Neophytus wrote[...] I veneziani amano la loro città. E le azioni civiche di opposizione e resistenza all'aggressione e allo spoglio delle sue risorse si contano a centinaia da quando io ci vivo.
Non ho motivo di dubitare di ciò che affermi, però: chi ha venduto le case? chi ha venduto i negozi? chi ha affittato anche i sottoporteghi come fossero degli attici in San Marco?
Sia chiaro che non esistono risposte semplici a problemi complessi, ma non mi sento di puntare il dito esclusivamente contro la Costa Crociere o il petrolchimico di Marghera (che, per citarne due a caso, sicuramente hanno la loro bella fetta di colpa). Ci hanno sguazzato quasi tutti nell'affare Venezia.
Porto, ad esempio, quanto accade in alcune valli della mia terra natia, l'Alto Adige: se non sei di là, le case non te le vendono; se non sei di là, i terreni non te li vendono. Non importa quanti soldi offri.
Atteggiamento forse al limite del razzismo, ma non gliene frega niente di tirare a campare (non tutti gli altoatesini sono albergatori gardenesi), quello che gli importa è che non succeda una seconda "verkaufte Heimat" (patria svenduta).
Hanno visto cosa è successo nelle valli ladine (in Gardena o in Badia una coppia di giovani autoctoni col cavolo che riesce a comprarsi un appartamento nel paese dove vivono i genitori e dove hanno vissuto i nonni ed i bisnonni) e non ci tengono a fare la stessa fine.