Cornadure
Non so voi, ma io nella mia lunga vita sono incappato in tanti soprannomi.
In Colleggio mi chiamavano Provolino.
Alle medie, al Don Bosco, la Bestia.
Al liceo, u Fuodde, il Folle, che è quello con cui vengo per lo più ricordato, per via di come mi comportavo e di come guidavo la motocicletta.
Ma per un periodo sono stato chiamato il Cammello da una ristretta cerchia di amici e non ho mai capito il perché.
Quello che mi ha messo ultimamente un mio amico con cui mi vedo spesso è "Trenta Denari", per la mia vocazione al tradimento per interesse degli amici e degli affetti più cari.
Ma il soprannome più bello e di cui sono sempre andato orgoglioso me lo diede mio Padre, che da buon Avvocato aveva il potere della sintesi, il potere di coagulare una vita in due parole.
Tubo Digerente.
Tubo Digerente mi chiamava.
Da una parte entra il cibo e dall'altra esce la merda, non sai fare altro.
Forse se io non gli avessi dato tutti quei dispiaceri sarebbe ancora vivo.
Me lo diceva sempre: "tu mi farai morire".
Ma se fosse ancora vivo l'anno prossimo compirebbe cent'anni, e io con mia Sorella, la mia Riverita Signora e le mie figlie lo celebreremo con una bella mangiata raccontandoci allegri aneddoti della sua vita.
In fondo una persona muore veramente quando non ci si ricorda più di lui.
Ma tornando a noi.
Se ne avete voglia.
Parlate pure senza indugio dei vostri soprannomi, se mai ne avete avuti.
Nella vita sono come delle medaglie.
Io sono a letto e aspetto il caffè dalle manine sante della mia Riverita Signora.
nutless
Direi che hai avuto dei gran soprannomi, guadagnati sul campo...
I miei non sono stati altrettanto "lusinghieri" o comunque spendibili con una certa aria di mascolinità. Mio zio fino a dieci anni mi chiamava "Bosni" perchè ero magrissimo ed in quegli anni c'era il conflitto in Bosnia. Più tardi gli amichetti mi appiopparono il nomignolo di "Ciurro", per via dei capelli ricci (in dialetto il ciurro è il moscardino, il polipetto da frittura).
Poi venne il turno di "Giglipuff", alle superiori. Frequentavo un istituto per geometri, pieno di energumeni ed io sembravo un bambino delle elementari. Piccolino, molto educato e timido. Erano gli anni dei fottuti Pokemon. Questo soprannome durò poco perchè ne guadagnai subito uno un pò più mascolino: "Pacco". Su questo non vi starò a spiegare.
Poi iniziai l'università e con essa il Pugilato. Venne il turno de "Il Gordo" perchè alle visite dal medico nutrizionista, il macchinario elettronico che misurava non so cosa del passaggio di corrente, stabilì che avevo più massa grassa del nostro peso massimo (120 Kg) che era evidentemente sovrappeso. Io pesavo 56 Kg e portavo la 44. Dopo i primi incontri presi il grado di "Zingaro", per via della somiglianza somatica e dello stile adottato. Lo stesso soprannome mi venne riaffibbiato in Spagna, quando mi trasferii per un anno a Siviglia. Sempre lì alcune ragazze che frequentavo mi chiamavano "Santino". A quanto pare per le ragazze dell'Est gli italiani sono mamma, spaghetti, polpette e Il Padrino.
Insomma fino ad ora la mia vita è stata costellata di soprannomi e solo poco tempo fa ho scoperto che ce ne sono due di cui non avevo notizia: "Giga" di cui non conosco il motivo e "Brujo". Era nomignoli con cui alcune conoscenti mi chiamavano tra loro all'università. Il primo non ho idea del perchè, il secondo credo fosse dovuto al fatto che porto al collo un grande pendente, un Cuore D'Abruzzo di pietra stregonia e si era sparsa la voce, tra gli erasmus spagnoli, che leggessi i tarocchi (?). Questo faceva automaticamente di me un "Brujo", uno stregone...
Cornadure
Fantastica storia.
Grazie Nutless.
Vediamo se dopo il tuo intervento la gente sarà meno timida.
Anche spiegare il nickname non sarebbe male.
Come vedi si impara tanto e ci si conosce da soprannomi e nickname.
nutless
E' solo il nome di uno dei personaggi delle storie raccontate in "Non si muore tutte le mattine", un libro scritto da Vinicio Capossela. Fa riferimento ad uno dei miei film preferiti: C'era una volta in America...
Cornadure
Slowhand
Storia breve (una volta tanto).
Da piccolo ho vissuto in altre città, e fatalmente per i compagni di scuola e di giochi ero "Il romano". La cosa, ovviamente, non ha più avuto seguito quando siamo tornati ad abitare nell'Urbe.
Non frequentando ambienti in cui -di solito- si usa un soprannome, e portando un nome non molto diffuso nella mia generazione, non ho avuto molte altre occasioni di essere "ribattezzato". All'epoca in cui giocavo a calcio, tra le medie e il liceo, a causa della mia "irruenza" nell'andare contro gli avversari i compagni di squadra cominciarono a chiamarmi "Contour", come il rasoio bilama, perché -a loro dire- "si nun te mena co' 'n piede, te pija co' quell'artro" :rolleyes:. Erano, ovviamente, solo voci false e tendenziose, anche se il fatto che giocassi con un paio di pantaloncini macchiati del sangue di un avversario (e appositamente non lavati per un bel po') contribuiva ad alimentare l'equivoco. :smoke:
Il mio unico soprannome "storico" venne più tardi, ed è il nick che leggete sul forum. Le origini, sono, ovviamente, musicali, con una leggerissima connotazione erotica; la "consacrazione" definitiva avvenne in un'alcolica serata post-concerto, c'è una storia abbastanza divertente che alcuni già conoscono e che, prima o poi, racconterò di nuovo.
McBob
L'unico soprannome che negli anni abbia attecchito è "Ciambellano". Nel mio gruppetto di amici storici
(eravamo in tre) uno si era autonominato "Sire" - la modestia non è mai rientrata nei suoi pregi - e
aveva poi soprannominato me "Ciambellano", immagino (non l'ho mai saputo con certezza) perché
bene o male riuscivo a cavarmela (quasi) sempre (cioè sapevo organizzare le cose, come un gran
ciambellano, insomma) – perfino quella volta in cui, dalla vecchia DDR, fummo in buona sostanza
rimpatriati col foglio di via (e poteva andarci molto peggio).
Nel nickname, McBob, Bob sta per Roberto, Mc per Motor City, siccome ho vissuto un anno a
Detroit - bei tempi!
Ciao,
Rob