Quint89
In questi giorni di maltempo in tutta l'Italia non posso non essere affranto e vicino a Venezia, la città italiana che più amo e in cui vado ogni anno, cercando di carpire un poco per volta la sua essenza, la sua unicità, lasciandomi stupito ogni volta che la vedo e la assaporo.
Leggo di acqua alta di 187 cm, pochi cm in meno di quella del 1966, anno della grande alluvione, leggo di enormi disagi e di danni incalcolabili con tante persone che sono rimaste senza casa o posto di lavoro perché distrutti dall'acqua.
Spero che la situazione si normalizzi al più presto e che arrivino aiuti adeguati alla situazione.
Un abbraccio di vicinanza all'amico che molti di voi conoscono come Neophytus che vive a Venezia, lui per fortuna sta bene ma vive comunque la tragica situazione.
andrea-ferrari
Disastro....
half-pint
Da genovese capisco forse meglio di altri cosa stanno vivendo i veneziani in questo momento. Sono passato attraverso due alluvioni (2011 e 2014) che personalmente mi sono costate due auto, uno scooter e tutto quello che avevo nel box. Ad altri è andata molto peggio e purtroppo non sono riusciti a sopravvivere.
Sono vicino a Venezia ed ai veneziani anche perché ho vissuto e lavorato a Venezia e devo ammettere che, dopo un iniziale periodo di diffidenza, mi hanno accolto come uno di loro facendomi scoprire cose che tengono nascoste per quanto possibile all’orda di turisti che quotidianamente girano.
Spero e sono sicuro che vi riprenderete presto. E spero soprattutto che questo disastro faccia capire a chi gestisce la cosa pubblica che Venezia non è una città come le altre, ma che ha bisogno di attenzioni particolari come è giusto avere per le opere uniche.
maxiii
Bisognerebbe, con l' acqua alta ancora li, impiccare sulla pubblica piazza tutti quelli che hanno lucrato sul Mose, con la valanga di denaro pubblico ricevuto e magnato, ora si contano i morti.
Occhio per occhio, dente per dente.
feel-the-vibe
Come non condividere idealmente la proposta di Maxi? Ma sulla pubblica forca darei loro la compagnia di chi ha lucrato e lucra su sanità istruzione viabilità ( autostrade), sicurezza e compagnia cantante. Ma questa è una battaglia persa, il nostro paese non sarà mai amministrato da brave persone; allora non resta, da bravi italiani, che stringerci a coorte nei momenti di lutto e disgrazia per condividere sinceramente le catastrofi annunciate quando si presentano. La mia vicinanza verso il popolo veneziano...
Neophytus
Siamo andati sotto come non succedeva dal 1966.
Vi riporto qui la lucida e veritiera analisi di Tomaso Montanari, dal "Fatto quotidiano" di oggi. Da veneziano non posso che condividerla in toto. Vi prego proprio di leggerla.
Questo pomeriggio sarò a Venezia, duramente colpita dal maltempo. Voglio vedere da vicino i danni e rendermi conto della situazione”. Il tweet diffuso ieri del presidente del Consiglio Giuseppe Conte accende una flebile fiamma di speranza: se Conte davvero vorrà rendersi conto della situazione, comprenderà presto che Venezia non è stata affatto colpita dal maltempo. È stata colpita da una strategia di sfruttamento e abbandono gravemente colposa, a tratti flagrantemente dolosa. I nemici di Venezia, i suoi aguzzini, non sono i venti, le nubi, e l’acqua piovana: sono una classe politica e una classe dirigente marcia fin nel midollo, in Laguna e a Roma. Il ‘maltempo’ di cui parliamo è un tempo cattivo che dura da decenni: cattivo per la corruzione e la rapacità, cattivo per l’i g no r a n z a , cattivo per la miopia e la pochezza di chi avrebbe dovuto decidere nell’interesse del bene comune, e invece ha pensato solo al ritorno immediato di pochi.
CON LA FINE della Repubblica di Venezia (1797) entrò in crisi il raffinatissimo meccanismo che per un millennio aveva conservato qualcosa che in natura ha vita limitata: una laguna lasciata a se stessa o diventa mare o si interra. Si può ben dire che la sopravvivenza della Laguna è “la storia di un successo nel governo dell’ambiente, che ha le sue fondamenta in un agire statale severo e lungimirante, nello sforzo severo e secolare di assoggettamento degli interessi privati e individuali al bene pubblico delle acque e della città” (Piero Bevilacqua). Finita questa storia, l’estesa privatizzazione di parti della Laguna, la creazione di valli da pesca chiuse, la bonifica per ottenere terre asciutte per l’industria ha ridotto in notevole misura lo spazio in cui le alte maree potevano disperdersi. Contemporaneamente, sono state scavate e ampliate oltre ogni misura le bocche di porto che mettono in comunicazione mare e Laguna: alla fine dell’Ottocento la Bocca di Malamocco era profonda 10 metri, oggi contiene buche che raggiungono quota meno 57, il punto più profondo dell’Adriatico! Non è dunque difficile immaginare da dove entri l’acqua. La ragione: rendere la Laguna accessibile alle navi industriali e alle Grandi Navi da crociera. Uno sviluppismo dissennato, che fa oggi di Venezia la terza città portuale più inquinata d’Europa: per lo smog delle navi, e per i fanghi che stanno sul fondo dei canali e che rendono micidiali le acque che ora consumano i marmi di San Marco.
LA SITUAZIONEdi cui il presidente Conte dovrebbe rendersi conto è questa: e – proprio come nel caso dell’Ilva – è su questo piano strategico, e non solo sull’impossibile gestione dell’emergenza, che il suo governo dovrebbe agire. Come ha scritto Edoardo Salzano, a cui è stata risparmiata la vista di questa Venezia in ginocchio, si dovrebbe iniziare “con lo smantellamento della chimera ottocentesca del MoSE, per ripristinare invece l’equilibrio ecologico e morfologico della Laguna, con l’adempiere finalmente al mandato legislativo (1973!) di escludere i traffici pesanti e pericolosi e impedire l’ingresso ai bastimenti più alti dei più alti edifici veneziani, col cancellare i progetti di tunnel sottomarini”. Una cosa Conte può fare subito: mettere fuori le Grandi Navi non solo dal Bacino di San Marco ( come si limita a promettere il furbo ministro Franceschini), ma dalla Laguna. Perché è la Laguna come ecosistema che va salvata, non solo l’immagine da cartolina.
E quel che non solo Conte, ma tutti noi dovremmo capire è che Venezia è un terribile acceleratore. Ci mostra cosa succede a una città d’arte che viva solo di un turismo predatorio che cresce fino a espellere i residenti, a cancellare un’identità civile. Ci mostra cosa succede a un patrimonio culturale tutto orientato alla follia delle grandi mostre invece che alla cura del tessuto urbano, in un tripudio di tagli di nastri e inaugurazioni che tolgono soldi e consenso all’umile necessità quotidiana della manutenzione. Ci mostra con anni di anticipo quel che succederà in mezzo mondo se non fermiamo l’innalzamento delle acque provocato dal cambiamento climatico dovuto al dogma della crescita infinita.
Venezia che muore annegata è uno schiaffo in faccia a noi tutti, è un modo terribile di ricordarci che si può, si deve, smettere di sfruttare e consumare il suo fragilissimo ecosistema: “Moltissime specie hanno trovato il modo di vivere in armonia con la natura, senza che per farlo abbiano bisogno di suicidarsi. Lo fanno prendendo meno di quanto il pianeta è in grado di produrre e salvaguardando gli ecosistemi. Lo fanno vivendo come se avessimo solo una Terra, e non quattro”. Se, in questa frase dello scrittore Jonathan Safran Foer, sostituiamo alla parola ‘pianeta’ o ‘Terra’ la parola ‘Venezia’, riusciremo a capire perché non è colpa del maltempo: e come possiamo ancora, nonostante tutto, salvare Venezia.
Herzog
Articolo da brividi. E, temo, pieno di verità.
Venezia è un pesce (cit. Tiziano Scarpa), ma ormai spiaggiato.
Ne ho odiato il sindaco quanto ha proposto il contingentamento dei turisti mediante l'uso di tornelli, ma certo ci sono molti problemi che hanno a che fare con la visione di Venezia come carcassa da spolpare in tutti modi, all'estremo, all'eccesso, da ogni lato, senza accorgersi che è già una sposa cadavere, vestita di un abito ancora magnifico ma già rigida e bluastra.
Non so dire se si salverà.
A volte i miracoli accadono.
Intanto, e prima di questo, un abbraccio a Neo e ai pochi veneziani, d'origine o d'adozione, che ancora resistono nella riserva indiana.
feel-the-vibe
Parole micidiali ma che solo le persone perbene hanno ed avranno voglia di leggere e capire.
bibe
Non riesco a capire il perché si sono fissati con il M.O.S.E. che non funzionerà mai invece di fare una grande diga per ogni bocca di porto, con pompe per equilibrare il flusso delle maree e un sistema di chiuse per fare entrare e uscire le imbarcazioni in laguna. Risultato sicuro, durata eterna, costo più che dimezzato. "Olandesi docet".
Neophytus
bibe wroteNon riesco a capire il perché si sono fissati con il M.O.S.E. che non funzionerà mai invece di fare una grande diga per ogni bocca di porto, con pompe per equilibrare il flusso delle maree e un sistema di chiuse per fare entrare e uscire le imbarcazioni in laguna. Risultato sicuro, durata eterna, costo più che dimezzato. "Olandesi docet".
Caro bibe, per questo "perché" e per altri consimili:
https://www.repubblica.it/cronaca/2019/04/11/news/galan_riciclaggio-223778428/?fbclid=IwAR3X7pujE7Dc7BdeecFO4yapUk9-oWuXrBi-ILGU_B519hTwpXIlnhfUxyY
gil
Quest'ultima alluvione con acqua alta da record ha provocato danni ingentissimi ma un fatto positivo è accaduto: ha portato all'attenzione di tutti il malgoverno e le scelte azzardate degli ultimi decenni che hanno ferito pesantemente Venezia e potrebbe essere la volta buona che un'inversione di tendenza unita ad una gestione più saggia possano salvare questa città unica al mondo.
black-dog
"Venezia che muore annegata è uno schiaffo in faccia a noi tutti".
Non credo occorra aggiungere altro.
black-dog
Anzi no, una cosa da aggiungere c'è.
"Corriere della Sera e Tg La 7 promuovono una raccolta fondi per la città devastata dall’acqua alta. È possibile effettuare versamenti con bonifico bancario sul conto 1000/169236 presso Banca Intesa Sanpaolo Filiale Terzo Settore Milano Città intestato a Un aiuto subito per Venezia.
Il codice Iban per le donazioni dall’Italia è: IT 23 G 03069 09606 100000169236.
In alternativa è possibile usare un «codice semplificato» che va inserito nel campo «beneficiario» per versamenti e bonifici senza commissioni esclusivamente da Intesa Sanpaolo: 09754.
Per le donazioni dall’estero vale lo stesso Iban con il codice Bic BCITITMM"
Testo del link da visualizzare...
fausto-s
Le disgrazie e l'acqua in casa non la si augura a nessuno, è veramente una tragedia infinita.
Povertà...raccolta fondi ??
Venezia è una città ricca e delle sue bellezze, con il turismo, se ne è sempre grandemente approfittata oltre il dovuto.
Quint89
Fausto lungi da me farti cambiare idea tuttavia Venezia ha costi di manutenzione altissimi che nessun altra città deve affrontare.
Mi piacciono le cifre e potrei anche scriverle, solo per quella faraonica opera che è il MOSE si sono spesi circa 5 miliardi di euro, moltissimi dei quali spariti nella corruzione ( c era l inchiesta ricordi?).
Anche io trovo che certi prezzi non siano giustificabili ma non sono tanto più alti di altre città turistiche italiane in cui sono stato.
Si parla comunque di aiutare, chi non desidera farlo per vari motivi è liberissimo, senza far desistere chi vorrebbe. 🙂
Per favore rimaniamo nel tema del topic.
Canemitzo
Genova, Venezia, Matera...
Spero un giorno, di poter tornare a votare.
Politici. Delinquenti che titillano le folle, come prostitute con i clienti, per avere il loro tornaconto personale.
Non avranno mai più il mio consenso, finché continueremo a dimostrarci un popolino di rubagalline.
AndreaBeatles
Nelle stanze dei bottoni disquisiscono (fra l'altro) sulle tempistiche del Mose, meravigliandosene (...ohibò!!).
Ricordo i primi video in Tv dedicati a quei "mattoncioni" gialli che dovevano spuntare dal mare... Ero in quarta Elementare (sic), dedicarono anche tempo ed attenzione ad elogiarne finalità e tecnologia a scuola, ora che rammento.
Considerando che io sono del '79 e facendo un paio di calcoli, possiamo dire se la sono presi leggerissimamente alla leggera...
Dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa vi oppugnabatur.
Vicinanza e sostegno a Venezia e Matera, ricettacoli d' arte e cultura che i risvolti aleatori del meteo e (in eccelsa parte) l'operato meschino dell'uomo hanno messo ora in contemporanea difficoltà.
Quint89
Esattamente. In Italia ci sono delle unicità che stupidamente non vengono tutelate...ma solo sfruttate.
fausto-s
black-dog
Buon per Cipriani che ha riaperto subito.
Forse a Pellestrina la pensano un po' diversamente, ma tant'è.