Eccoci qua, so che tutti attendete con ansia il reportage romano... :-)
Dunque.
Sabato pioveva di brutto. E' una premessa necessaria perchè spiega il motivo per il quale da UJR sono arrivato tardissimo, e la moto l'ho vista, toccata e "testata" solo in uno spazio interno e limitatissimo. Tral'altro, per le prove "su strada" sarà necessario aspettare mercoledì, e io non credodi poterci andare subito. Vabbè.
Seconda premessa (inutile per chi mi conosce, ma rinfrescare la memoria non fa mai male): è noto che io di tecnica, meccanica e affini non capisco un accidente. Quindi non vi aspettate commenti e critiche sull'alesaggio del monocamma o sul deviatore degli scarichi. Posso al massimo riferirvi quello che mi si dice, e -questo si- darvi la mia opinione estetica / funzionale.
Terza premessa, altrettanto nota: io non sono un appassionato del genere "cafe racer". Ne apprezzo (quando è il caso) le linee, le idee, lo spirito; ma non è roba per me.
E allora.
Bella, è bella. Io l'avevo già vista e "sezionata" al motodays (praticamente è rimasta uguale, salvo qualche piccolissimo particolare), e confermo che si tratta di una moto che non passa inosservata, che attira gli sguardi e che "incontra" il gusto praticamente di tutti. La colorazione rossa certamente aiuta, ma è fuori dubbio che in generale si tratti di un disegno riuscitissimo. E anche la marmitta (che nelle foto sembra essere ingombrante e invasiva) in realtà si armonizza benissimo, dando alla moto quel tocco di "moderno" che è -oggettivamente- necessario.
Sempre sulla marmitta: la parte finale dello scarico presenta un paio di saldature a cordone in bella vista, oltretutto evidenziate da una passata di vernice che interrompe vistosamente la cromatura. Esteticamente fa un po' l'effetto del "pugno nell'occhio", però il risultato finale (non so quanto voluto...) è da rivalutare, perchè fa nascere l'idea di una elaborazione successiva, di una "customizzazione" fatta in casa che, dato il genere di moto, è tutt'altro che fuori luogo. E poi, se qualcuno volesse svuotare il terminale, avrebbe già l'ingresso pronto... :-)
Le rifiniture non sono affatto male. Si è parlato tanto di una certa "indianità" della manifattura, ma è evidente che chi ne ha parlato o non ha visto la moto o si è fatto condizionare dal solito (inevitabile?) pregiudizio. Bulloneria, saldature, connessioni, attacchi: tutto è perfettamente in linea, e sembra in armonia con l'impressione generale.
Il sellino di serie (ormai è assodato) è un monoposto, comodo (nel senso che è una piazza e mezzo, tanto per capirsi) ma è monoposto. Il codino, così come i parafanghi, è in vetroresina: scelta di "leggerezza" (la moto è una piuma) e anche -per il codino- necessità di lavorazione, quelle forme sarebbero difficilmente raggiungibili, a livello industriale, con l'alluminio. Non sembra che le pedaline siano facilmente regolabili in posizione diversa, mentre la sostituzione del gruppo sella/codino con uno adatto al trasporto di un passeggero (e l'aggiunta delle relative pedaline posteriori) non dovrebbe presentare alcuna difficoltà. Un po' "pesante" è invece, a livello estetico, il familiare (per noi) maniglione di sollevamento, che oltretutto potrebbe dare fastidio all'eventuale passeggero. Poco male, è un bullone, a svitarlo ci riuscirei (forse) pure io.
Salirci sopra: qui il discorso si fa, evidentemente, molto personale. Data la mia scarsa frequentazione delle cafe racer, non so se la posizione di guida (peraltro testata da fermo, quindi tutta da verificare) possa essere comoda o meno. Io non sono altissimo (1.70), ho trovato comoda la posizione del busto (non è necessario sdraiarsi sul serbatoio...) e degli avambracci, grazie alla geniale idea di fissare i semimanubri sopra la piastra centrale, e non sotto. Mentre mi è sembrata un po' raccolta (diciamo così) la posizione delle gambe, con un'angolatura della caviglia non proprio rilassata. A ennesima conferma di quanto certe impressioni siano del tutto personali, l'amico Matteo (al quale rendo in altezza una buona 15a di centimetri) invece ha trovato "naturale, senza sforzo" anche la posizione delle gambe. Insomma, fermo tuttora il dubbio sulla possibilità di regolare le pedaline, è probabile che la risposta definitiva sull'abitabilità della GT sia tutt'altro che definitiva, e legata a una serie di fattori molto personali.
I piccoli spostamenti da fermo, a motore spento, che ho potuto effettuare hanno mostrato un peso ridotto e ben equilibrato.
Tornando a parlare in generale, non si può dimenticare che si tratta di una moto che costa 6.500 euro, e che -tra le altre cose- monta ammortizzatori Paioli e freni a disco Brembo; e che offre già ora diverse opportunità di personalizzazione. Insomma, non è la "mia" moto, ma -per conto mio- passa l'esame con un gran bel voto. In attesa della prossima prova su strada...
(Ho anche un'altra sorpresina... datemi un po' di tempo per assemblarla...)