Herzog wroteMantova, che bella (ad arrivarci, ovviamente).
Ma quanti eravate, al ritorno, sulla Petunia? Tu, il bambino che eri, il maestro De Stefano, la sorella di Alessandro, i giorni di scuola, la farinata...
Ervamo un... "baule pieno di gente" 😉 e di cose... Tra le quali una splendida cappelliera in legno - a forma di grata - costruita da Francisco per la mia nuova casa, il cui volume campeggia nella scatola che si vede in una delle foto postate da Federico. Vedete anche Francisco e Valeria davanti alla Cantoniera che tra qualche giorno ospiterà i pellegrini del Thumping 🙂
Il maestro, mi hanno detto i miei compagni, è mancato una quindicina di anni fa. Aveva un figlio che si chiama Gerardo, che spesso nominava in classe e che non siamo riusciti a rintracciare. Lo ricordo con affetto, posso dire con sicurezza che è stato il miglior insegnante che abbia mai avuto. Era certamente "all'antica", assai severo, poco comprensivo con i cosiddetti "somari", eppure i suoi metodi di insegnamento erano, non solo efficaci, ma perfino brillanti. Per esempio, qualche minuto prima che suonasse la campanella, noi già composti con la cartella sul banco e pronti a uscire, improvvisava il gioco della coniugazione dei verbi, a registro chiuso, per così dire: "Francesco, il passato remoto di cuocere; Enrico, il passato remoto di friggere..." e così via. La stessa cosa con le operazioni di aritmetica. Un modo divertente e non ansiogeno di apprendere la grammatica e di esercitare la mente con i calcoli 🙂