vecchiolupo Mi trovo in Francia assieme al mio alter ego Pocaluce, è notte fonda e stiamo pedalando sotto un tremendo temporale tra lampi e tuoni. Non c’è alcun riparo perché siamo lontani da centri abitati, non sappiamo nemmeno con precisione dove siamo, quando scorgiamo nel buio poco lontano una piccola costruzione. Scavalchiamo un recinto portando faticosamente al di là anche le nostre bici e raggiungiamo quello che si svelerà essere un capanno attrezzi con un comignolo. Mentre sono impegnato a cercare un attrezzo tra quelli che ho portato con me per cercare di aprire il lucchetto, Pocaluce mi anticipa scardinando la porta con un calcione. _Dai Vecchiolupo, sbrigati che diluvia! Il capanno è molto piccolo e ingombro di attrezzi agricoli e legna da ardere, fortunatamente ha anche una stufa rudimentale ricavata da un grosso bidone arrugginito con un tubo appena appoggiato per camino. Per noi è la salvezza , fradici come siamo possiamo asciugarci e ripararci dal temporale. Ci mettiamo a mangiare le poche provviste rimaste ritemprati da un bel fuoco che subito arroventa la stufa. _Certo che sarà dura alzarci da qua per uscire, eh Pocaluce? Silenzio... Mi giro e lo vedo addormentato con ancora in mano un pezzo di pane e le gambe piegate sopra una carriola che da sola occupa buona parte del capanno. Provo anch’io a chiudere un po' gli occhi rannicchiato in quello spazio angusto ascoltando rassicurato il fragore della pioggia e il crepitio della legna che brucia mentre fuori il temporale sembra aumentare di intensità. Mi sveglio che filtra già un po’di luce nel capanno, ho l’impressione di avere dormito pochi minuti, mi guardo intorno ma non vedo Pocaluce. Uscito dal capanno a cercarlo sotto la pioggia fatico a reggermi per il gran vento. Alla debole luce dell’alba scorgo tra la nebbia un gruppo di case poco lontano, la strada che ci passa in mezzo non è asfaltata, sprofondo nel fango fino alle caviglie. Intravvedo la sagoma di un uomo con una fascina sulle spalle che con difficoltà attraversa quel pantano, provo a chiamarlo: _Excusez-moi, s'il vous plaît! ma quello incurante accelera ancor più il passo. Arrivo ad una casa con porta e finestre chiuse da cui provengono rumori sommessi, decido di bussare. Quando mi aprono dentro è buio, una luce fioca di candela svela alcune persone indaffarate a spostare mobili. Sembrano tutti molto agitati e quello che credo sia il padrone di casa mi indica frettolosamente una scaletta che scende giù in cantina. Lì trovo altre persone ammucchiate e silenziose, tra di loro un bambino mi guarda fisso poi si gira verso la madre con aria interrogativa. Gioco un po’ con lui e dopo poco il ghiaccio è rotto, scambio qualche parola in francese con la madre e così apprendo con sgomento che gli abitanti sono stati appena allertati per un pericolo che io temo più di ogni altra cosa, soprattutto se sono in bici: una tromba d’aria! Un tuono terrificante mi fa tornare alla realtà, sono ancora nel capanno con Pocaluce che dorme mentre fuori piove a dirotto, un po’ rincuorato metto altra legna nella stufa ma mi chiedo preoccupato se quello appena vissuto non sia stato un sogno premonitore. Più tardi quando usciamo dal capanno ha ormai smesso di piovere ma lasciare quella tana calda ci costa enorme fatica. Mi guardo attorno stirandomi pigramente quasi a cercare quel gruppo di case ancora vive nella mia mente. _Vecchiolupo prepariamo le bici e andiamo finchè non piove o rischiamo di rimanere bloccati qui. Quasi subito mi riprende la smania di partire tanto che sono il primo a rimettermi in sella, ancora assonnati pedaliamo nell'aria densa di umidità del mattino ma le nuvole ancora ostili non ci permettono quella spensierata libertà che vorremmo ritrovare.
Canemitzo vecchiolupo wrotegrazie Canem, Gatto,Wo l,Neo Ma che scherzi? grazie a te per la condivisione di questi piccoli gioiellini :beer: