Pocapresia wrotePiano piano, i tortellini sono solo in brodo di cappone, ogni altra derivazione è da considerarsi straniera.
Detto ciò diciamo che ognuno interpreta la religione a proprio modo 😃
A casa nostra mia nonna e le sorelle facevano i cappelletti per Natale; brodo rigorosamente di gallina. Una volta si decise di dirimere la vexata quaestio: forse era meglio il brodo di cappone che alcuni tra gli zii più anziani ricordavano con la nostalgia della giovinezza? Detto fatto (non ci si spaventava davanti a certe piccolezze) la squadra da battaglia formata dalle suddette stabilì di preparare doppio brodo, per assaggio comparativo di tutti i presenti (tavolone da 25-30 persone, quorum ego, post-adolescente ormai in quota 100*). Risultato: negli assaggi "ciechi", solo un cugino riuscì a distinguere (consapevolmente) la differenza; altri indovinarono, ma non seppero dire perché. Nella mangiata successiva, il 100% dei presenti convenne che la differenza era infinitesimale, quasi quanto uno iota sottoscritto (questo lo dico io, a conferma che spesso si tratta di questioni religiose, più che di palato).
*"Quota 100" indica la fascia di previsione: ovvero il numero di cappelletti che ciascuno avrebbe, presumibilmente mangiato. Per la preparazione dei cappelletti, infatti, le strateghe della squadra stilavano l'elenco dei partecipanti e li suddividevano in fasce: chi ne avrebbe mangiati 20 (di solito bambini sotto i 10 anni e femmine adolescenti timorose per la linea -fattispecie che, in verità, in famiglia non contava molti esemplari, soprattutto a Natale), chi 50 (ovvero due piatti, quasi tutti) e la "quota 100", ovvero chi sarebbe andato oltre il secondo piatto (maschi adulti particolarmente golosi o affamati). Il risultato finale veniva conteggiato più volte (le signore assommavano un paio di licenze medie e poco più, e i calcoli non erano affidabilissimi), e poi maggiorato di una quota di sicurezza pari, più o meno, al 25% (visto mai che ci siano ospiti inattesi, o che qualcuno mangi un po' di più...). Essere considerato in "quota 100" rappresentava una sorta di rito di passaggio familiare, qualcosa come il passaggio dalla toga praetexta a quella virile.