andrea65s
Sabato scorso ho fatto un giro in solitaria in Val del Mis.
E’ necessaria una premessa: la mia lunga esperienza su due ruote consiste in 30 anni di scorazzamenti in mountain bike su e giù per Alpi e Prealpi Venete, trentine e tanti altri posti. Mai guidato prima di adesso neanche un motorino. Quindi, una volta deciso di comprare la moto, la scelta è caduta sull’Himalayan anche per la sua versatilità e la possibilità di affrontare strade bianche e qualche modesto sterratino.
Ciò premesso, ad un certo punto della gita, decido di fare una puntatina esplorativa a “California”, paesino di minatori abbandonato da decenni. Percorro un 2/3 km di strada bianca e apprezzo la guidabilità della mia maiala su questo tipo di terreno.
Ad un certo punto, causa un cartello di legno mal posizionato, inforco un viottolo cementato largo si e no 2 metri, con visuale occlusa da folta vegetazione parte per parte. Probabilmente il mio cervello deve aver elaborato “fondo cementato, nessun problema”, come avrei ragionato se fossi stato in mountain bike e per questo motivo non ho esitato minimamente, senza percepire alcun pericolo.
Peccato che dopo la prima curva la pendenza del viottolo si fa subito molto importante, direi un 30% occhio croce, di quelle che la bici tende a impennarsi. A causa della velocità, per quanto bassa che fosse, mi ritrovo con la moto sulla pendenza, con ovvia conseguenza di spingere sull’acceleratore per non fermarmi in precaria posizione. Oltrepasso un paio di tornantini ripidissimi continuando a salire alla ricerca di un punto pianeggiante per fermarmi. Finalmente dopo un 5/seicento metri un tornante un po’ più ampio mi consente la sosta. Nel frattempo il fondo stradale era decisamente peggiorato con ghiaia sparsa, rami secchi, fogliame e quant’altro di scivoloso si possa trovare nel sottobosco.
Giro la moto per scendere, e guardando la discesa, ho la netta sensazione di essere sulla sommità delle montagne russe. Neanche il tempo di posizionare la moto in discesa, la ruota anteriore scivola immediatamente di lato, e la moto cade. Non so in che modo io sia sceso, fatto sta che mi sono trovato a fianco della moto, regolarmente in piedi.
Sorvolo sulle imprecazioni … Mi metto subito a cercare di sollevarla. A causa della pendenza la ruota posteriore era alta da terra e la moto poggiava sulla ruota davanti, sul telaio a fianco del serbatoio e sulla pedana, sul lato sinistro.
Ora dovete sapere che sono un tipo longilineo, magro magro di 65 kg, cosa utilissima per la mountain bike, un po’ meno per tirar su la moto di 180 kg e passa. Con sforzo sovrumano e con la schiena che urla aiuto riesco a sollevare la moto si e no di 10 cm. Dopo 4/5 tentativi andati a vuoto, desisto, decidendo di andare a chiedere aiuto.
Per non tediarvi con un racconto troppo lungo, la seguente ora è andata così:
1) Scendo a piedi fino al punto dove avevo notato alcune macchine parcheggiate, nella speranza di trovare qualcuno che magari stava a prendere il sole al torrente. Non si trova anima viva. Procedo in più punti nei dintorni, compreso il paesino abbandonato, senza vedere nessuno.
2) Torno alla moto per andare a recuperare i documenti con l’idea di portarmi sulla strada asfaltata a chiedere aiuto.
3) Provo altre 4/5 volte ad alzare la moto, con risultato di compromettere sempre più seriamente la schiena
4) Prima di scendere, decido di provare a salire un po’ (da qualche parte la gente delle macchine in sosta sarà pure andata, no?). Dopo pochi metri un trivio di sentieri con cartelli annuncia: 2,40 ore di cammino per una meta, 2,30 per un’altra, 30 minuti per la terza.
5) Imbocco il sentiero dei 30 minuti ma mi fermo subito: dove c…zo vado per un sentiero segnato male, senza cartina, alla fine del quale non magari non trovo nessuno?
6) Ridiscendo per andare in strada asfaltata.
7) Guardo al moto stesa in malo modo …. Provo ancora una volta …. Sforzo sovrumano, occhi fuori dalle orbite, schiena che si spezza e …. Miracolo la moto si alza di 20 cm. Riesco a posizionare un polaccio sotto la moto e fare leva anche con quello …. Si si si … ce la faccio , la moto è in posizione retta !!!!
A questo punto, rischiando di cadere a causa della posizione oltremodo precaria per la pendenza, riesco a salire, rendendomi subito conto che la discesa avrei dovuto farla a motore spento, visto che le chiavi erano nello zaino che era per terra. Quindi, con entrambi i piedi puntati per terra, sfruttando il freno davanti e il freno-motore spento, piano piano sono riuscito a portarla al termine della discesa.
Posiziono la moto sul cavalletto, torno su a prendere zaino e casco che avevo lasciato per terra e, prova della verità, verifico se la moto si accende, temendo che quei giri motore fatti da spenta potessero in qualche modo averla ingolfata/danneggiata.
La maiala parte al primo colpo, senza il minimo tentennamento!!!
Penso: “Grande Maiala, Grande!!!” Cerco di mettere la prima (una volta accesa ho scoperto che era in seconda) , il piede va a vuoto, abbasso lo sguardo e…
e…
e…
ma dove c..zo è la leva del cambio? Eppure prima l’avevo vista, col suo batti scarpa della Tucano che si era rotto.
Guardo meglio e vedo che la leva era rovesciata, praticamente sopra la pedana, all’altezza del tacco. Cerco di riportarla in posizione, ma provandoci, mi rendo conto che riuscivo solo a cambiare marcia.
A questo punto provo a guidare con la leva così: per salire con le marce occorre tirare un calcio in avanti, per scalarle è più semplice, basta spingere giù di tacco.
Mi porto sulla strada asfaltata per poi fermarmi su una piazzola ombrosa, ad osservare sta leva del cambio. Capisco che probabilmente basterebbe svitare i bulloni, liberare la leva, riposizionarla e riavvitare i bulloni, ma non ho con me alcuna chiave.
Visto che riuscivo a guidarla, decido di tornarmene verso casa per portarla immediatamente dal concessionario visto che essendo sabato era aperto.
A calci e colpi di tacco percorro i circa 100 km, cercando di immaginare cosa avranno pensato i vari motociclisti che incrociavo, quando mi vedevano cambiare con un calcio!
Alle 15.30 sono dal concessionario il quale sbalordito mi chiede come ha fatto la leva a ribaltarsi come un calzino senza che nulla si ria rotto … Ah saperlo … in 5 minuti mi riporta la moto col cambio perfettamente in ordine.
Unico problema si è un po’ storto il manubrio, bisognerà cambiarlo. Al momento il pezzo non è disponibile. Pazienza. Aspetterò il necessario, intanto tra domenica e oggi mi sono fatto altri 150 km, ma in strade rigorosamente asfaltate, stavolta!
p.s. i miei poveri muscoli mi hanno fatto un male cane per circa 24 ore, in particolare la schiena e il pettorale destro, ma l’allarme è decisamente rientrato.
Slowhand
Quint89 wroteSe posso darti un consiglio da Novellino a Novellino: bazzico spesso strade in pendenza e per fare "dietrofront" trovo molto utile girarmi "in retro"piuttosto che effettuare un giro rischiando di sbilanciarsi... oltretutto con un Po di ghiaia e la pendenza si rischia di cadere e farsi male.
Ecco, questo mi sembra un saggio consiglio. Vale soprattutto per chi come me (che non sono neanche più magro... :/ ) non è un gigante, e quindi non può contare più di tanto sul sostegno offerto dalle gambe, ma tutti quanti dovrebbero tenere presente che su terreno non solido una scivolata è sempre possibile, e a trovarsi sotto la moto è un attimo. E se si è da soli, beh, allora si che so' problemi.
Mi permetto di aggiungere un'altra cosa: sollevare la moto da soli, soprattutto se non è un cinquantino di plastica, è difficile, ma non impossibile; non è detto che ci si possa riuscire (oltre al peso, incidono tanti altri fattori, tra i quali -ad esempio, come nel tuo caso- la pendenza della strada), ma sollevarla "di schiena", come hai provato a fare tu, non riesce quasi mai (a meno che tu non sia Tyson). Quasi sempre bisogna cercare un appoggio solido e "lavorare" di gambe e braccia, usando la schiena come supporto rigido; e, nel caso di posizioni scomode o moto pesanti, procedere per gradi, senza strappi. Se poi, come alla fine sei riuscito a fare, trovi anche un "qualcosa" da usare come leva, o un supporto per adagiarla in una posizione "intermedia", allora, lavorando con calma, si può fare quasi sempre. Certo, c'è moto e moto, ma con le nostre (anche la Mayalan) non è impossibile.