Bel film, realistico quanto può esserlo una superproduzione di Hollywood. L'ho visto con piacere e rimpianto.
La cosa che mi ha sempre lasciato interdetto, di Lauda, è la sua "bipolarità" umana. Chiunque ne parli (soprattutto tra quelli che lo hanno conosciuto poco, o non lo hanno conosciuto affatto) si rifugia nel cliché del "pilota-computer", freddo, cinico, praticamente una calcolatrice capace di guidare una Formula 1. E qualcuno arriva anche a ribadire il concetto che si, era bravo al volante, ma fuori dall'abitacolo era un po' stronzo, anzi un po' tanto.
Io però, confortato dalle testimonianze di pochi che lo hanno frequentato davvero, mi sono sempre chiesto se un computer, un arido calcolatore, avrebbe mai rimesso il culo (le sue chiappe sensibili...) dentro un abitacolo, dopo il Nurburgring. E la risposta, quella che mi sono dato, è sempre la stessa: per riprendere in mano quel volante Lauda doveva avere dentro una passione, un coraggio, un cuore davvero oltre ogni immaginazione. E questo, probabilmente, spiega anche perché fosse un Campione.