Che volete, fa caldo!
Sul paesaggio raffigurato alle spalle della Gioconda del Louvre, si è discusso per secoli e lo si fa tuttora.
Uno studio importante e per me più attendibile di altri, è quello di Borchia e Nesci illustrato magnificamente nel testo pubblicato da Mondadori Electa.
Trattandosi di Leonardo viene d'obbligo chiedersi se siano state inserite parti di paesaggi prese altrove, in altre parole che Leonardo abbia mescolato assieme realtà e immaginazione.
Il paesaggio illustrato nella Gioconda e quello che oggi è situato nei territori del Ducato di Urbino, però le dimensioni del territorio erano talmente estese da far pensare all’impossibilità per Leonardo di ritrarlo tutto insieme.
Ma in che modo Leonardo è riuscito allora a contenere il territorio del Ducato di Urbino, osservato dalle cime della Valmarecchia, nello spazio ridottissimo alle spalle della Gioconda? Una tela, peraltro, di appena 50 x 77 centimetri di cui, due terzi occupati dall’immagine della Gioconda.
Leonardo, per imprigionare un territorio così vasto è ricorso alla
compressione.
Del resto, diversi altri artisti, prima di lui, avevano già adottato questa procedura. Persino lo stesso Piero della Francesca nel “Dittico dei Duchi d’Urbino”
Può sembrare incredibile, ma da quel piccolo sfondo, che a prima vista appare come cielo, prende vita quasi per magia un’eccezionale mappa cartografica. Al centro si può scorgere Urbino e la Gola del Furlo con il fiume Metauro.
Più a sinistra, appare parte della costa adriatica con i fiumi Conca e Foglia, fino ad Ancona. Sulla destra, in ultimo, si riconosce la catena appenninica con i monti Strega, Catria e Nerone, sconfinando in Umbria oltre la città di Gubbio.
Ma perché Leonardo scelse proprio le alture della Valmarecchia? Esclusivamente perchè’ solo da quei rilievi è possibile avere la visione unitaria su tutto il Ducato di Urbino.
Grazie alle minuziose analisi elaborate su una gran quantità di dati precedentemente raccolti sul territorio, è apparso chiaro che il paesaggio dello sfondo di Leonardo non rappresentava soltanto l’alta Valmarecchia, ma si estendeva considerevolmente oltre il massiccio del monte Carpegna, allungandosi verso sud-ovest.
Per completare lo studio cartografico, è stata condotta un’attenta comparazione con le carte più antiche e conosciute del Ducato di Urbino. Cartografie di particolare precisione topografica e finezza pittorica, come quella redatta da: Giovan Battista Clarici intorno al 1570, l’affresco “Ducatus Urbini”
Da considerare anche che la rappresentazione pittorica di una veduta aerea sopra un territorio, solitamente mostra un risultato panoramico piatto, distante, troppo uniforme. Leonardo stesso lo sapeva bene, tant’è che dovendola comunque includere nello sfondo, per evitare l’effetto sgradevole di appiattimento, le antepone un altro paesaggio, un paesaggio con funzione di primo piano alla veduta aerea. Fu un “volo d’aquila”, a permettere a Leonardo di fotografare quel paesaggio.
BORCHIA R., NESCI O. (2012). Codice P. Atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda.. p. 1-144, Milano, Mondadori Electa.
Esaminiamo ora in dettaglio questi luoghi dipinti nella Gioconda,
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