In effetti ogni tipo di saldobrasatura (i nostri telai sono saldobrasati elettricamente) soffre dei processi metallurgici che si mettono in atto nella escursione termica dalla temperatura ambiente, alla temperatura di fusione e il ritorno alla temperatura ambiente. Trattandosi di acciai da costruzione (quindi non "ferro semplice"), contenenti carbonio e probabilmente cromo, esiste il concreto rischio che il rapido passaggio dalla temperatura di fusione del processo di saldobrasatura provochi la formazione di zone fragili, dove si creano delle zone cosiddette "martensitiche", ovvero dure ma fragili (zone "temprate"). Normalmente si formano nelle zone dette ZTA (Zona Termicamente Alterata) che sono alle estremità delle saldature (dove l'acciaio una volta raffreddato assume una bellissima colorazione bluastra) ed è un vero e proprio processo di tempra, dove i precipitati di carbonio non hanno tempo di diffondersi nel materiale e le strutture cristalline dell'acciaio da alfa, a freddo, si modificano in gamma da caldo, e se non gli si dà il tempo di tornare a struttura alfa, restando gamma sono fragili, ma dure. Poi le vibrazioni, poche o tante che siano, fanno il rimanente.
Nella costruzione di strutture in acciaio, dove il materiale di costruzione è molto simile al materiale dei nostri telai, è vietato saldare se l'operatore e relativa zona di lavoro, sono sottoposti a vento superiore ad una ben precisa velocità, oltre che per evitare il danno del bagno di fusione, anche per il repentino raffreddamento. In tal caso si devono creare capannine apposite che proteggano l'area di lavoro.
In questo ha fatto scuola la Chicago Bridge per aver standardizzato la costruzione dei serbatoi metallici ad asse verticale (sia a tetto portante che a tetto galleggiante).
Scusate il pappone... :gratt:
gil wroteVi racconto cosa successe alla fine degli anni sessanta in Moto Guzzi.
In quel periodo avevano appena iniziato a costruire il Dingo 50 e i primi esemplari rompevano il telaio in zona cannotto di sterzo vicino alle saldature.
Si scoprì, in seguito a indagini approfondite, che la causa delle rotture dei telai era dovuta al processo di saldatura "sbagliato".
In pratica i telai venivano saldati e poi subito dopo venivano messi fuori dal locale di saldatura, all'aperto, con uno sbalzo di temperatura notevole essendo il periodo invernale.
Ebbene, questo sbalzo termico repentino della zona di saldatura provocò l'immancabile rottura dei telai dopo poche migliaia di km di utilizzo normale.
Da allora in Moto Guzzi stanno attenti che le saldature dei telai avvengano in ambienti termoregolati in modo da evitare il più possibile sbalzi termici.
Ho saputo che addirittura stanno attenti alle correnti d'aria fredda per una porta del locale saldatura che si potrebbe aprire durante la lavorazione.
Queste notizie le ho raccolte di prima mano parlando con ex dipendenti delle officine di Mandello.