17 Agosto 2016... 17, per uno scaramantico duro e puro fino al midollo è il massimo della perversione.
I nostri Giringiranti, rinfancati dalla vita quiete ma moderatamente mondana di Saint Vincent...
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...si apprestano a quello che dovrebbe essere nell'idea il Tappone per eccellenza del viaggio, o di questa prima parte del viaggio.
Le ultime previsioni, mutevoli quando si parla di montagna, mi lasciano alcune finestre abbastanza ampie: il Tappone va fatto oggi, 17, domani sarebbe ancor più proibitivo.
Partiamo con orario da montagna (ma non troppo); evito la Pallostrada, seppur di montagna sempre pallosa, seguendo la Valle principale direzione Aosta; passate Chatillon e la bella Fènis, il capoluogo ci accoglie con la sua periferia dalla poca personalità (come tutte le periferie) ma non eccessivamente anonima e fredda.
Da Aosta prendo per St-Oyenne; comincio la salita (la prima), quella per il Gran San Bernardo.
Accendo la camerina, voglio documentare l'ascesa; ne riprendo una prima parte ma poi "stoppo", non capendo poi se sul passo vero e proprio ci sono, o no.
Colle del Gran San Bernardo - 1
Parliamo intanto, solo alcuni tratti in ombra sono decisamente "freschi", per il resto la giornata è piacevole e la vista di quelle potenti. La montagna a sinistra, la valle sulla destra (per maggior parte del percorso).
Un autobus di turisti mi delizia della sua compagnia, ci metto un po' per beccare l'attimo per il sorpasso in relativa sicurezza (tutto documentato nella seconda parte del filmato).
Colle del Gran San Bernardo - 2
Solo due altre moto incontrate salendo, nessuna bici (onore ai ciclisti, ma la bicicletta nelle salite impegnative è poco amica dei motociclisti: a rischio sbandamento improvviso in salita, missile ora a destra ora a sinistra in scia in discesa.
Proseguiamo; dal secondo filmato (e dal tempo che impiego per spegnere la ripresa) si capisce che ci mettiamo un attimo di più per capire che siamo effettivamente in cima. Foto di rito...
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...e calamita ricordo da uno dei pochi chioschetti.
Lasciamo la vetta, mentre i vari visitatori passeggiano lungo il vicino lago, o attorno la statua del Santo.
La discesa (se non ricordo male dovrebbe vedersi anche la macchina GB)...
Colle del Gran San Bernardo - 3, discesa
...visivamente è quasi più piacevole della salita: a costo d'essere ripetitivo, il territorio elvetico sa farsi apprezzare per le montagne in lontananza.
Controlli alla frontiera praticamente (anzi, effettivamente) nulli, li immagino più presenti al sottostante traforo, incrociato solo a livello di segnaletica ad un certo punto dell'ascesa.
Parliamo, del fatto che sia uno dei più antichi della zona (il Colle, non il traforo), di Annibale, degli elefanti, di cazzeggio duro e puro fine a se stesso. Ridiamo scendendo nel sole fino alla cittadotta di Martigny.
Benzinaio, inizia l'ascesa al Col de la Forclaz. L'asfalto (svizzero!) è piacevolissimo, riesci a godere a pieno di quanto vedi attorno (ripenso a salitelle nell'appennino umbro marchigiano, roba da enduristi veri al confronto).
Col de la Forclaz
Le quote sono alte ma non eccessive, scolliniamo i 1527 tranquillamente; la densità di camper aumenta. Ri(ri ri)sconfiniamo, Francia. Zero controlli (daje...).
Proseguo: la prima differenza che risalta all'occhio è ancora il fondo stradale. "Svizzero" per antonomasia quello svizzero, qui "rattoppato" con strane "cuciture" lunghe parallele al verso della strada, scure e sinuose; forse poco adatto cromaticamente, ma il risultato è molto buono.
Imparassero comunque i nostri gestori locali.
il Gigante Bianco è sempre lì sullo sfondo, a seconda della direzione inforcata di volta in volta (ah, già, che scemo: mica l'ho detto che da stamattina stiamo girando tutt'attorno al Monte Bianco).
Il Col des Montets e la piccola Argentiere vengono snocciolate più o meno rapide (a chi voglio darla a bere??) lungo il percorso; si riprende a scendere...
Col des Montets
Video dell'Argentiere - ndAndreaBeatles: i video che sto caricando stanno "occludendo" la wifi di casa (e Sonia tra un po' mi taglia la testa... 😃
...appena finito l'upload su Youtube saranno disponibili!
...arriviamo all'ipotetico giro di boa. Chamonix.
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Da qui ne usciamo con una scorrimento veloce non a pagamento, in pochi chilometri ci porta a Sallanches. Il cielo è completamente coperto, inizia a pioviccicare. Acqua sempre più fitta, intermittente; la seconda parte del Tappone comincia male.
Da Sallanches a Megève ritorniamo sulle strade secondarie; qui i rattoppi di bitume sono scomparsi, a terra è come fosse un biliardo. Striscioni e bandierine ricordano il passaggio di alcune tappe dell'ultima settimana dell'ultimo Tour, Dio benedica le grandi corse a tappe ed i relativi lavori di rifacimento stradale.
Fino a Megève il meteo ci regala una tregua; da lì in avanti torna tutto grigio, coperto, freddo (non troppo per fortuna, traforato ed antipioggia solo accoppiata più che bastevole; il rischio calore - ed appannamento - è invece sempre dietro l'angolo); a Flumet ci infiliamo, consultata la mappa, lungo un ponticello che sembra messo lì per sbaglio. Si risale verso il Col des Saisies; purtroppo foto e filmati scompaiono, evitare il fortunale o passarlo prima possibile (a seconda dei tratti affrontati) diventa la prerogativa principale. Rischi veri obiettivi non ce ne sono, anche se la premura è verso la quasi totalità delle persone che si preoccupa del mio rientro integro ed incolume, e si trova sul sedile posteriore. Inoltre vorrei evitare che il periodo gioioso di vacanza diventi non un incubo, ma un brutto ricordo.
I vari scollinamenti francesi sono abbastanza simili: niente ressa biker in cima, ma moltitudine di camper, aree giochi per bambini, plotoni di servizi igienici in muratura e pulitissimi nonchè gratuiti.
Raggiungo il paesino di Beaufort; dopo un piccolo tratto in pavè (il "corso" principale) imbocco per il Roselend.
Nonostante il clima novembrino il Roselend è trafficato; pochi i campre qui, ma i ciclisti sono in gran maggioranza.
In cima una pausa della pioggia mi permette il lusso di pochi secondi per una foto al volo...
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Riscendiamo, ripiove.
Qui per la prima volta la strada diventa un budello più simile ad una mulattiera che ad una provinciale o che dir si voglia.
Una discesa interminabile, la città. Bourg-St-Maurice nella vallata, con tanto di capannoni e zona industriale tutta intorno, sembra un miraggio.
Foto, siamo sani e salvi (o almeno fuori dalla bufera).
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Manca poco per l'ultima ascesa della giornata; il Tappone aveva una sua circolarità (ecco perchè anche nel momento peggiore non si poteva tornare indietro); il Monte Bianco è lì, sullo sfondo, comincia l'ascesa del San Bernardo, Piccolo stavolta.
Solita ascesa lunghissima, curve rapide e leggeri, mai taglienti, ampi prati, assenza di alberi in vetta, specchi d'acqua. Mi riprendo il lusso di riprendere ancora...
Piccolo San Bernardo - 1 parte
- ndAndreaBeatles: i video che sto caricando stanno "occludendo" la wifi di casa (e Sonia tra un po' mi taglia la testa... 😃
...appena finito l'upload su Youtube saranno disponibili!
(Nota: è lungo, ma beccatevi la fine o quanto meno skippate fin lì. La chiusura goffa e maldestra mi fa sentire un apprezzato film maker!!)
Mi piace decisamente più del "fratello maggiore", ritorna il sereno non solo nel cielo.
Arriviamo in cima, sconfiniamo. Pattuglia dei carabinieri, confine di Stato. Di nuovo in Italia, ed in Italia c'è sempre il sole. Anche quando piove.
In discesa...
Piccolo San Bernardo - 2 parte
- ndAndreaBeatles: i video che sto caricando stanno "occludendo" la wifi di casa (e Sonia tra un po' mi taglia la testa... 😃
...appena finito l'upload su Youtube saranno disponibili!
...3 piccoli vesponi mi fanno compagnia (=fatico a star con loro scendendo) nei primissimi tornanti; il bel lago di Verney fa capolino accanto.
L'esclusiva la Thuile, affollatissima, e la Pallostrada: faccio uno strappo, ora l'affrontiamo ed anche di buona lena (per rincasare non eccessivamente tardi); rientriamo a St. Vincent poco prima delle 20, è ancora chiaro, non c'è traccia di nuvole.
Relax, una buona cena, il Tappone è concluso.
Peccato, c'avesse aiutato il meteo sicuramente avremmo apprezzato tutto molto diversamente e l'alternativa del "piano B" non sarebbe rimasta come tale. Peccato (e due).