A fronte di un Giugno stracarico di eventi e di impegni, un attimo di stop e bocce ferme prima del vivo del tran tran può ben starci?
Giammai! :wow:
Solita finestra di libertà per entrambi i componenti dell'equipaggio, e si va. Il fulcro prescelto (in Regione? Considerando che me ne aspetta un'imminente abbuffata... 😃 A Nord? Romagna "toccata" relativamente poco tempo fa... Abruzzo? Volevo aspettare successivamente... Toscana? Per itinerari più incentrati a visite di città d'arte preferirei momenti di canicola meno pressante. L'ideale sarebbe focalizzarsi principalmente "sulla strada": poche elucubrazioni e si sceglie il fulcro di giornata) sarà un itinerario colpevolmente bistrattato finora (sempre rimandato per meteo, per altre scelte di destinazioni o per stop manutenzion-meccanici). La Montagna dei Romani, il Terminillo.
Una partenza ritardata rispetto alla tabella di marcia (ah, che bello pianificare e fal saltare tutto bellamente per l'anarchia tipica del tempo libero), oltre ad una dose abnorme di lavori e deviazioni tra Marche ed Umbria ( :grrr: ), con corollario di coda per incidente in galleria (per non farsi mancare nulla, giustamente) ci porta ad abbandonare lo scorrimento veloce (nel caso, più su carta che reale...) poco prima di Spoleto (già vista, già apprezzata :hehe: ). Sant'Anatolia di Narco e Monteleone sono accoppiata dei classici borghi medievali arroccati in altura che ti guardano di sottecchi ma sotto sotto son pronti ad accoglierti nel modo più caloroso possibile: soste più logistiche che altro (se di mera fermata si deve trattare, che sia di stile e gusto :wink: ). La relativa vicinanza permetterà in futuro di dedicar loro il tempo che maggiormente meritano, incastonandole in altri itinerari giornalieri mirati).
Tra Monteleone e Leonessa si comincia però a fare sul serio: rasoiate, primi tornanti, "orecchi tappati". Poco per volta si sale progressivamente. Dal collinare al (pre)montuoso. Ma è proprio superando Leonessa che si parte in rampa di lancio; ho scelto questo versante per veracità e potenzialità paesaggistiche (nonostante i feedback poco lusinghieri in tema di fondo). E proprio il fondo si mostra in tutto il suo lato (peggiore): la "Panoramica" soffre mancanza di manutenzione e (maggiormente, suppongo) i rigori meteo invernali. O tardo invernali, sarebbe meglio dire in quest'annata strana e a suo modo balorda (a fine Maggio i rilievi Ciauscoleschi presentavano ancora limitazioni da neve, si badi... :eeek: ). Per di più il tratto immediatamente successivo il primo lungo falsopiano (caratterizzato dal classico pio bove, bel bello accoccolato all'ombra e sonnecchiante a bordo strada) ricorda l'ascesa intrapresa all'Amiata (Pian delle Macinaie) proveniendo da Sovana, l'anno scorso: nastro d'asfalto che si snoda in pieno bosco (un toccasana per l'ombra salvifica, data l'afa nonostante gli abbigliamenti tecnici traforati, ma un incentivo all'attenzione estrema, per l'illusione ottica "a macchia di leopardo" - sole, ombra, sole, ombra - che mimetizza e nasconde, infidi, buche, crepe e ghiaino) prima di raggiungere la fatidica quota dove la vegetazione arborea saluta e scompare.
Vette e pinnacoli cominciano a stagliarsi nitidamente, superbi, sui "semplici" prati; chiazze bianche punteggiano qui e lì le erte rocciose.
Sembrerebbe neve. E' neve! :eeek:
E non solo in cima, a quanto pare!
Ben poca roba, a quanto si vede (soprattutto confrontando con gli scatti che imperversano attualmente sui social da Gavia, Rombo, Sua Maestè Stelvio e simili), ma trovare un'inquadratura sicura (non dietro o a ridosso di svolte e con ampia via di fuga visibile per sicurezza) non rende merito a ben altri "muri" incontrati ed affrontati lungo la salita.
Centro Italia, 13 Giugno, temperatura a valle che supera abbondantemente i 30°. Tutto tanto strano da esser bello. Tocchiamo letteralmente con mano il freddo mentre boccheggiamo o quasi per il caldo. Assolutamente insolito.
Le ultime pennellate ci accompagnano verso la Sella di Leonessa...
...i picchi rocciosi ricordano cime ben più settentrionali, incontrate purtroppo poche volte ma impresse a fuoco vive negli animi e nei cuori.
Solo il chiacchiericcio del vento e null'altro.
E' più che un peccato proseguire discendendo; piccolo palliativo, il fondo che ora s'allarga e si mostra pulito ed in condizioni più che buone.
Purtroppo incontriamo fin da subito i primi segnali del turismo invernali sci-munito (lungi da me malignità alcuna nell'assonanza maliziosa 😃 😛 ): strutture fatte e ripetute letteralmente con lo stampino che fioriscono tanto possenti quanto deserte, ora.
Sestriere, Roccaraso, Dimaro... tutte simili quasi come new town atte e predisposte al divertimentificio da ghiaccio.
Dopo una delle immense rotonde sostiamo a Pian de' Valli per un ristoro: solo la bella flemma nei movimenti e la cadenza del parlato colorano e personalizzano un'atmosfera in un contesto che (s'è capito?? 😃 ), estremizzato, non mi colpisce e cozza con l'idillio praticamente limitrofo.
Ancora discesa, Reatino (e qui il versante diventa praticamente una scorrimento veloce o quasi). Bivio.
"Alternativa comoda o... l'altra??", chiedo all'interfono.
"...e che me lo chiedi a fare?", chiosa Sonia conoscendomi.
Vecchio tracciato in direzione Piediluco. Il lago può essere però ricettacolo turistico eccessivo, propendo per qualcosa un po' più di nicchia (anche se, trattandosi d'eccellenza, "nicchia" potrebbe essere decisamente riduttivo).
Labro. E pensare che era tra una delle mete "tagliabili", carta alla mano (per motivazioni temporali più che altro, nelle quasi 4 centinaia di chilometri in programma in giornata). Ottimo non averlo fatto (il taglio).
Spiazzo, si parcheggia fuori e si entra. A piedi. Per un piccolo archetto. Ottimo viatico di presentazione. :thumb:
Un dedalo di viuzze rigorosamente pedonali e prevalentemente a scalinate regala scorci, ombre, visuali.
Regalano apparizioni. Fugaci ed improvvise, figure autoctone nella calura. Ci si incrocia e si saluta sinceramente.
Cosa bella e naturale, ma rara ed impossibile in città (che appunto, bella e naturale non è).
Ottimo! :clap:
Arriviamo alla pieve: le chiese d'estate si visitano a priori 😛 ma qui, oltre alla frescura, ci godiamo il bello materializzato e fatto devozione.
Ultima ascesa...
...fino alla torre svettante...
...da dove si rubano scorci di lago.
Orologio alla mano, è tempo di ripartire. Non prima di 4 chiacchiere con l'anziano barista dell'unico bar aperto (e presente), sul ciglio del centro storico.
Proprio mentre da fuori si fa notare un'altra moto appena arrivata, col cavaliere intento ad armeggiare e farsi notare con lo stereo di bordo.
Barra a nord, si rientra.
Valnerina, 1000 occhi al paesaggio (ed altrettanti ai velox 😛 ), ultima sosta nei pressi del Clitumno :wink: .
Ma per oggi s'è dato, il resto è altra storia.
E ci sono tanti tanti amici da accogliere a breve!!!!! :yeah:
:thumb: