Venerdì 8 marzo ho fatto il giro del lago di Como con puntatine a Esino Lario fino all’Alpe Cainallo 1.320 m s.l.m. e al Balcone d’Italia, Vetta Sighignola 1.320 m s.l.m.
Nei giorni precedenti il meteo aveva lasciato un po’ a desiderare facendo rimpiangere le giornate soleggiate di inizio marzo, mi fido delle previsioni che riferiscono di minime 2° e massime 14°, così programmo sveglia alle 5 per sfruttare il più possibile la giornata.
Alle 5.40 sono in strada con il serbatoio pieno e procedo sulla statale verso Oggiono alla volta di Lecco.
Temperatura fresca, buio e poca gente in giro, rimpiango un po’ di luce per godermi meglio la strada ma sono percorsi che ho fatto decine di volte e cerco di entrare nel mood del giorno: macinare chilometri in sella alla Royal, qualunque siano le condizioni.
Devio per Valsassina e imbocco la galleria, appena fuori al bivio per i piani d’Erna vengo accolto da un muro di nebbia e lieve pioggerellina ghiacciata, temperature che sfiorano lo zero e abbigliamento invernale che cede al freddo…mi devo impegnare per “godermi la strada”.
Sulla provinciale a Ballabio mi decido a fermarmi nel primo bar per qualcosa di caldo e per indossare il kit anti pioggia, e qui il mood On the Road si allontana ancora un po’: mi accoglie una donna non più giovanissima ma con degli argomenti di tutto rispetto, soprattutto mentre preparava caffè e cappucci…il viaggio sarebbe potuto finire lì con me che mi facevo preparare la qualunque pur di far usare la macchina del caffè alla panterona…
Sono le 7.20 e riparto alla volta di Esino Lario, tralascio la visita alla Casa Rossa di cui sono venuto a conoscenza su questo forum perché le condizioni stradali e meteo non invogliavano a soste contemplative.
Tra pioggerellina e nebbia proseguo inerpicandomi su una strada bagnata, spesso dissestata e con detriti grandi come meloni in mezzo alla carreggiata.
Panorama praticamente invisibile, ma arrivo fino all’Alpe Caniallo dove la visuale si apre e posso tirare un po’ il fiato con i primi raggi di sole.
Dopo qualche foto e una sosta biologica en plein air comincio la discesa verso Varenna, attraversando graziose località con viste spettacolari sul lago ma non posso fare a meno di pensare che, seppur trovandomi a pochi chilometri da capoluoghi di provincia, qui in questo periodo regni la desolazione, la quasi totalità delle abitazioni chiuse e non una persona per strada, bisogna farci l’occhio.
Faccio un primo test con la action cam piazzandola sul petto e dopo un tot di strada mi rendo conto che mi sono filmato il contachilometri.
Sono quasi le dieci e il giro prosegue, sento il bisogno di ricaricare le energie e comincia la ricerca di un bar per fare colazione, un bel bar luminoso con parcheggio davanti alla vetrina per una bella colazione ammirando la moto…ma mi devo accontentare del primo posto che trovo…con brioches che hanno visto tempi migliori.
Alle 10.30 dopo la colazione così così mi ritrovo già a sognare un bel pranzo in riva al lago ma manca più di un’ora al Balcone d’Italia, decido di pranzare dopo la visita lì perché non voglio trovarmi con i tempi stretti sulla via del ritorno.
Intanto la batteria del cellulare è al 60% e io non ho ancora fatto la metà del tragitto, ormai mi sento perso senza telefono e spero di trovare in zona un ristorante dove fare il pieno di elettroni.
Per fortuna poche centinaia di metri prima della meta trovo un cartello “Baita aperta tutto l’anno BIKERS WELCOME”, sinceramente non ci speravo più di tanto visto che in giro non ho incrociato una sola persona e invece … baita davvero aperta carica del cellulare e pranzo come si deve: pappardelle al ragù di cinghiale, birretta, meringa caffè e grappa.
Foto di rito al Balcone, nonostante la foschia il panorama è spettacolare, ovviamente mi riprometto di tornare quando le condizioni meteo saranno migliori.
NELLE FOTO SOTTO Lago di Lugano e Lugano
Da qui punto il navigatore verso casa, la stanchezza della giornata mi costringe a fare i conti tra percorrenza, tempo a disposizione e dolori vari alle spalle e alla schiena.
Taglio il passaggio a Bellagio e la salita al Pian del Tivano deviando direttamente per Como.
Nuovo test con l’action cam stavolta applicata al serbatoio con la ventosa, mi stupisce come possa tenere a lungo, infatti dopo qualche chilometro si stacca, per fortuna dietro di me un paio di macchine riescono a non schiacciare l’aggeggio e riesco nel recupero.
Esperienza action cam archiviata per questa volta, i video sembrano buoni, soprattutto quelli dal petto, dovrò fare altre prove ma i risultati sono incoraggianti.
Bilancio della giornata sicuramente positivo nonostante qualche difficoltà iniziale dovuta alla mia ingordigia; la levataccia il buio, il freddo e la pioggia hanno causato un dispendio di energie eccessivo nei primi chilometri e dopo è stata tutta in salita.
Probabilmente è anche una questione di allenamento perché venivo da un mese senza moto e una settimana di percorsi casa-lavoro che non mi hanno adeguatamente preparato a una gita di 12 ore e 305 km.
La Royal è stata un orologio e ha dato bella mostra di sé sulle strade del lungo lago.