verzo wroteMe lo immaginavo magnifico è dir poco, scusate ma al passo falsarego c'è sempre una NSU attaccata fuori dal negozio di souvenir? Bravi proprio un bel trio...
la NSU non l'ho vista, ma come testimone sono poco affidabile... 🙂
Tutto molto bello, in una cornice climatica ideale e con una scansione delle cime pensata da Scalco in modo da offririci il dulcis in fundo: perché il Giau non è soltanto il più alto dei cinque passi che abbiamo fatto, ma, come un po' si vede anche dalle foto, il più spettacolare. Un po', perché le foto dall'alto mostrano il meraviglioso teatro dolomitico dal punto di vista del "pubblico", diciamo così, ma non possono offire il punto di vista degli "attori", cioè di noi motociclisti mentre ci arrampichiamo. La strada, prima delle ampie rampe finali, presenta una quantità di curve mozzafiato (tre serie consecutive di tornanti, se non ricordo male) in un paesaggio che non ho bisogno di descrivervi perché dalle foto si vede o si intuisce, che esaltano l'agilità e la coppia della Bullet dandoti letteralmente la sensazione di volare "a ras del suelo" come si dice in spagnolo meglio che in italiano, sollevati rasoterra. Si va di coppia, perché quasi non ci sono falsopiani tra una curva e l'altra, seconda-terza-seconda (io per lo meno l'ha fatta così prima delle curve finali) e suola dello stivale che gratta l'asfalto... E' stato facendo quei tornanti che mi sono reso conto, per la prima volta, di quanto piega la Bullet! E non è che cercavo la piega, ma le davo briglia su quella strada perfettamente disegnata, e lei giù, aderente e ubbidiente, ma anche selvaggia...
L'ho detto "a caldo": su queste montagne ho vissuto momenti di lucida estasi.
L'anno prossimo organizziamo una miniraduno primaverile, una due-giorni con tutti i passi possibili e immaginabili: e chi non viene con noi... peste lo colga! 😉