Questa mattina mi sono svegliato con in testa il Ladakh.
In Ladakh d'inverno (l'ho girato in moto solo d'estate) è così:
Un giorno mi piacerebbe provarci. Ma non oggi.
Oggi è una giornata di quelle tristi. Di quelle che arrancano insieme a te. Quasi adatta.
Così sono andato sulle montagne vicino a casa a cercare la neve. L'ho trovata. Insieme al freddo, al vento e a un cielo azzurro da far male agli occhi.
E c'era la strada pendente e sporca di ghiaccio. Macchie di neve: gli unici punti per avere un po' di aderenza. Che a ogni fermata la moto pattinava di mezzo metro verso valle.
Rischi di caduta, svariati. Poi il buon cuore di un paio di escursionisti nello spingere la Continental con me sopra. La ruota che gira a vuoto, i piedi umidi, le dita bloccate dal freddo.
Ma il mono se ne fotte, lui va avanti sempre. E va bene così.
Non era la cima del mondo. Non era il Khardung La. Ma ho chiuso gli occhi un attimo e sognato di esserci.