi.
Un'oretta scarsa di viaggio, e fummo a casa.
E quant'erano buone quelle bistecche...!! :lol:

Ovviamente niente casco, niente guanti, niente giubbotto con le protezioni, niente di niente.
Era un altro mondo, un'altra epoca.
Solo la felicità di un ragazzino per un viaggetto col suo zio preferito su quella bella moto (che a vederla oggi credo sembrerebbe uno scricciolo, mentre all'epoca sembrava pure abbastanza grossa).
Del viaggio non ricordo nulla, se non la gioia di andare cullato dal vento e dal tum-tum-tum del motore, mentre mi tenevo aggrappato all'anello posto davanti al sellino posteriore e lo zio che ogni tanto, scherzando ma non troppo, mi chiedeva se la nostra cena era ancora sul portapacchi e io che lo rassicuravo.

Quando ho visto la Classic in concessionaria le sue forme antiche mi hanno immediatamente richiamato quelle della NSU dello zio.
E un'ondata di ricordi mi ha dolcemente travolto.
Poteva forse non piacermi, la Classic? 😉

Chissà che fine ha fatto, quella moto....
Nel 2013 mio cugino decise di venderla e mi chiese se fossi interessato.
Chiedeva una cifra modesta, ma non avrei saputo come andare a prenderla, non conosco meccanici, qui, che ci sappiano mettere le mani, avevo appena comprato l'auto d'epoca e, insomma, proprio non potevo.
Pur con tutto l'amore per lo zio e per la sua NSU fui costretto a dirgli di no. 🙁
Poi negli anni successivi mio cugino non mi ha più detto nulla, e quindi sicuramente è riuscito a venderla (né io, per pudore, gli ho mai più chiesto niente).
Ma il ricordo di quella amata NSU e di quella gita pomeridiana resterà sempre con me.

C'è n'è una i n vendita a Castelmaggiore (Bo). Magari è proprio lei...

Dueruote

Francesco63 wroteNon so se sia corretto postare qui questo breve racconto di un'esperienza personale, visto che il thread è dedicato a storie DI moto e non a storie CON LE moto, ma insomma, giusto due righe per raccogliere l'invito di Duepopp.... ehm, no, scusate, Dueruote :lol: :huahua: a contribuire.

I miei nonni materni avevano una casa sull'appennino modenese, nella quale durante la mia infanzia e prima giovinezza ho trascorso molti periodi.
A Bologna abitava una sorella di mia madre col marito.
Questo mio zio, ormai mancato da anni, è stato in assoluto il parente al quale ho voluto più bene.

Aveva una NSU Fox 100.

Era nera con filetti color oro, ginocchiere di gomma sul serbatoio, tachimetro a sfondo bianco sul faro (ne sono certo) con lancetta ad andamento antiorario (mi sembra), un pomellone nero svitabile sul cannotto di sterzo (mi sembra - ammortizzatore di sterzo, presumo), pedali del cambio e del freno posteriore invertiti rispetto alle moto attuali (mi sembra), doppia sella singola, portapacchi posteriore.
Non saprei dire se avesse anche le sospensioni posteriori o se invece fosse a telaio rigido, con la funzione ammortizzante demandata solo alle molle dei due sellini.
Lo zio l'aveva acquistata (non saprei se nuova o usata) credo nei primissimi anni '50.
La teneva come un oracolo anche perché sia lui che la zia le erano affezionatissimi, avendoci fatto nella loro giovinezza tante passeggiate sia nelle loro zone di pianura e appenniniche sia, se non erro, anche fin sulle Dolomiti.

Una domenica d'estate verso la metà degli anni '70 ci trovavamo in vacanza a casa dei nonni.
Mia zia era già lì con noi e lo zio venne su da Bologna con la NSU.
L'indomani dovevamo recarci anche noi a Bologna (non ricordo assolutamente perché), mentre lo zio doveva rientrare quella domenica sera.
Non so chi ebbe l'idea, se io, lo zio, la zia o chi altri, ma insomma si stabilì che quella sera io sarei andato con lo zio a casa loro a Bologna con la NSU, e l'indomani i miei ci avrebbero raggiunto.
Nel tardo pomeriggio partimmo, con due belle bistecche fissate con l'elastico sul portapacchi.
Un'oretta scarsa di viaggio, e fummo a casa.
E quant'erano buone quelle bistecche...!! :lol:

Ovviamente niente casco, niente guanti, niente giubbotto con le protezioni, niente di niente.
Era un altro mondo, un'altra epoca.
Solo la felicità di un ragazzino per un viaggetto col suo zio preferito su quella bella moto (che a vederla oggi credo sembrerebbe uno scricciolo, mentre all'epoca sembrava pure abbastanza grossa).
Del viaggio non ricordo nulla, se non la gioia di andare cullato dal vento e dal tum-tum-tum del motore, mentre mi tenevo aggrappato all'anello posto davanti al sellino posteriore e lo zio che ogni tanto, scherzando ma non troppo, mi chiedeva se la nostra cena era ancora sul portapacchi e io che lo rassicuravo.

Quando ho visto la Classic in concessionaria le sue forme antiche mi hanno immediatamente richiamato quelle della NSU dello zio.
E un'ondata di ricordi mi ha dolcemente travolto.
Poteva forse non piacermi, la Classic? 😉

Chissà che fine ha fatto, quella moto....
Nel 2013 mio cugino decise di venderla e mi chiese se fossi interessato.
Chiedeva una cifra modesta, ma non avrei saputo come andare a prenderla, non conosco meccanici, qui, che ci sappiano mettere le mani, avevo appena comprato l'auto d'epoca e, insomma, proprio non potevo.
Pur con tutto l'amore per lo zio e per la sua NSU fui costretto a dirgli di no. 🙁
Poi negli anni successivi mio cugino non mi ha più detto nulla, e quindi sicuramente è riuscito a venderla (né io, per pudore, gli ho mai più chiesto niente).
Ma il ricordo di quella amata NSU e di quella gita pomeridiana resterà sempre con me.

Bella storia !

Barbariccia

alcecio wroteBella storia. Bella anche la Saturno però. Io ricordo di averla vista nel concessionario di Firenze in piazza Beccaria dove facevo il solco per sbavare sui vari RV e Arizona... mi rimase veramente impressa, era proprio bella!

Il concessionario di piazza Beccaria- via Scialoja!
Ci ho preso il primo cinquantino, un Gilera cb1, era il 1977...quanti ricordi!

alcecio

Adesso e da un pezzo non esiste più!

Dueruote

Oggi vi porto una chiccha. Leggendo un libro di storia motociclistica, ho recentemente trovato un mezzo veramente interessante. Si tratta di una Harley-Davidson che, ad onor del vero, non trovo menzionata nemmeno nel libro "Harley-Davidson : Uno stile di vita". Ad onor del vero il libro è americano ed è stato semplicemente tradotto alla lettera. Non somiglia ai libri di moto disponibili in Europa ed ha una visione molto americana della moto, compreso un disprezzo per l'alleanza che il noto marchio americano fece con Aermacchi.
Comunque, tornaniamo a noi. Ero convinto che l'Harley-Davidson XA750 fosse stata l'unica moto con propulsore boxer costruita dalla casa di Milwaukee. Ricordo a tutti come tale modello fosse un vero smacco per l'azienda americana, in quanto si trattava di una copia spudorata della BMW R71 in uso nella II guerra mondiale. L'esercito stesso chiese tale replica nel tentativo di avere moto affidabili come quelle tedesche. Bene... ho recentemente scoperto la serie Harley-Davidson W, un raro esempio di boxer longitudinale. Le uniche che ricordo a mente sono le Fongri, le primissime BMW ed il tentativo francese, molto più recente, con Midual.
La moto, riporta il libro, funzionava molto bene. Aveva una cilindrata tra 500cc e 600cc, nonchè un telaio dedicato. Purtroppo il costo superiore agli altri modelli di casa e l'arrivo di moto più potenti sul mercato, determinarono l'uscita di produzione in pochi anni. Wikipedia riporta che le vendite andarono meglio in Europa, piuttosto che negli Stati Uniti. Motociclistamente, siamo sempre stati differenti.

feel-the-vibe

Wow fico boxer longitudinale, come fosse mezzo motore Alfa Boxer.... Questa moto mi garba parecchio anche se la marca non mi è granché simpatica. Con quello che hai scritto circa il disprezzo dell'accordo con Aermacchi, poi tutto quel mondo mi è diventato ancor più da evitare....

Dueruote

Il disprezzo appare in chi ha scritto il libro. In realtà Aermacchi vendette bene negli USA con il marchio HD.

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