La e-mail di Scalco è arrivata tempestiva, puntuale, ma voi che volete farci, brothers: avevo già detto le mie preghierine, Cornelio Gatto Bellacoda mi richiamava a più severi doveri, ero già pronto per ricevere le sue fusa e schiantarmi sul letto.
Ho sempre scritto di sera o di notte - la qual cosa mi ha sovente procurato qualche grattacapo con le fanciulle intenzionate a farmi dono di sé (come se l'amore di primo mattino, facciamo l'ipotesi, non fosse cosa santa, e buona e giusta)- e, anche se da quando vi conosco ho dovuto impormi un'altra disciplina, per i piaceri di questa cronaca preferisco conservare le vecchie abitudini. So per certo che non nuoce alle mie cellule cerebrali e ritarda l'avanzata dell'Alzheimer. Leggermi di mattino non nuocerà alle vostre...
Ripartiamo da Occhiobello con quasi due ore di ritardo sul cronogramma dettato dal signor Longines. Tanto ci è voluto per far accorrere il povero meccanico e provvedere alla riparazione. Per la quale quel gentiluomo di Massimo rifiuta ogni compenso. Scalco è il più preoccupato, con ragione: una sua amica, Maria, arriverà in treno a Firenze da Pisa, e noi dovremo trovarci alla stazione di Santa Maria Novella in tempo per la coincidenza in direzione Siena. Ci rituffiamo sull'autostrada, Paolo66 in testa dato che ha il navigatore e dovrà scortarci all'uscita di San Lazzaro e poi su, all'appuntamento della Raticosa.
Dopo San Lazzaro imbocchiamo la via più breve e conosciuta, la Provinciale 7 ben conosciuta dai motociclisti. Però diciamocelo, brothers: la strada è bella, ma non bellissima. È sicuramente adatta ai bikers col manico il cui gran divertimento dev'essere farsi odiare dagli automobilisti ai quali servono barba e capelli; a noi mototuristi che ascendiamo al ritmo di una samba fa piuttosto l'effetto di un'autostrada con le curve. Forse esagero, anzi, sicuramente esagero, però l'aspettativa era tutt'altra. Anche il paesaggio è bello ma non bellissimo, e mi sovviene
quell'altro che un paio di mesi fa stregò me ed entusiasmò giunture e cavallucci della mia Bullet mentre percorrevamo la Bolognese, salivamo per il Passo della Colla e ci aprivamo all'incanto della Faentina. Quel paesaggio e quella strada si snodano un poco più a est, Firenzuola fa da spartiacque fra i due tracciati appeninnici. Sul primo, in prossimità delle Futa che passeremo dopo la Raticosa, si attestava la Linea Gotica. Lungo il secondo, comincio a pensare, sarebbe bello condurre i miei baldi baccalissi quando saremo sulla via del ritorno...
Verzo e Rocket, LeCiopper e Marseb ci accolgono sul "piazzale dei motociclisti" con l'aria di chi è caduto dal letto, ha fatto appena in tempo a sgranchirsi le gambe e già è divorato da un funesto appetito. Di caciotta, porchetta e finocchiona, che il bar attestato sul passo come una casamatta propone a quelli col manico, saparanzati al sole entro non invidiabili - neverthless, very trendy - scafandri da pista. L'incontro di noi baccalissi con l'appetito dei pazienti amici ha tardato più del previsto e, benché il ritardo sia ora soltanto quello accumulato da un Bulova con la gotta, un secondo inconveniente ha frastornato la marcia. Ci siamo persi Federico.
- Vi siete persi Federico??? Come diavolo avete fatto a perdervi Federico? Proprio Federico? Se vi foste persi Neophytus lo capiremmo, nemmeno vi compatiremmo, ma Federico... via! Federico no. Uno, anzi tutti, non può permettersi di perdere Federico. Federico è bello, è alto, è simpatico, suona l'ukulele e cavalca una Superclassic alla quale ha aumentato i denti del pignone: è umanamente impossibile perdere Federico...
In realtà, fatte poche centinaia di metri dal casello di Occhiobello, lo speaker di Radio Corsa che tallona Paolo66 comunica alla coda che Federico si è perso. Sembra una canzone di De Andrè, ma l'auspicio di tutti è che lui, a differenza del povero Andrea, lui Federico sappia tornare...
to be continued...
e questa canzone bellissima è dedicata al mio amico Federico:
https://www.youtube.com/watch?v=Vq4-qr21Cqw