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Queste belle signorine sono Anna e Marta, le figlie di WoL. Infatti sono a Verona, tappa finale del mio motogiro. Mentre il mio buon anfitrione ci preparava la cena, Annina ed io ci davamo alla pazza gioia girando una serie di esilaranti "Videoscemi", che purtroppo non posso pubblicare non avendo ricevuto la liberatoria dalla co-autrice :rolleyes:
Sono a Verona, dopo una galoppata entusiasmante attraverso la Val di Non - quella famosa per le mele - che dalla zona di Cles fin quasi a Trento offre uno dei paesaggi più verdi e ridenti d'Italia. Dico di una "galoppata", ma in effetti è il solito trotto della Bullet, cui la strada pare piegarsi con rispetto e ammirazione... Rispetto e ammirazione non possiamo pretenderli dai - pochi, in verità - strafottenti motoplasticoni supercilindrati che incontriamo già durante l'arrampicata. Nessuno che risponda ai miei saluti quando li incrocio, nessuno che mi faccia un gesto amichevole mentre mi passano sgassando. Mi duole che questa forma di cavalleresca cortesia si stia perdendo: ne ricavo indizi inequivocabili se passo in rassegna i quasi 4000 km percorsi in questo motogiro. Soltanto in Piemonte la tradizione del saluto continua a essere rispettata quasi senza eccezione. Ah! La nobile prosapia sabauda!... :rolleyes:
Comunque, i due svizzerotti 'gnoranti che mi hanno sorpassato sul falsopiano del valico li ritrovo in breve tempo davanti al muso mentre scendo verso Cles, con tutto che vado piano e che mi sono fermato qualche minuto. Magari si saranno fermati pure loro, certo è che li vedo goffi e a disagio su un percorso ondulato, ma non ripido, che riterrei adatto a qualunque tipo di moto. Non riesco a identificare che cosa montano. Anche perché sono carichi di bagagli.
Dopo Cles, prendono per il Paese loro, mentre io punto in direzione di Trento. La SS43 diventa per un tratto la Provinciale 235; poi si muta, fino a Verona, nella sorprendente SS12.
Perché "sorprendente"? Be', in effetti è da un pezzo che sono sorpreso. Da quando sono entrato in Val di Non. Da quando sono in Trentino. Piacevolmente sorpreso.
Siete mai stati in Trentino? Avete mai "saggiato" le sue strade? (ricordo una vacanza a Cavalese quando ero piccolo; un'altra a Dobbiaco quand'ero semiammogliato: a quei tempi, per la testa, avevo altro che lo stato e la caratteristica delle strade!).
Ebbene, la sensazione che provo è di non trovarmi in Italia. In quell'Italia, intendo, in cui i contribuenti non ricavano mai, non dico un beneficio di ritorno, ma nemmeno alcun riscontro dai prelievi a cui uno Stato perennemente assetato di sangue umano li sottopone; in quell'Italia in cui uno smarrito motociclista alla ricerca una semplice, modesta, innocente segnalazione che gli indichi la strada che da Bergamo, Lombardia, porta a Cremona, Lombardia, si ritrova a passeggiare in direzione di Innsbruck...
In Trentino, non vi è incrocio urbano o extraurbano che non sia segnalato; non vi è rotatoria di smistamento che non rechi i cartelli, non solo per la località più vicina e per quella prossima a quella più vicina, ma anche per quella "lontana" che permette di individuare la direttrice principale; e non solo: vi sono cartelli che invitano i mezzi "lenti" a lasciare strada ai più veloci; cartelli che segnalano l'assenza di marciapiedi o corsie pedonali; cartelli che elevano sempre il limite di velocità extraurbano ai 70, rendendo di fatto superflua la presunta "utilità dissuasoria" dei famigerati autovelox. E che cosa dire dello
stato e del
disegno dei tracciati stradali? La 12, per esempio, costeggia per un lungo tratto l'A22, e potresti percorrerla a velocità costante (ed elevata) senza pregiudizio per il tuo mezzo e per il tuo prossimo. Ignoro se sia lo statuto di Regione Autonoma a conferire al Trentino Alto Adige questa capacità di mantenere in efficienza e amministrare in modo così "virtuoso" la rete stradale. Certo, si tratta di un servizio d'eccezione reso alla totalità dei viaggiatori e - giova ripeterlo - dei contribuenti.
Faccio appena in tempo a superare il confine fra Trentino e Veneto - mi trovo sempre sulla stessissima 12 - che alla prima deviazione non accompagnata da alcun cartello torno a smarrirmi come quando "mi trovavo in Italia". Oh bella! Non ci avevo riflettuto: mi trovo nel Profondo Nord, dunque, di nuovo in Italia. Bella, sì, proprio bella, e confortante, la sensazione di sapersi sul suolo patrio!... Alla deviazione segue una stradina che si inerpica fino a una rotonda completamente priva di segnalazioni. Emozioni a non finire ti regala il suolo patrio. Roba che manco Pietro Micca prima di farsi esplodere.
Mi fermo, smonto, punto il navigatore, apprendo di trovarmi da qualche parte fra Sant'Ambrogio di Valpolicella e Pescantina. Avverto WoL: tra una mezz'ora (deviazioni reticenti permettendo - o se non mi faccio esplodere prima) sarò a Verona.