martedì 8/10 pomeriggio..contrada del baccalà

serpico

Con Neo si pensava di incontrarci per cominciare a discutere e mettere su carta alcune proposte.. ma ogni occasione è buona per fare una passeggiata in moto. Il motivo principale non sarà il giro in moto ma più che altro l'incontro per poter superare i limiti della connessione internet potendo parlare bene e farsi una bella chiacchierata davanti ad almeno due pinte di birra (per me una guinnes o simile). Un incontro pomeridiano più o meno a metà strada.. un giretto e poi fare radici in un pub a parlare.
Ho guardato il meteo e sembra che martedì ci sia un po' di tregua.
Chi viene? Avete una possibilità di pomeriggio o tarda serata libera?

Neophytus

Per me va bene martedì 🙂

Canemitzo

La vedo durissima, ma magari fatemi sapere dove vi innestate e l'orario di permanenza.

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io di pomeriggio o la sera da me

Neophytus

Back wroteio di pomeriggio o la sera da me

Perché no? 🙂

frank-vr

Sarebbe stata una bella occasione per conoscervi e rivedere Serpico, ma domani sera sono impegnato. Alla prossima, 🙂

Neophytus

Sì, per una rimpatriata sarà meglio organizzare per tempo e magari per un fine settimana.

Comunque, a Giove Pluvio piacendo, Serpico ed io ci incontriamo domani pomeriggio per fare un po' di pettegolezzi 😉
Chi ha tempo e voglia per unirsi a noi...

Federico

domani pomeriggio non posso. sarà per la prossima.

serpico

Frank vr wroteSarebbe stata una bella occasione per conoscervi e rivedere Serpico, ma domani sera sono impegnato. Alla prossima, 🙂

Peccato frank.. ma verrai al raduno della anguilla a Comacchio?

Federico.. oggi ti ho spedito la maglietta.. visto che non si era certi intanto ce l.hapoi se riusciremo a vederci ti offrirò da bere :thumb:

WoL

Domani pomeriggio non se ne parla verso sera già più probabile, avevo un mezzo impegno ma vedo se riesco a spostarlo, ovviamente se riesco posso venire solo in macchina...

frank-vr

Adoro l'anguilla.... Ma non credo che Roberto riesca a consegnarmi la moto in tempo. Il motore è a posto, ma la sella è ancora dal sellaio e deve arrivare lo smiths da alfed uk.

serpico

E se vieni in t100? 🙂

WoL

Io non sarò dei vostri, arriverei tardi e staremo davvero poco assieme, non ha senso.
Sorry

serpico

Stanotte per venire a lavoro ho ipreso la moto... finalmente senza valigie. È un'altra vita... bella leggera e agile... che amore di motorella. Non vedo l'ora di vedermi con neo! 🙂

Neophytus

Abbiamo rimandato a domani.
E domani, pioggia o vento, con moto o senza moto, Serpico ed io ci si vede lo stesso perché c'è almeno da fare il punto sul Thumping Italy...

WoL

Stavo riguardando le date... Perché dal 25 al 2? Il 25?è domenica e il due lunedì...
Mah :gratt:
Poi non mi avete più detto se a san Gimignano avete avuto un riscontro positivo all'iniziativa.

Neophytus

WoL wroteStavo riguardando le date... Perché dal 25 al 2? Il 25?è domenica e il due lunedì...
Mah :gratt:
Poi non mi avete più detto se a san Gimignano avete avuto un riscontro positivo all'iniziativa.

Il 25 maggio è domenica, dunque chi si deve spostare per raggiungere Venezia ha a disposizione almeno un giorno. Il primo giugno è domenica e il 2 festa nazionale. Possiamo impostare la durata su sette od otto giorni, con almeno un giorno in più per il rientro alle rispettive basi. Totale, 5-6 giorni di ferie al massimo, dal 26 al 30 o 31 maggio.
Questa è scienza mio caro. Tutto calcolato. Qui si fa il Thumping o si muore 🙂

L'accoglienza è stata buona, il volantino preparato da una certa personcina era ben fatto assai 😉
Pensavo di dirne due parole nel mio "diario di viaggio", vediamo se viene giù qualcosa...

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ragazzi mi son perso spiegate meglio...? 🙂

serpico

Ieri visto che ormai ero in moto ho deciso di fare un "giretto".. fatte tutte strade secondarie e statali salendo verso le colline.
Prima una avanscoperta andando verso i laghi di Revine. Imboccando la val Lapisina ho notato che il meteo era più bello in montagna che in pianura e allora mi è venuto il colpo di matto.. ho deciso di seguire tutti i laghi e gli invasi artificiali che conosco nella mia zona per finire poi ad Erto e Casso sul lago del Vajont a commemorare i 2500 morti del disastro di cui oggi cade il cinquantenario.
Avevo un obiettivo.. rivedere oggi con gli occhi di 50 anni fa il territorio cercando di immaginare i luoghi, gli animi e lo scorrere della vita negli anni e giorni immediatamente prima del disastro. La bullet, ferma al 1950, mi aiutava nell'immedesimazione e le strade secondarie deserte di un pomeriggio lavorativo facevano da perfetto contorno creando il giusto contesto.
Il tutto inizia pasaando di fronte alle turbne di Castelletto...sul crinale di una collina vicino ai resti di un castelli che fu dei Da Camino. Successivamente si supera Vittorio Veneto infilandosi nella stretta della storica Serravalle (già di epoca Romana.. ma non è argomento di oggi) si imbocca la val Lapisina che apre la vista al Fadalto e alla provincia di Belluno.
Appena dopo un chilometro una strada sulla sinistra si immette nella valle perpendicolare girando dietro il monte Altare portando ai laghi di Revine. Placidi e tranquilli in una valle ampia rientrano spesso nei discorsi pieni di ricordi degli anziani.. di quando un tempo gelavano e ci si correva sopra con la 500 del papà, oppure di quando erano meta di villeggiatura e dei bagni estivi e del bicchiere di bianco in compagnia portando la morosa in Vespa.. e i turisti tedeschi che affollavano il campeggio ormai quasi deserto. I laghi di Revine riportano il pensiero anche alla Storia.. un sito archeologico rivela gli insediamenti dei paleoveneti (credo).
Ritorno indietro per imboccare la val Lapisina. La strada molto sinuosa si inerpica nella valle con tratti molto panoramici e srotolandosi fra una curva e l'altra crea il passo del Fadalto.. (noto per la stupidaggine di molti motociclisti dediti alla imitazione di Valentino Rossi per vincere la birra al bar rischiando la propria e l'altrui vita).
La valle purtroppo è stata deturpata dalla autostrada per Belluno che passa in mezzo sopraelevata di centinaia di metri mentre la vecchia strada scorre sinuosa sotto facendo gincane intorno agli altissimi pilastri di cemento armato. La mia sensazione personale ogni volta è la stessa... mi fanno paura e mi angosciano. Cerck di non guardarla e filtro lo sguardo solo sulla valle. La valle è stata sfruttata molto anche per scopi idroelettrici e salendo lo sguardo si apre dapprima su dei laghetti da pesca, poi sul lago Morto (il nome la dice lunga) con la sua torre (credo medioevale) e successivamente sul lago di Nove (dove sono state fatte tutte le prove e le simulazioni preliminari di frane sul Vajont. La strada a questo punto si inerpica seria su tornanti passando paesi e vecchie fornaci ormai in disuso e sbucando di colpo sul lago di Santa Croce. Ai piedi dell'alpago e alle spalle dell'altipiano del Cansiglio, anch'esso è sfruttato idroelettricamente e anche qui non so come arriva il Piave attraveeso canali artificiali. Il lago è enorme rispetto ai laghi visti fino ad adesso e lascia immaginare le dimensioni del lago del Vajont di quella.teribile notte del 9 Ottobre 1963. Una leggera pioggia.. ma anche freddo, penso sia colpa della imbottita lasciata a casa ma mi rendo conto che il freddo era dentro il mio stato d'animo del momento. I paesi semi abbandonati, le strade deserte, il continuo osservare la stupidità e avidità dell'uomo e l'immaginare quella massa di acqua tristemente tetra volare nell.arco di un minuto a centinaia di metri sopra la mia testa mi ha raggelato il sangue.
Da qui n avanti i pensieri si perdono n un breve tratto di strade veloci e indicazioni stradali a cui stare attenti ma si riprendono di colpo quando all'improvviso sbuco sulla statale per Longarone. La strada è relativamente nuova, costruita dopo il disastro. Qui il 10 ottobre era deserto di distruzione. I paesi, le strade, tutto.. spazzati via.. i soccorsi arrivarono di n elicottero e i volontari arrivavano al luogo dove geograficamente era Longarone, a piedi facendo 6 chilometri di sassi, macerie, desolazione e chissà cosa hanno trovato nel loro tragitto. La piana di Longarone adesso è fortemente industrializzata e moderna. L'occhialeria cadorina è quasi tutta qui.. falegnamerie attività edili e cementifici.. tutto moderno.. tutto, nella morsa della attuale crisi, quasi chiuso o boccheggiante.
La diga si vede lì ancora i tegra sulla destra a ricordare sempre quello che è successo. Imbocco la strada per salire ad erto e casso infilandomi nella valle del Vajont, passando a ridosso della diga all.interno di una galleria scavata sulla roccia. La galleria sbuca direttamente e immediatamente al di là della diga.. lo scenario è impressionante.. una montagna di frana al posto del lago. Non ce la faccio più. . Trovo un parcheggio. . Mi fermo.

continua

Neophytus

Che bella cronaca Frank.
Quei luoghi li ho attraversati in macchina diversi anni fa, prima di ascoltare il "racconto" di Paolini. Ricordo anch'io l'impressione che mi fecero la diga, l'autostrada con i piloni mostruosi... l'imperturbabilita' inquietante dei luoghi del disastro.

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