nel contesto della divulgazione riporto qui sotto alcune righe che danno modo di farsi una idea(molto generica) di ciò che accade, di ciò che l'essere umano inutilmente fa. le immagini cruente ve le ho risparmiate...
LA MATTANZA DEI LEVRIERI SPAGNOLI: LAPIDATI E IMPICCATI SE NON SERVONO PIÙ
Lapidati, impiccati, affogati, bruciati con la benzina, sepolti vivi, torturati. Ogni anno in Spagna, 50 mila levrieri vengono abbandonati, uccisi e gettati nei pozzi, a conclusione di una vita fatta di maltrattamenti e botte.
E’ un olocausto che si consuma a due passi da noi quello che vede tristemente protagonisti i galgos e i podencos, i più comuni cani da caccia di La Mancha, Andalucia e Extremadura.
Da settembre a fine gennaio, sono ‘strumenti’ utili per la caccia: con il loro fiuto fenomenale e la loro agilità catturano lepri e conigli, ma se non corrispondono agli standard e le aspettative dei proprietari hanno un destino che fa rima con morte.
In generale, in Spagna i levrieri utilizzati per la caccia hanno una speranza di vita media di tre o cinque anni, quelli che servono alla riproduzione arrivano anche a sette, otto. Nel momento in cui, non riescono più ad assolvere ai compiti dettati dai proprietari diventano un peso di cui disfarsi.
In realtà, la selezione inizia già dalla nascita, vengono eliminati in modo barbaro, tutti i cuccioli che sembrano non adatti alla caccia o sono troppo delicati o paurosi davanti ai colpi di arma da fuoco o che mangiano la preda una volta catturata.
Quelli che superano ‘la selezione’ iniziale però non hanno un futuro roseo davanti: li aspetta una vita di maltrattamenti e stenti. I levrieri sono malnutriti e tenuti in spazi bui e ristretti per paura che vengano rapiti.
Una razza antica che viene bistrattata e che ogni anno conta 50 mila esemplari in meno. Per il galguero, infatti, ha più senso acquistare a dieci euro ciascuno, altri galgos o podencos piuttosto che nutrire quelli che già si possiedono.
Così se ne sbarazzano nel modo più crudele che esista. I levrieri vengono portati nei campi e non tornano più a casa. Impiccati, affogati, lapidati, bruciati con la benzina, sepolti vivi e privati delle zampe per impedire che possano tornare.
I numeri sono comunque approssimativi perché la maggior parte dei galgueros, non registrano i cani all'anagrafe, non li vaccinano, sono praticamente inesistenti sul territorio.
Le autorità spagnole sanno di tutto ciò, ma finora non è stato preso nessun provvedimento, che ponga fine a questa inutile tortura. Le leggi, al contrario vanno in direzione degli allevatori.
I galgos sono considerati cani da lavoro e sono esclusi dalle normative in materia di crudeltà di cui godono gli animali domestici. Sono quindi, strumenti da utilizzare e poi gettare via quando non servono più.
Inoltre, per testare la velocità dei levrieri, essi vengono legati a una macchina o una moto. Questa pratica è solo un illecito amministrativo e non una pena criminale, a meno che non si causa la morte del cane.
Da un lato c’è la Federazione spagnola delle associazioni per la protezione degli animali che ha denunciato davanti al governo il massacro dei levrieri chiedendo, con il sostegno di 50 mila firme, di proibire l’uso dei cani da corsa nella caccia, dall’altro gruppi che proteggono gli interessi dei cacciatori appellandosi alla tradizione. Parole che ci ricordano tanto la dinamica della corrida.
Per fortuna, centinaia di organizzazioni lottano contro l’uccisione dei levrieri e la punizione dei trasgressori, ma purtroppo sono troppi gli interessi economici che ruotano attorno a queste vittime innocenti.
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