"Anticipo" di 25 Aprile (martedì Sonia lavora e io suono - eufemismo 😛 - ) passata a spargere il verbo Royal in giro per curve e salite della vicina provincia di Perugia (dopo Gubbio, c'abbiamo preso gusto?? 😃 ); buono il tempo ma ancora forte il freddo (l'imbottitura invernale ed i vari "sottovestiti" termico/tecnici non sono stati decisamente di troppo, tutt'altro, anche a ridosso del mezzogiorno o durante le fasi "passeggio" della giornata).
Ultima scandagliata del meteo e dopo aver scartato le varie ipotesi costiere (dov'è prevista nuvolosità) lasciamo di buona (volutamente lenta) lena la patria di Trillini, Vezzali e Mancini confermando ancora una volta che la moto è il modo peggiore per trovare la distanza minore fra un punto A ed un punto B; prime curve ed arriviamo a toccare Cingoli (dichiarata "Balcone delle Marche" per via di un belvedere, così nominato, da cui si gode - per gli amanti del genere - una visuale a 360° gradi sulla "valle degli orti" AnconetanMaceratese; di qui, lungo provinciali dalle altitudini modeste, proseguiamo verso San Severino Marche.
Non ci sono scatti (nel senso di foto 😛 ) per questa prima parte del tragitto, per scelta: se a Camerino ad esempio la circonvallazione "circonvalla" bene evitando in modo pudico l'ampia "zona rossa", già a Castelraimondo i segni evidenti del sisma si presentano decisi, senza se e senza ma. Non ho (per fortuna!) avuto modo di vedere dal vivo zone appena bombardate, ma a Muccia posso quasi farmene un'idea. Si guida tra edifici completamente collassati a terra, la maggior parte dell'abitato, e solo la presenza dei pompieri in giro allontana un immaginario di guerra. Mando platealmente a quel paese dove "sapessi quanta gente che ce stà" due-tre macchine incolonnate che procedono a passo d'uomo per il più cinico dei "turismi da tragedia" (dentro indicano e fotografano a destra e sinistra, pronti chissà a postare e condividere certe prede da safari fotografico). Purtroppo la gran parte delle macerie ancora presenti tutt'oggi assomigliano ad un corpo inanimato a terra senza manco un lenzuolo pietoso a coprire; non continua il nostro thump thump verso sud, per fortuna (anche perchè a Visso la strada chiude del tutto), ma taglia verso Ovest.
Evitata come la peste la nuova superstrada scegliamo il vecchio tragitto per scollinare sull'altopiano di Colfiorito; qui l'altopiano, appunto, si presenta in tutte le sue caratteristiche tipiche: ampia distesa a perdita d'occhio, corona di vette a circondare, vento forte, campi su campi di patate e lenticchie. Prima sosta in un punto di ristoro...
...con la strada che si snoda dolce e pullula di motociclisti. Da qua la discesa a Foligno ed alla sua grossa zona industriale è rapida e piacevole; continuando per poco in direzione di Spoleto ci avviciniamo alla prima tappa.
I tanti filari (ovviamente ancora spogli) del Sagrantino ed il gran numero di olivi fanno da presentazione al borgo di Montefalco; parcheggiamo subito attorno alle mura.
Dall'ingresso del paese si presenta completa la vista della piana fra Perugia ed Assisi, col monte Subasio in fondo...
Il borgo è agghindato in rosa per l'arrivo imminente del Giringir... ehm, del Giro d'Italia 😛 (anche se spero per loro in qualche rattoppata all'asfalto in extremis - gli ultimi tratti vanno fatti con almeno 10 occhi - ). C'è, nonostante una grande presenza di turisti inglesi e tedeschi, una generale atmosfera riposata e fraccomoda...
😛 😃
...e la passeggiata scorre piacevole...
In piazza la scelta per spunti mangerecci è ampia: va per la maggiore ovviamente la porchetta della vicina Bevagna (l' "altra scuola", diverso condimento e cottura, rispetto a quella di Ariccia); chi non gradisce ha patate e cipolle di Cannara in tutti i modi possibili ed immaginabili, oltre ovviamente al vino Sagrantino letteralmente in tutte le salse (dalla purezza al... tiramisù).
Ultimo scatto al volo e si riparte.
Riavvicinati (e persi 😛 ) dentro Foligno continuiamo verso nord stavolta (dritte se siete in zona: le vicinissime Trevi e le Fonti del Clitumno meritano a loro volta una tappa... 😉 ), un pugno di km ed arriviamo a Spello, patria della famosa infiorata del Corpus Domini (la foto non è mia!! L'infiorata, se interessa, viene fatta la notte del 17 Giugno, con la processione nella mattinata del 18...).
La Royal scorre sotto sguardi d'invidia 😛 gli ultimi 5-600 metri d'ascesa (ah... preparatevi psicologicamente alla scarpinata 😃 , stavolta il borgo è tutto in salita!) dai parcheggi esterni dove viene chiusa la viabilità fino all'ingresso del paese (dove si possono posteggiare le due ruote)...
Lungo il paese, completamente in salita, frotte di turisti (qui più numerosi) s'infilano fra i tanti vicoli e vicoletti (da alcune targhe premio capiamo che c'è una vera e propria "gara paesana" annuale a chi agghinda meglio il proprio davanzale o la propria soglia di casa); con fiatone spezzato però da sorrisi si sale in cima, fino ai resti dell'arco Romano ed al suo belvedere...
Si scollina e si scende, già ora di ripartire.
Ancora strada godereccia che aspetta, comunque: per non ripetere l'itinerario dell'andata la Royal ci porta stavolta a Nocera Umbra e di qui al piccolo ma decisamente bello (e perfetto quanto ad asfalto 😉 ) passo del Cornello.
Piccolo inconveniente agli interfono, un microfono fa le bizze; scambio ed abbino i componenti funzionanti e da gentiluomo lascio alla mia Ufficiale in seconda un sistema che permette a lei di parlare, a me di sentire (e quindi a lei di non sorbirsi le mie c@zzate :lol: - per la sua pazienza va comunque "premiata" 😉 , girare soli porta vantaggi ma anche indubbiamente dei "contro" - ).
Ultimi km e rientriamo; alcune vibrazioni cupe mi ricordano che a breve oltre alla ripulita del cerchio posteriore (ho esagerato col grasso catena, stavolta 😛 ) mi aspetta anche una controllata dei bulloni del serbatoio; Royal a nanna e via, aspettando la prossima passeggiata! 😉