Slowhand wroteIl ponte di Borgo a Mozzano... Non avevo ancora compiuto dieci anni. Allora da Lucca si poteva andare in bicicletta a mangiare il gelato a Ponte a Moriano, c'era un locale con una terrazzina che, se ben ricordo, stava sulla Nazionale (che poi sarebbe la statale dell'Abetone, che in realtà porta al Brennero. I lucchesi -da buoni mercatanti- hanno la vista lunga) e dava la vista sul Serchio. E una volta allungammo la passeggiata per arrivare fino al ponte del diavolo, che fino ad allora avevamo raggiunto solo in macchina, quando si andava su per la Garfagnana. Tornammo a casa tardissimo (o, almeno, così ci sembrava) e stravolti (capirai, tra andata e ritorno sono 40 km, va bene che il ritorno è in discesa, ma...), mia madre, che era rimasta a casa, era nera e se la prese con mio padre perchè era un incosciente che portava i figli a giro per la strada senza pensare ai pericoli. Ma io e mia sorella, benché stanchi morti, avevamo un sorriso a 64 denti, e una cosa da raccontare ai compagni di scuola, il giorno dopo. E capivamo che anche papà, pur sotto la valanga di improperi coniugali, un po' sorrideva.
Bellissima location, di quelle che non c'è nulla ma è come se ci fosse tutto.
Ho smosso ricordi. Bellissima 'sta cosa. :clap:
Ponte del Diavolo... se siete in zona, passate. E se non lo siete, vedete di esserci! :lol:
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Domenica sera, quindi… qualche lavatrice, controllo posta, check vari (mica alla moto, che avete capito? Ormai l’ampio spettro delle competenze tecniche è chiaro, mi son sentito meccanico vissuto quando ho tirato i bulloni del serbatoio, un po’ laschi (prima del tagliando, al mecca che mi chiede se c’è qualcosa in più in particolare da colorare, faccio “questo, questo, questo… ah, c’è un ronzio, un rumorino strano, una vibrazione – in più – fastidiosa, dagli 80 all’ora in poi…”. “E’ il serbatoio lento”, mi fa con empatia mentre quasi in colpa sembro voler chiedere scusa).
Lunedì mattina, il tempo scorre: un paio di bollette, telefonate, ok.
Diciassette (16+1, so’ pure scaramantico) Agosto, pomeriggio (tardissimo!!), si riparte. Direzione sud.
A14, pallostrada Adriatica. Vento, vento, tanto vento. Non ai livelli di lunedì scorso (il ricordo del transito Ferrarese ancora mi pesa) ma dura, l’andatura pesa a livello fisico. Opto per le amate statali prima di Pedaso; alcune indicazioni turistiche mi ricordano che ho anche chicce “a portata di mano” che purtroppo ancora non ho visitato (Torre di Palme, Grottammare…), spero di colmare il prima possibile ‘sta lacuna. SS16, traffico che poco mi tocca, Martinsicuro. Direzione Pescar, da lì verso il Chietino. Raggiungo la zona dei paesi dai lunghi nomi (Lettomanoppello Scalo mi colpiva fin da piccolo, ma anche Casalincontrada e compagnia cantante non scherzano), m’avvicino al cuore del regno degli arrosticini (non seguire il gregge, griglialo). Mi ributto sulla Pescara-Roma, ancora pallostrada (voglio arrivare prima del tramonto e stavolta comincia a farsi scuro prima), Popoli, Pratola, Sulmona. E’ Sulmona stanotte il campo base.
Buonanotte ed a domattina.
Jesi – Chiaravalle – Pedaso – S. Benedetto d. T. – Chieti – Popoli – Pratola P. - Sulmona