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QUINT MI CHIEDE COME SI FA
Veniamo al dunque, questo è il post più importante per i principianti, insieme ad un prossimo dal titolo "metodo giddì". Il succo è lo stesso, ma in questo post si affronterà un caso specifico, mentre nel "metodo giddì" ci sarà il riassunto in pochi passaggi dei principi in generale e per tutti i casi.
Supponiamo che Quint abbia lo stesso identico serbatoio del tipo in video e voglia restaurarlo perfettamente, di un giallo brillante, proprio come nel video.
Lista della spesa, da farsi rigorosamente del tratto lavoro/casa (perchè Quint è preciso, ma è anche pigro, di quella pigrizia che è figlia dell'efficienza):
1) 2 bottiglie da 1,5 litri di coca del discount, controllare per scrupolo che tra gli ingredienti ci siano "acido fosforico" e "acido citrico", ma ci sono. Una da mettere in frigo perché i lavori manuali fanno venire sete e l'altra la lasciate aperta sotto il sole, perché si sgasi un pò;
2) due manciate di brecciolino o qualsiasi granaglia offra il cortile del vicino o il giardinetto pubblico;
3) colla epossidica 2 componenti (io ho personalmente testato l'"acciaio rapido" di bostik, ma se volete sperimentare dovrebbe andare bene anche quella che è in vendita ora da lidl "superstrong" o quello che vi pare, purchè ci sia scritto che resiste a benzina e solventi);
4) una rondella o un bulloncino di diametro estrerno un pò superiore al buchetto nel serbatoio, purché zincati (è importante che siano zincati);
5) un pacco assortito di carta abrasiva per metalli, da usarsi anche ad acqua. Le misure che più si useranno in questo lavoro sono la 120 e la 400, ma serviranno anche le più sottili che riuscirete a trovare (diciamo 1500, 2000, ma qualcuno ha anche la 3000 ed esistono fino alla 5000);
6) un convertitore per metalli (potete usare anche il ferox, ma costa un botto, meglio la bottiglia da un litro del ferramenta, che si usa per il trattamento dei ferri da edilizia e che costa 8€ un litro);
7) della lana d'acciaio, "00" o "000";
8) stucco per carrozzeria con indurente;
9) solvente acrilico o "universale";
10) una bomboletta di primer antiruggine;
11) una bomboletta di stucco spray;
12) una bomboletta di fondo isolante, preferibilmente di colore grigio chiaro (esistono bombolette che fanno sia da primer, che da fondo, che da antiruggine, che da riempitivo, ma io tenderei a distinguere i passaggi e i colori; in genere per finiture chiare sarebbe preferibile un fondo chiaro, per colori scuri un fondo scuro);
13) una bomboletta di colore scuro, del colore che preferite e che costa meno (nero, blu,chissenefrega);
14) due bombolette del colore finale desiderato, subito lucido. Per le bombolette consiglio vivamente di prenderle tutte della stessa marca e linea, io mi sono trovato molto bene con Macota (che hanno tutti i ricambisti), ma l'ultima volta che avevo a disposizione solo un negozio dei cinesi sono rimasto molto stupito dell'assortimento e sono rimasto contento del risultato finale. Attenzione però, un conto è un bianco fiat 210 o un comune RAL bianco lucido (che hanno cani e porci), un conto è il giallo figo che vuole usare Quint o una tinta simile a quella della vostra moto. In questi casi tenderei a spendere un pò di più anche se non è detto che bomboletta costosa=vernice ottima, ma meglio stare dalla parte dei bottoni e, se dovete avvicinarvi di tinta, fare prima delle prove su qualche lamierino di riscontro (vanno benissimo le lattine di birra, sulla superficie preventivamente carteggiata per vedere il colore e sul fondo per vedere i tempi di asciugatura e se il pigmento si deposita in caso di concentrazione).
Per un colore pastello non è necessario il trasparente, anzi, almeno per un lavoro hobbistico, è altamente sconsigliato.
ESECUZIONE: trattamento antiruggine e turafalle
1) Prendere il serbatoio e con una spazzola metallica o con una grana grossa, diciamo 80, dare una carteggiata vigorosa all'esterno e cercare di individuare con esattezza eventuali forellini o bolle di ruggine sospette.
2) Se ci sono ammaccature, con una leva ricurva, dall'interno, provare a spingerla fuori. Può essere utile riscaldare la parte con un cannellino a gas, ma non prima di aver riempito e lavato il serbatoio con abbondante acqua.
3) Individuati i forellini e allargateli un pò con una limettina, meglio se lavorata in obliquo, per dare al foro la forma "ad imbuto" con la parte stretta verso l'esterno. Lucidate e scoprite il metallo intorno al foro con una 120. Tappate provvisoriamente con del nastro telato sulla parte lucidata.
4) Smontate il rubinetto e tappate il foro come sopra o come vi pare.
5) Se il serbatoio fosse stato molto sporco o arrugginito dentro (ma non mi pare), avrei consigliato prima di sgrassarlo con acqua calda e un paio di cucchiai di soda caustica o sgorgante per lavandini o con una bottiglia di sgrassante casalingo di quelli con fosfati >5% (per dilatare, ammorbidire e favorire il distacco di ruggine e sporco), ma nel caso di Quint si può saltare questo passaggio e mettere subito la coca nel serbatoio insieme al brecciolino o alle minuterie che vorrete ficcargli dentro.
6) A questo punto dipende da quanta voglia avete di sbattervi. La pratica più efficace è quella (una volta tappato il serbatoio) di scuoterlo energicamente una decina di volte, girandolo e rigirandolo e poi di farlo riposare una decina di minuti, per poi riprendere a scuotere, finché non vedrete scompare ogni traccia di sporco o puntini di ruggine dal fondo del serbatoio illuminato a torcia elettrica.
7) Finita la fase di rimozione meccanica bisogna continuare quella di trattamento chimico. Svuotate e risciacquate il serbatoio e mettetelo dentro un catino o su un piano che non vi importa di sporcare, versategli dentro il convertitore di ruggine (non tutta la bottiglia, bastano un paio di bicchieri) e tappate il serbatoio.
Preliminarmente, con la lana d'acciaio, strofinate energicamente il convertitore anche all'esterno, poi prendete un bel rotolone di carta assorbente, incartate completamente il serbatoio e fissate l'imballaggio con dello spago (potete fare anche un bel fiocchetto che fa tanto natale). Imbevete di convertitore di ruggine tutto l'incartamento e andate a fare i fatti vostri. Ogni tanto ritornate a girare e rivoltare il serbatoio e ad intingere ed umettare la carta assorbente se nel frattempo asciutta. Potete anche lasciare riposare tutta la notte e continuare il giorno dopo, ma dopo un paio d'ore il convertitore avrà già fatto il suo lavoro.
8) Una volta svuotato il serbatoio dal convertitore lavatelo benissimo, dentro e fuori, con abbondante acqua (meglio se calda) ed asciugate perfettamente, aiutandovi possibilmente con l'aria compressa. Vedrete che anche i punti che prima erano stati spazzolati e lucidi, risulteranno bruniti e opacizzati, va bene così.
9) In corrispondenza dei buchini da tappare ripassate la carta 120 a secco e le limetta, poi cercate di spingere il foro in dentro con una martellatina (creando un piccolo cratere, un'ammaccatura, che permetterà di stendere un film sufficiente di colla epossidica) e infilate uno spago o un filo d'acciaio del foro fino a farlo uscire dal tappo. Pulite ovviamente tutto dalla polvere (se non avete detergente antisiliconico va benissimo l'alcool) e mordenzate una goccia di colla bicomponente. Infilate la rondella zincata o il bulloncino zincato nel filo e lasciatela cadere a contatto con il foro dalla parte interna. Tirate fuori due o tre centimetri di filo e cospargetelo di colla (come si fa per ingrassare il cavo del freno della bicicletta) e fatelo andare dentro e fuori. Appena la colla inizierà (dopo 5-10 minuti) a fare presa estraete il filo dall'esterno, posizionate il serbatoio in modo che il bulloncino stia per gravità sul vostro foro e lasciate asciugare la colla.
Ora una spiegazione è d'obbligo: non interessa che il bulloncino sia perfettamente incollato, a noi interessa che sia appuntato e il foro centrale lasciato dall'estrazione del filo servirà per incollarlo meglio dopo, per creare una controparete alla nostra riparazione. E' fondamentale che sia zincato perchè costituirà il nostro "anodo sacrificale" (cercate su wiki) scongiurando la formazione di ruggine sullo stesso punto.
9) Una volta asciugata la colla dentro, provvederete a tappare per bene "fuori". Altra grattata con 120, altra pulita, e nel cratere metterete una goccia di colla bicomponente, cercando con uno stuzzicadenti o un ago di infilarne un pò anche dentro. Un altro trucco che faciliterà la successiva fase di carteggiatura e stuccatura: appena la colla incomincia ad indurirsi seriamente (diciamo dopo 20-30 minuti) mettetegli sopra un pezzo di nastro adesivo trasparente (perfetto quello per imballaggio), vedrete che quando lo toglierete (dopo qualche ora) la colla sotto sarà perfettamente stesa, uniforme, solida è già praticamente pareggiata. Vi assicuro che questo metodo è migliore, molto più economico, più efficiente e più selettivo della Tankerite e da me personalmente testato e perfezionato.
ESECUZIONE: preparazione del pezzo per la verniciatura, applicazioni fondi e carteggiatura
Se non vi rivolgete ad un professionista (in alcuni casi non solo è consigliabile, ma anche economicamente vantaggioso), ma volete fare un lavoro anche più accurato, dovete trasformare i vostri limiti in punti di forza e i vostri punti di forza sono la lentezza e l'olio di gomito.
Non abbiate fretta. L'interno del vostro serbatoio è stato passivato dal convertitore ed è totalmente asciutto, date alla colla il tempo di asciugare in maniera perfetta, io direi anche due o tre giorni (alcune fanno più presa ad alte temperature, ma consiglio di scaldarle il giorno dopo e di farle asciugare con lentezza).
1) Pareggiate grossolanamente l'eventuale eccesso di colla, date una veloce ripassata su tutto il serbatoio di carta 120 a secco e ripulite da ogni traccia di polvere, con aria compressa e passando uno straccetto antistatico con detergente antisiliconico o alcool.
2) Prendete la vostra bomboletta di primer e passatelo su tutta la superficie che dovrete verniciare. Non è importante che diate due mani e nemmeno che facciate un lavoro perfetto. Se date due mani, datele entrambe leggere: il primer serve come fondo adesivo ed è bene che non faccia spessore.
3) Asciugato il primer (leggete la bomboletta, ma io direi almeno 2 ore), preparate e stendete lo stucco. Un consiglio: preparate lo stucco un pò per volta e non abbiate timore ad usare il catalizzatore, prima si asciuga e meglio è. L'importante è che sia ben miscelato e che sia steso immediatamente. Appena incomincia ad indurirsi buttatelo via e preparatene altro. Prima di dare una successiva passata di stucco, aspettate che la precedente sia asciutta (almeno 30 minuti).
4) Secondo la vostra capacità e manualità, cercate di pareggiare e rifinire ogni passata di stucco, le successiva rimedierà ai difetti della precedente. In questa fase potete anche usare elettroutensili, ma l'esperienza ve la fate con un tampone e la carta a secco. Usate carta grossa, tipo 120 e non abbiate paura se arrivate al metallo. Il metallo è il segnale del livello.
5) Una volta che vi pare di avere stuccato perfettamente, sui punti scoperti del metallo ripassate un velo di primer come sopra.
6) Se siete dei perfezionisti e ci sono dei segni o delle imperfezioni leggere, potete passare sui punti interessati dello stucco spray.
7) Una volta asciugato perfettamente il primer e l'eventuale stucco spray, date una carteggiata leggera ma uniforme max 400, pulite e detergete e sarete pronti a passare il fondo.
8) Dato che non stiamo usando tecniche da carrozzeria tra una fase e l'altra può passare anche molto tempo, ma il principio (più volte ribadito) è che affinchè la vernice faccia presa su un supporto secco, questo deve essere ruvido. Questo vale sempre e per il fondo a maggior ragione, perché è fatto per essere a sua volta carteggiato.
9) Il fondo potete passarlo alla cazzo, non preoccupatevi se si attacca polvere o cola, anzi è il vostro banco d'esperienza. Il principio, comunque, sarebbe sempre di dare prima una sventagliata leggera e poi una o due mani più insistite.
10) Lasciate asciugare il fondo e poi correggette ogni imperfezione con carta abrasiva, in base alle imperfezioni. L'ultima passata di carta abrasiva (sempre max 400) dovrà lasciare il supporto perfetto e uniforme. Se arrivate a sfondare il fondo o il lavoro fa schifo, niente paura, ripassate una o più mani e ripetete il procedimento.
11) ATTENZIONE: trucchetto salvavita. Vi renderete conto che quello che voi pensate essere un lavoro perfetto non lo è solo quando stenderete il colore, ma allora sarà un problema rimediare, quindi c'è una soluzione. Sul fondo finito e asciutto data una sventagliata leggera (praticamente puntiforme) di una qualsiasi vernice molto contrastante e lasciate asciugare. Questa tecnica è detta del colore "spia" ed evidenzierà ogni difetto. Una volta asciutta questa vernice carteggiate a mano o tampone, sempre a secco e sempre a 360-400, vedrete che dove ci sono delle depressioni o dei rigonfiamenti la vernice spia, rispettivamente, tenderà a resistere o si leverà subito. In un fondo perfettamente steso la vernice spia si toglie con una sola passata di carta abrasiva da tutto il supporto.
ESECUZIONE: verniciatura
Adesso che in fondo è perfetto potete stendere il colore.
Come si stende il colore l'abbiamo detto (mani uniformi, continue, si inizia e si finisce a spruzzare fuori dal pezzo, si sovrappongono le passate per 3/3).
La prima mano datela leggera, poi le altre ugualmente più insistite.
Se la mano vi viene bene, aspettate che la vernice appassisca (cioè diventi opaca e non attacchi al tatto, vi ho detto del trucco della piuma) e date la successiva.
Non necessariamente una verniciatura "spessa" è una buona verniciatura (anzi), quindi non abbiate scrupolo di consumare tutta quella che avete comprato.
Se invece si sono problemi, si attacca polvere, un capello o cola il colore, niente paura, aspettate due o tre giorni, carteggiate con la solita 400 e ridate una mano.
Da dire che, se date le mani uniformemente, eventuali granelli di polvere o pelucchi, tendono a galleggiare e una volta asciugata la vernice vengono via senza quasi lasciare traccia.
Buccia d'arancia o gocce, se dopo la carteggiatura lasciano il supporto a macchie, necessitano una nuova passata.
Dopo l'ultima mano, se il lavoro vi soddisfa, lasciate asciugare anche molti giorni (io addirittura, dopo cattive esperienze con la lucidatrice, ne aspetto almeno 15) e sarete pronti per la sfavillante lucidatura.
LUCIDATURA
Ecco, questo è finalmente il paragafo che Italo aspettava (scusami se ci sono arrivato dopo tante chiacchiere), ed è la fase che darà l'aspetto finale ed il voto al vostro lavoro.
Conoscendo Quint e la sua meticolosità, il risultato sarà molto migliore di quello del tipo del video (e non abbiamo dovuto rischiare col trasparente).
L'obiettivo è una lucentezza profonda, senza riflessi, dove ci si può specchiare senza distorsioni.
Il procedimento è lo stesso che usavano gli argentieri medioevali per fabbricare gli specchi, si va con levigature sempre più fine. Usando prima le carte abrasive, poi le paste, poi il polish, infine le cere.
Bisogna sapere però cosa si usa.
Non fate come un mio amico a cui ho prestato i tamponi 3m con la 4000 e poi ha ripassato con pasta abrasiva (di fatto più aggressiva).
Esistono una marea di prodotti, i migliori hanno anche una scala granulomerica, esistendo paste abrasive e polish di vari gradi abrasivi.
In definitiva con una carta, un polish e una cera potete fare un lavoro perfetto.
Evitate di usare, almeno le prime volte, le lucidatrici orbitali o (peggio ancora) i panni di gomma o di ovini vari su trapani o levigatrici orbitali: fareste solo dei danni. Se proprio non volete faticare usate a bassi giri, con la vernice asciutta da un mese e nebulizzando acqua per raffreddare.
Il modo migliore e più soddisfacente, però è a mano.
A questo punto è arrivato il momento di usare le carte abrasive ad acqua.
Potevate farlo anche sul fondo o sullo stucco, in verità, ma ho parlato in un altro post delle controindicazioni e in quel post avevo detto che una carta "ad acqua" morde quasi il doppio "di una carta a secco": una 500 a secco equivale in prativa ad una 1000 ad acqua.
Incominciamo così proprio con una 1000 ad acqua. Altro trucco: usate due bacinelle, in una pulite la carta, nell'altra la bagnate prima di ripassarla sul pezzo; in entrambe mettete qualche goccia di detersivo per i piatti.
Dopo aver passato la 1000 uniformemente andate con la 1500, poi con la 2000. Bastano poche passate, senza calcare troppo, la carta già aderirà al pezzo e non copiate le irregolarità della mano. Continuate fino alla più fine che avete e poi ricominciate a secco con la metà della più fine usata ad acqua. Quindi se avete fino a 3000, passate a secco 1500, poi 2000, poi 3000. Non abbiate paura se vedete opacizzarsi o fare polvere, vi basterà passare una spugnetta umida per vedere che in realtà state lucidando.
Finite le carte (se le avete usate finissime, oltre la 2000, non occorre la pasta abrasiva) passate il polish con un panno di lana prima e il cotone idrofilo poi. Qui dipende dalla vostra voglia e tempo, potete anche prendere un polish delicato e usare solo quello o prenderne di due o più gradazioni.
Finito col polish (che comunque contiene solventi), non fate l'errore che tutti fanno di asciugare con un pezzo di carta e passare subito la cera. Il pezzo va sempre pulito e sgrassato con detergente prima di passare la cera (ma ogni prodotto ha le sue indicazioni sulla confezione). Io personalmente odio la cera e penso dia dipendenza, ma è uno sfizio quasi obbligatorio, dopo tanto lavoro.
Prima di rimontare il serbatoio sulla moto, o se lo si vuole conservare, occorrerà, rispettivamente fare un lavaggio interno con benzina pulita, o conservarlo nebulizzando dentro del wd40, stando attenti a non sporcare o rovinare la vostra brillante verniciatura.