L'anno non è sbagliato 🙂 nel 2016 ho avuto il mio primo vero orto e, visto che vi piacciono i racconti, ricopio qui sotto un post che ho pubblicato su un gruppo facebook.

Mi piacerebbe sapere chi di voi ha questa passione.

Questo piccolo scritto l'ho pubblicato senza particolari intenzioni, più che altro per fissare condividere le sensazioni di quegli attimi con altre persone che potevano averle provate, per me era la prima volta ed emotivamente è stato forte.
Non sono un utente di alto profilo in quel gruppo facebook, il post comparve senza foto ed era piuttosto lungo, quindi non c'erano all'apparenza i presupposti per suscitare grande interesse o approvazione e invece iniziò una pioggia di like - 114 - e una serie di commenti partecipati, evidentemente avevo messo nero su bianco cose che anche altri provavano ma non avevano mai codificato in forma scritta, è stata una bella esperienza.

Ecco il testo:

É capitato anche a voi di andare all'orto ancora con il buio per fare un'oretta di lavoro prima che la routine della giornata vi risucchiasse?!?

Desideravo tanto un vero orto perché fino ad oggi avevo solo piantato qualche pomodoro nel giardino di casa.
Finalmente si presenta l'occasione di uno spazio di 80mq e, coraggiosamente ignorando il fatto che le giornate hanno solo 24 ore, mi tuffo nell'avventura.

In qualche modo faremo...farem...fare...emo..emo...emoooo il tempo si trova...ova...ova...ova...

Fatto sta che in due settimane sono riuscito a passarci due ore e mentre negli orti attigui le cose andavano avanti, io ero sempre fermo.

Questa mattina mi sono deciso: sveglia alle 5; in macchina alle 5.15 e sotto a lavorare...
Peccato che arrivato in loco mi ha colto una certa ansia...il bosco nero al limitare degli orti, la nebbiolina a perdita d'occhio e i rumori della notte che ancora non lasciavano spazio al giorno.

Cinque minuti passati in auto a pensare e a fissare quello scorcio di natura non ancora amica per un cittadino abituato a lasciare i parchi prima del tramonto.

Alla fine, fattomi coraggio e raccolti zappa e rastello esco e mi avvio: verso il buio nella campagna attraverso la nebbia.
Un passo dopo l'altro scacciando spettri dell'infanzia e immagini grottesche da B movie.

Raggiungo il mio orto ancora privo di vita per continuare con l'estrazione di grossi sassi e radici che emergevano ad ogni passaggio di rastrello.
Ignorando il fatto di cosa sarei potuto sembrare a uno che mi vedesse lì, al buio, piegato sul terreno a scavare...
A pensarci bene avrei potuto chiederlo a quel tale che alle 6.30 portava a spasso il cane, primi due mammiferi che ho visto dacché mi ero messo a lavorare.

Per la cronaca: rastrello in mano ma zappa a vista difronte a me e orientamento a favore di strada, non si sa mai 😉

Comunque, sono qui a raccontarlo con un sonno terribile ma soddisfatto del mio operato, rientrato in tempo a casa alle 6.40 con scarpe e mani sporche, assonnato ma carico di energia e pronto per ri-cominciare la giornata.
Chissà se domani riuscirò a replicare 🙂

Spero di non avervi annoiato con questa condivisione.

Buon orto