WoL wroteGran bel viaggio, con i miei impegni di lavoro non riuscirei mai a farlo, sigh :wall:
Mah, non è detto. Io sono tanti anni che ce l'ho in mente e, se non fosse stato per un concorso di circostanze tra le quali, decisiva, è stata la scoperta della Bullet, starei ancora a interrogarmi sul come e sul quando.
Ma soprattutto sul come.
Come avvicinarsi a questo "buco nero" che è stato, che è tuttora per via delle tracce che ha lasciato, l'esistenza dell'universo concentrazionario nazista?
Queste tracce sono "fuori di noi" solo in apparenza. Io credo che, come esseri umani, ci appartengano intimamente. Solo che, per forza di cose, dobbiamo collocarle di fronte a noi, per così dire, nella distanza di una partecipazione mediata dalla conoscenza storica dei fatti, ecc. Questo tipo di partecipazione è importante, ma come fare perché un viaggio verso i luoghi in cui si è consumato il più grande orrore della storia umana non si trasformi in una visita turistica?
Io immagino che le nostre "lente" motociclette possano rappresentare un buon compromesso tra il desiderio di "vedere coi propri occhi" in un periodo di tempo ristretto, che deve adattarsi alle cadenze imposte dalle "ferie", e la necessità di indugiare in un altro tempo, più intimo, per un verso, e peraltro disponibile a dilatarsi, io credo, a misura dell'esperienza che le cose stesse imporranno alla vista.
Questo che dico è un po' confuso. Devo chiarire meglio a me stesso questo legame che mi si è rivelato tra il "ritmo" che appartiene alla nostra motorella e a nessun'altra, e l'idea di questo viaggio...
Bollettino medico: ho una "tendinosi". La prossima settimana, visita dal fisiatra :/