SatyajitRay
Il 23 settembre del 1889, 130 anni fa esatti, Fusajiro Yamauchi fondava Nintendo con il nome di Nintendo Koppai. Dalle carte hanafuda, riso istantaneo e love hotel alla più grande azienda di videogiochi al mondo. Un marchio, un nome che, personalmente, mi ha accompagnato per 31 anni di vita. Correva il Natale del 1988. All'epoca avevo ancora cinque anni. Ne avrei compiuti sei da lì a meno di una settimana (31 dicembre). Quel grande pacco incartato con amore da mamma Paola aspettava sotto un piccolo alberello in salotto. Non ricordo nemmeno se quel regalo, IL regalo per antonomasia acquistato con sacrificio dai miei genitori, l'avessi elencato nella più classica letterina a Babbo Natale (in casa si è sempre preferito la tradizione più "pagana" al classico Gesù Bambino) ma sicuramente era il desiderio di un bambino fatto plastica e sfumature di grigio. Una gioia e uno stupore, una felicità che negli anni a venire non sarebbe stata più replicabile fatto salvo per pochissimi momenti. Uno scatolotto. Il Nes, Nintendo entertainment system, accompagnato da una pistola arancione per sparare a frisbee e anatre pixelate a schermo. Una cartuccia con un doppio gioco: Super Mario bros e Duck Hunt. Niente sarebbe stato più come prima. Notti insonni a giocare, imprecazioni per livelli da superare e boss da sconfiggere, puro divertimento. Pomeriggi di un'amicizia cristallina. Risate. E poi pianti perché di soldi per comprare altri videogiochi non ce n'erano. E allora via a spolpare quei quattro titoli in croce, a conoscerne ogni segreto. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata fin troppa ma i videogiochi sono ancora qui a tenermi compagnia (fin troppo). Molto è cambiato, la loro fruizione sicuramente: qualche spicciolo in più in tasca per potermi permettere i titoli che voglio quando voglio, fiaccando un po' quel senso di conquista di quando si riusciva ad avere che so, un Super Mario bros 3 dopo mesi di soldi risparmiati. Ma anche oggi, come allora, i videogiochi, Nintendo in particolare, riescono ancora a suscitare lo stesso stupore. Non sempre, qualche volta. Ma tanto basta. Insomma, un'azienda che non è una semplice azienda. Che, in qualche modo, ha plasmato un trentennio di vita. Che mi ha accompagnato sempre.
Riguardando indietro... nessun altro oggetto ha avuto la stessa influenza. Né la prima macchina fotografica, né il primo basso elettrico, nonostante la fotografia sia una delle mie poche passioni insieme alla musica. Forse solamente, guardacaso, la Continental Gt acquistata nel novembre del 2014. La mia prima moto dopo anni passati su alcuni scooter. Comprata da un concessionario fuori città, ovviamente a seguito di non pochi sacrifici economici. Ci arrivai a piedi, al concessionario, dopo essermi fatto accompagnare a Como in auto. Dieci chilometri a piedi. Poi il sedere appoggiato su quella scomoda sella, totalmente a digiuno di cambio, frizione e altre diavolerie da guida manuale. Il freddo della sera sotto i vestiti leggeri che non scalfiva l'attenzione massima per non finire contro qualche automobile ferma al primo stop. Un'altra storia. Un'altra azienda che non è una semplice azienda.
E voi? Ci sono degli oggetti che vi hanno accompagnato plasmandovi la vita? Rendendovi quello che oggi siete?
Sono stato prolisso e me ne scuso ma oggi va così, veleggio tra i ricordi di bambino con troppa malinconia.
Canemitzo
A me hanno forgiato gli oggetti e quello che non ho avuto.
Ho conosciuto momenti di povertà e disagio assoluti.
Anni senza casa, senza denti, fortemente miope (non avevo occhiali) .
Perdita di anni scolastici, di autostima, di direzione.
Oggi non sono quello che avrei potuto essere, ma sono ancora su questa terra, e qualcuno che mi ama e per il quale sono importante c'è.
Tutto grasso che cola. 😉
Leggeró questo 3d con avidità.
Slowhand
Bella domanda. Oggetti che mi hanno cambiato la vita... Non so, dovrei dire tutti i libri che ho letto fino a 15 anni (dopo diventa difficile stupirsi di ciò che sei tanto da cambiarlo, soprattutto se hai già letto parecchio), ma così diventa troppo facile. Un titolo solo (un solo oggetto-libro) non mi basta, me ne servono almeno tre: I tre moschettieri, Apologia di Socrate, il Vangelo. Ci va messo anche il primo numero di Tex che abbia mai letto, era il numero 100: mio padre li aveva tutti (la collezione l'aveva cominciata mio nonno...), ma solo quel numero a colori mi convinse ad accostarmi al ranger più famoso d'Italia, per non lasciarlo più. Poi si, certo, ho letto molto altro (non ho ancora smesso: quelli lì, a scrivere, sono tanti, e io a leggere sono da solo), ma l'influenza che hanno avuto su di me, per motivi diversi e in momenti diversi, quelle tre (quattro) letture è certamente superiore a tutto il resto.
Ci sono poi oggetti ai quali attribuisco il valore immenso di ricordi insostituibili, che conservo ancora dopo decine di anni; hanno segnato alcuni momenti, esperienze, scelte, ma certo non mi hanno "cambiato".
Sicuramente un oggetto che ha dato una "svolta" permanente alla mia vita, nel senso di influenzare profondamente tutte le scelte successive (fino a oggi, ed è tutto dire) è stata la mia prima chitarra: avevo dieci anni, e da allora quel mondo a sei corde è diventato parte costitutiva e irrinunciabile di me. Io ho fatto molte cose, per studio, per lavoro o per divertimento, ma "dentro" mi sento un musicista (non prendetemi troppo sul serio: meglio dire, allora un saltimbanco della musica). Prestato ad altro, ma che fa sempre tutto ciò che gli capita di fare cercando di farlo in modo "musicale", ricordandosi e sforzandosi (nemmeno troppo...) di essere "altro".
Altre cose... non mi vengono in mente. Tendo a vivere la mia vita in modo molto cerebrale, staccato -in un certo senso- dalla realtà: gli oggetti mi piacciono, mi entusiasmano, a volte diventano simboli di qualcosa di bello. Ma se dovessi dire che mi cambiano la vita, no, non è il mio stile.
Dueruote
La mia prima consolle, che mi ha introdotto al mondo dei videogiochi.
La prima moto che io abbia mai provato e che mi aprì gli occhi facendomi lasciare i videogiochi.
andrea-ferrari
Bravo Saty , bel racconto...credo sia la voglia di ritrovare le stesse emozioni di quando eravamo bambini che accomuna le persone in questo forum .E i ricordi che ci legano agli oggetti e a quel periodo creano naturalmente nostalgia . Se ti capita leggi di Bradbury l' estate incantata...
SatyajitRay
Accolgo il suggerimento.
AndreaBeatles
Ottimo spunto, mix di riflessione ed interiorità.
Mi aggiungo ai "lurkatori" prevedendo che ne uscirano delle belle (nella migliore delle accezioni), tutte da leggere e gustare.
:thumb:
SatyajitRay wroteE voi? Ci sono degli oggetti che vi hanno accompagnato plasmandovi la vita? Rendendovi quello che oggi siete?
Con fare da orso mi sbottono un po' e, ripensandoci, me ne vengono 2.
La prima chitarra elettrica: una copia spudorata e senz'anima di una ben più blasonata Strato.
Pessima come caratteristiche, materiali, sonorità (ma misi mano anche lì, all'epoca, da "customizzatore incapace" per provare ad incrementare la resa e limare gli ampli difetti. Ma ricordo quasi il misto di delusione (piccata d'astio?) del modo in cui la guardò mio padre, quando la portai a casa.
Ma come, quel ragazzino squattrinato aveva "osato" scegliere, spendere (con che "fondi", poi?), quasi al limite della "lesa maestà", senza chiedere nulla (consiglio, permesso, appoggio, aiuto...)?
Tutto da solo, seguendo quello che per me è valore aggiunto: testardaggine, ostinazione, raggiungimento dell'obiettivo (quale esso sia) con sforzi e volontà totalmente proprie.
Ora dovrebbe essere sperduta a pezzi in un luogo non ben definito fra Umbria e Toscana :eeek: , da un decoratore che doveva arrangiarla a mo' della "Rocky" di Harrisoniana memoria. Sparito lui e lei.
Mi godo, maltrattandola, la mia Gretsch ma con malinconia ripenso ogni tanto a quella piccola "bastardina" di una vita fa ed a quanti significati era legata.
La seconda?
Beh... la mia Lei color d'argento.
Non è banalità, non è piaggeria, ma quanto m'ha cambiato la vita la mia piccola.
Quanti anni a rincorrerla (e dicono pure che "va piano"! 😃 ), quanto flusso di coscienza è legata a lei dopo il reciproco incontro.........
E tant'è. 🙂
:thumb:
maxiii
La vita me l' ha cambiata quel primo viaggio in oriente. Avevo 22 anni, era il 1987. Partii con 3 ragazze, mia sorella, mia cugina, e la mia ragazza, per un mondo, allora ancora molto lontano, sicuramente da noi e da chi ci stava attorno, a quei tempi.
La Tailandia, l' oriente, anno dopo anno, mi tirò fuori l insofferenza, la voglia d' altro.
Ogni anno la permanenza si allungava, e diminuiva la vita italica.
Quando ero in Italia a fare, pur bene, quello che dovevo e sapevo fare, pensavo continuamente a quello che succedeva sull' altra faccia della terra.
L' anno successivo, ripartii, con un amico, l' anno dopo, ancora con un' altro amico, poi iniziai a viaggiar da solo, per gustarmi l' assoluta assenza di vincoli.
Ora che ci vivo, tutto è diventato meno sogno e desiderio, credo che sia così per ogni cosa.
30 anni d' Asia cambiano la vita.
Grazie Saty.
Federico
Due oggetti mi hanno cambiato la vita e sono strettamente correlati.
Le lenti a contatto e la sezione intimo del catalogo Postal Market.
feel-the-vibe
Grazie Saty per questo post e per i contributi che ci state scrivendo tutti... Mi permetto tra tutte di estrapolare le parole di Andrea Ferrari che mi hanno fatto vibrare il cuore e mi hanno centrifugato in un istante tutti i vostri nomi e visi come fossero inseriti in un enorme registro di quinta elementare.....
Andrea Ferrari wrote...credo sia la voglia di ritrovare le stesse emozioni di quando eravamo bambini che accomuna le persone in questo forum ...
Siamo davvero tutti fanciulli e mi piace pensare che questo forum sia la nostra ricreazione!
overboost
Bellissimo topic!
Io sono nato con una passione intrinseca per i motori, le auto in particolare. Non esagero: a tre mesi non mangiavo se non mi mettevano sul balcone a vederne passare qualcuna!
Crescendo sono peggiorato, in quinta elementare conoscevo il listino di quattroruote a memoria, ed ero in grado di riconoscere ad orecchio marca e modello di ogni auto, ad occhi chiusi.
Rammento che mi facevo dare le chiavi dell'auto dei miei e mi ci sedevo dentro da solo, in strada o in box, cercando di ricordare come avevo visto guidarla... mi allenavo a motore spento, ci passavo le ore. A tredici anni ho imparato a guidare davvero su un piazzale la vecchissima opel kadett b di mamma, nel giro di un mese sapevo parcheggiare l'auto di papà nella rimessa sotterranea di casa, passando per una stretta rampa in pendenza; lo facevo anche in inverno, al buio, con la neve. Sempre.
Alla prima lezione di scuola guida l'istruttore mi propose di lavorare per lui! Rifiutai solo perché avevo deciso di lavorare nell'informatica (altra passione, seppur seconda ai motiri), ma l'amore per le auto non mi ha mai lasciato, ne ho avute tante (decine) e guidate tantissime (centinaia), ho percorso almeno un milione di km ma non mi sono stufato mai, neppure per un attimo.
A quattordici anni invece, dopo due anni che stressavo mamma perché volevo il motorino (papà non c'era stato bisogno di corromperlo), sono andato da Pogliani a ritirare la mia prima moto, un Fantic Raider 50. Da quel giorno anche le moto mi sono entrate nel cuore, le ho abbandonate solo per un brevissimo periodo in cui ho provato invano a sostituirle con delle auto aperte...me ne sono subito pentito: il vento tra i capelli è fantastico, ma le due ruote non sono rimpiazzabili con nulla.
Tra gli oggetti che mi hanno influenzato tantissimo ci metto anche i computer: già da bambino ne avevo sempre di bellissimi per casa (papà li vendeva). I primi videogiochi, i primi pc... ne ho vissuta tutta l'evoluzione: dalle schede perforate con cui iniziò mio padre quando i primi elaboratori erano grandi come stanze ed avevano 16k di memoria, al moderno I7 con ssd con il quale mio figlio gioca a fortnite.
Giusto per chiudere il cerchio: la mia Rossana arriva per pura casualità proprio da Pogliani, e giusto ieri per restare in tema Nintendo ho accompagnato il mio ragazzo a comprarsi con i risparmi di mesi e mesi la sua nuova Nintendo Switch Lite... sono semplici oggetti, forse non cambiano la vita, ma di certo la accompagnano scandendone i ritmi e le stagioni. 🙂
[cancellato]
Sarebbe troppo facile dire il personal computer, con il quale sono cresciuto, iniziando con il commodore 64, e che ancora oggi è il mio strumento preferito sia per il lavoro sia per tante attività personali.
Quindi dico il kindle. Una tavoletta magica che mi da accesso istantaneo a milioni di libri
Alfietto66
... ma quanto amo questo forum...?!?
Zagor,album da colorare e poi, un garelli vip4 (la scusa era che mi serviva per andare a lavorare...).
Il resto; gli oggetti che mi stanno cambiando la vita me li sto regalando ora : argilla, chitarra e ovviamente:Royal Enfield ...
Thumpaul
Vi leggo e riconosco momenti di vita passata: le privazioni che forgiano il carattere, i libri che aprono la mente, i viaggi che allargano gli orizzonti. E poi ancora, le prime due ruote e il senso di libertà.
Però, ad essere obbiettivi, c'è stato un luogo che ha influito sulla mia vita: c'era un pub in centro, frequentato per lo più da turisti stranieri, nel quale per alcuni anni c'è stata un'atmosfera particolare di tolleranza, spensieratezza e libertà. Ci ho conosciuto una marea di persone, venendo a contatto con gente di posti lontani quando ancora non avevo modo di viaggiare. Ci ho incontrato amici che poi lo sono stati per la vita e donne che ho amato, tra cui quella che mi sopporta ancora oggi. Ci ho imparato l'inglese, che mi è poi servito per trovare il lavoro che sono finito a fare.
Ci ho anche speso una barca di soldi e probabilmente ci ho lasciato un pezzo di fegato, ma non rimpiango nulla.
gil
Il ueb.
Il telefono portatile diventato smarfos.
Cornadure
Il Viagra
bibe
Corto Maltese.
Nico
non è un oggetto, niente di materiale ha avuto un impatto significativo nella mia vita. Ma mia moglie si, lei ha cambiato tutto: avevo 21 anni quando abbiamo cominciato ad uscire insieme, da allora la mia vita è stata stravolta, ha preso una direzione, dove prima c'era solo incertezza e confusione ha portato consapevolezza e determinazione. Ora a 39 anni non so immaginare la mia vita senza lei
Quint89
L'oggetto che mi ha realmente cambiato la vita è stata la vespa LML rossa di mia sorella.
Prima di quell'acquisto inaspettato, causa furto del precedente Scarabeo di mia sorella, non ero mai salito su una dueruote motorizzata ( a parte un Ciao truccato con cui si correva tra le strade dei campi di mais). Non so come non so perchè scattò '' un qualcosa'' che mi ha legato da subito a quella fragile motoretta e in modo indissolubile al mondo delle moto.
Se non fosse capitata non credo avrei mai avuto una Royal Enfield, una moto ''vera'' nel mio immaginario più impegnativa da guidare e gestire.
slash-85
@SatyajitRay Non ricordavo suonassi anche tu il basso elettrico!
___________________________________________________
Quanto agli oggetti... mah... In generale sono una persona che si affeziona molto agli oggetti, specie quando hanno un significato profondo; però non saprei identificarne due tre di preciso...
Principalmente libri, credo! Basandomi sul loro valore affettivo, indicherei una copia dell'Odissea, versione per ragazzi, edita dalla Dami. la conservo ancora e ne mostro le figure al mio bimbetto. Ricordo distintamente il pomeriggio in cui andai in una libreria e mio padre me la regalò. Penso avessi 7 o 8 anni.
Poi la copia de Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa che acquistai un'estate di molti anni fa e una copia de La terra Desolata di Thomas Stearns Eliot, con testo a fronte, letta e riletta più volte.
Infine, restando ai soli libri, una breve antologia di D'Annunzio scovata nella libreria di casa. Mi aprì gli occhi sulla poesia.
Poi ne seguono molti altri.
Restando ai meri oggetti, banalmente la mia prima motocicletta, la XV125 Virago, che realmente mi ha introdotto ad un mondo nuovo, facendomi crescere e donandomi ancora più indipendenza. Anche quella regalatami da mio padre.
Infine, nella musica, più che il basso elettrico in sé, alcuni album: "Peace sells... but who's buying?" dei Megadeth, scorto per caso in negozio, per la copertina e il titolo accattivante, e quasi consumato fin dal primo ascolto!
"Somewhere in time" degli Iron Maiden, album fuori dal mondo, regalatomi inaspettatamente da mio padre (lui che detesta l'heavy metal), mentre lo rigiravo tra le mani in un negozio di dischi, un 23 dicembre di alcuni anni fa.
Più ci ripenso, più i accorgo di come dietro alla maggior parte delle cose a cui tengo (anche altre non citate qui), ci sia la figura del mio genitore!