wingio
SatyajitRay wroteIl pollice in sù di un camionista che per guardare la moto mi stava mettendo sotto vale?
Ma si dai... facciamo che perdonarlo in un certo senso i camionisti sono nostri fratelli. Succede anche che si spostano per farci passare 🙂
wingio
Dueruote wroteFaenza è una piccola città. Praticamente sono certo che la mia sia l'unica Royal Enfiled. Si girano tutti quando passo. Mai avuto così tanti complimenti e così tante domande... pur avendo avuto 16 moto.
Il primo commento l'ho avuto in autogrill tornando a casa dopo averla acquistata. Un camionista scende apposta e viene da me... dicendomi...
"Indiana, vero ?"
"Si..."
"Complimenti... bellissima !"
Unico difetto della Joker... i colori e l'aspetto sono TROPPO simili alle moto italiane fine anni '50, quindi tutti d'acchito la scambiano per una Moto Morini d'epoca.
Si...si e troppo figa la tua Joker assomiglia molto alla mia Morini del 59 😉
SatyajitRay
Comunque bisognerebbe registrare lo spiegone e farlo andare in loop così per non sprecare fiato.
In due anni e mezzo di Enfield però un quattro e cinque persone che conoscevano il marchio e la storia su decine e decine di persone che hanno fatto domande le ho trovate.
Una sera ho beccato anche un fanatico dell'India che quando l'ha vista si è messo a urlare: "Ma è una Enfield? Noooooo, bellissima". e poi via a raccontare del suo viaggio in India di quando era giovane.
wingio
Carmelo wroteIo la mia Petunia ce l'ho da Venerdì scorso e ogni volta che ci ho fatto un giretto in città, non c'è una persona che non mi abbia fatto dei complimenti, il negoziante di moto, il barista dove sono andato a fare l'aperitivo, il motociclista in coda con me nel traffico, l'operaio mentre sto uscendo da lavoro, la coppia di vecchietti che passano e la vedono parcheggiata... Ma il commento più bello l'ho visto fare ad una bambina mano nella mano con il suo papà che mentre passa, si gira, vede la mia Petunia parcheggiata ed esclama "Papà guarda che bella moto!" e li ho capito che è OGGETTIVAMENTE bella.
Tranquillo Carmè...è normale se la gente ti fa i complimenti.
Io ormai mi diverto, gli dico che è una moto d'epoca e che ciò messo l'anima per restaurarla :/ alcuni mi dicono complimenti sembra nuova! 😃
Dueruote
... il mio vicino guardia giurata la vede e prima che io apra bocca...
"... ma l'hai ristrutturata tu?"
caricabasso
Dueruote wrote... il mio vicino guardia giurata la vede e prima che io apra bocca...
"... ma l'hai ristrutturata tu?"
Sapessi quanti complimenti per il restauro ricevuti!
I più autorevole quello del mio amico e compagno di scorribande motociclistiche giovanili Franco Uncini.
Dueruote
Il problema è uno solo... la moto mi piace così tanto che mi è già venita la fregola per la Continental GT.
PiadaKid
Non sono in caso di uscirci di casa che comincia la tiritera su che moto e', quanto costa, se e' nuova veramente, ecc... 😃
Ma la piu' bella e' di uno che mi ha seguito fino a casa ed e' sceso dalla macchina per vedere che moto era :lol:
Franco
Considerato che la cavalco da poco...:
-ristorante, due ragazzi terminano di pranzare, pagano, lasciano il locale, dopo qualche minuto uno dei due rientra, passa in rassegna i clienti ai tavoli, si avvicina a me e con un gran sorriso stampato in faccia mi chiede "è tua la Enfield parcheggiata fuori?" Rispondo...si. " È' bellissima, complimenti, le Royal Enfield, le migliori". Mi saluta e va via.
-Stazione di servizio, mentre faccio benzina al self, un altro signore attende il suo turno, si avvicina: "bellissima, quanto arriva a fare al litro"?
-Arrivo ad una rotonda, alla quale quasi allo stesso tempo arriva un'altra coppia su una Honda goldwing che da quando ci vede non ci stacca lo sguardo d'adosso, con un gran sorriso e ci salutano calorosamente.
-Domenica scorsa, a Tempio Pausania incrociamo un corteo di auto storiche, che cominciano a salutarci, andare giù di clacson ed invitarci ad unirci a loro....
-quando è parcheggiata è come se fosse in vetrina: 🙂
-quando passiamo, la gente ci segue con lo sguardo, sorridente e spesso salutando...!
SatyajitRay
Esco dal lavoro, il ragazzo della titolare del negozio di abbigliamento sotto la redazione mi guarda e mi fa: "Bella, ma questa l'hai costruita tu in garage".
:eeek:
AndreaZ
Ma...è bellissima!!!..Complimenti, ma davvero è del 1938(Si evince dalla replica del bollo che ci ho attaccato alla forcella)..io sono appassionato di moto d'epoca, davvero spettacolare, non ne ho mai vista una così..dimmi..ma non è che pensi di venderla?
Quindicimila ti va bene??
Tiziano
A me chiedono spesso chissà quanto l'hai pagata !!!
Slowhand
Fresca di giornata: arrivo sotto l'ufficio, parcheggio nella solita fila di posti riservati (ai motorini, non a me), davanti a un palazzo in corso di ristrutturazione. Esce dal portone un tizio col casco in testa e la facciotta bella rubizza, mi guarda, poi "Certo che se sende quanno arivi*". Io sorrido, e lui va avanti "Da dendro me pareva 'n Guzzi Fargone, comungue 'na moto de quelle, che fanno 'sto ber rumore tum-tum-tum. Sa, io so' appassionato, ge n'ho una in garage. Ma me piaciono pure le maghine, giro con una 112 Abarth, e c'ho pure una GT Junior 1600". Tutto questo detto con una contentezza davvero genuina, di chi si sente in pace col mondo. E guardava, eh. Guardava che moto strana fosse quella, tutta cromata, che "fageva 'sto ber rumore"...
*
Per chi non è pratico di dialetti / calate del centro Italia: il simpatico tizio appartiene -in tutta evidenza- a quel ceppo linguistico regionale diffuso nei dintorni di Roma. Se volete avere un'idea del tipo di parlata: https://www.youtube.com/watch?v=Aw06H3eFJtc
vecchiolupo
L'estate scorsa in val di Zena (appena fuori città) una macchina dei vigili fermava tutti i motociclisti in arrivo, al nostro arrivo un vigile fa per alzare la paletta poi guarda bene la moto e mi fa cenno di proseguire...
gdbuono
Io non ho fatto in tempo a raccogliere commenti favorevoli, solo quello dell'autista del carro attrezzi, che mi ha detto: peccato! a vederla da lontano sembra nuova!
Cornadure
Qualche mese prima di venderla mi trovavo al Capo, uno dei quartieri più malfamati dei bassifondi di Palermo.
Era sera.
Già buio.
Il mio vecchio Relitto, e si, così avevo soprannominato la mia fida Royal Enfield, si fermò di botto e non ne volle più sapere di ripartire.
Il motorino d'avviamento stentava a girare e le luci si erano affievolite tristemente.
Dal nulla uscirono sei o sette loschi figuri con sorrisi biechi e in un attimo venni circondato.
Capii subito di essere spacciato.
Indossavano tutti dei giubbotti di pelle nera con la scritta COP sulla schiena.
Erano i temutissi Cacciatori di Organi Palermitani.
Era finita e lo sapevo.
Il mio cammino su questa terra finiva li.
Quella era la mia ultima fermata.
Sembra incredibile ma non provavo nemmeno paura.
Ero solo incuriosito.
Quando il più grande e grosso degli energumeni che mi circondavano mi mise la mano sulla spalla gli vidi nell'altra un affilato stiletto.
Tutt'a un tratto un bagliore ed il cielo s'illuminò di una luce arancio, intensa, soprannaturale.
Ricordo che fu come un lampo.
Mi guardai attorno e i Cacciatori di Organi giacevano ai miei piedi privi di sensi.
Sopra di me galleggiava un gigantesco oggetto metallico dal quale scaturiva un raggio verde intenso che mi stava traendo verso l'alto.
All'interno una coppia di, lo seppi poi leggendolo su Wikipedia, Venusiane una con una fluente capigliatura celeste ed una con i capelli corti verdi mi stava sorridendo.
Gli occhi erano gialli ed emanavano una luce calda, come di lampada ad acetilene.
Veniamo da Venere, la nostra società è composta da sole donne ed il nostro Pianeta è molto più antico ed evoluto del vostro ma purtroppo non siamo mai riuscite a realizzare una Motocicletta come la Royal Enfield.
Siamo qui in missione speciale per accoppiarci con un terrestre di nome Maritanaso, Taricabaso, Verticalaso, Avvocataso, ma purtroppo a causa del lungo viaggio non ne ricordiamo più il nome preciso ma sappiamo dalle nostre antiche scritture che è uno che potrebbe realizzare una Royal Enfield a mano partendo dalle cellule staminali.
Il figlio che concepiremo sarà in grado di costruire questa splendida Moto perfino su Venere.
Ragazzi non ce l'ho fatta.
Non ho resistito.
Ho urlato con tutte le mie forze e con tutta la voce che avevo dentro.
Sono io!
Sono io!
Sono io!
Sono io colui che cercate!
Sono rimasto prigioniero sull'astronave un'intera settimana nella quale sono stato sottoposto ad esperimenti inenarrabili e irripetibili.
Vi dico solo che le Venusiane hanno tre tette con tre capezzoli per ognuna ed ognuno ha un sapore diverso.
Poi, ad un tratto, purtroppo, i ricordi si appannarono e tutto divenne confuso e alla fine lo scontro con la dura realtà.
Mi ero risvegliato in un campo di margherite un poco indolenzito e completamente privo di forze.
Ho provato a mettere in moto la mia fida Royal Enfield e lei magicamente è partita e mi ha riportato a casa.
Sapevo che erano state loro a ripararla.
E mi avevano perfino fatto il pieno ed il tagliando completo.
Financo il telaio mi avevano saldato ed era sparito perfino il sensore del cavalletto laterale sostituito con un vecchio pezzo di scarto della loro astronave.
Credo che sia stato il loro modo di ringraziarmi.
Di sdebitarsi per quello che mi avevano fatto.
Ho provato a raccontare in giro quello che mi era successo ma nessuno mi ha mai voluto credere.
Ho tenuto chiuso in me questo segreto per tanto tempo ma adesso che con l'età posso permettermi di perdere la reputazione ho deciso di raccontare tutto.
Ecco, cari amici, questa è la mia testimonianza.
Armanduccio vostro.
AndreaZ
C'è benzina su Venere?
gdbuono
Cornadure wroteQualche mese prima di venderla mi trovavo al Capo, uno dei quartieri più malfamati dei bassifondi di Palermo.
Era sera.
Già buio.
Il mio vecchio Relitto, e si, così avevo soprannominato la mia fida Royal Enfield, si fermò di botto e non ne volle più sapere di ripartire.
Il motorino d'avviamento stentava a girare e le luci si erano affievolite tristemente.
Dal nulla uscirono sei o sette loschi figuri con sorrisi biechi e in un attimo venni circondato.
Capii subito di essere spacciato.
Indossavano tutti dei giubbotti di pelle nera con la scritta COP sulla schiena.
Erano i temutissi Cacciatori di Organi Palermitani.
Era finita e lo sapevo.
Il mio cammino su questa terra finiva li.
Quella era la mia ultima fermata.
Sembra incredibile ma non provavo nemmeno paura.
Ero solo incuriosito.
Quando il più grande e grosso degli energumeni che mi circondavano mi mise la mano sulla spalla gli vidi nell'altra un affilato stiletto.
Tutt'a un tratto un bagliore ed il cielo s'illuminò di una luce arancio, intensa, soprannaturale.
Ricordo che fu come un lampo.
Mi guardai attorno e i Cacciatori di Organi giacevano ai miei piedi privi di sensi.
Sopra di me galleggiava un gigantesco oggetto metallico dal quale scaturiva un raggio verde intenso che mi stava traendo verso l'alto.
All'interno una coppia di, lo seppi poi leggendolo su Wikipedia, Venusiane una con una fluente capigliatura celeste ed una con i capelli corti verdi mi stava sorridendo.
Gli occhi erano gialli ed emanavano una luce calda, come di lampada ad acetilene.
Veniamo da Venere, la nostra società è composta da sole donne ed il nostro Pianeta è molto più antico ed evoluto del vostro ma purtroppo non siamo mai riuscite a realizzare una Motocicletta come la Royal Enfield.
Siamo qui in missione speciale per accoppiarci con un terrestre di nome Maritanaso, Taricabaso, Verticalaso, Avvocataso, ma purtroppo a causa del lungo viaggio non ne ricordiamo più il nome preciso ma sappiamo dalle nostre antiche scritture che è uno che potrebbe realizzare una Royal Enfield a mano partendo dalle cellule staminali.
Il figlio che concepiremo sarà in grado di costruire questa splendida Moto perfino su Venere.
Ragazzi non ce l'ho fatta.
Non ho resistito.
Ho urlato con tutte le mie forze e con tutta la voce che avevo dentro.
Sono io!
Sono io!
Sono io!
Sono io colui che cercate!
Sono rimasto prigioniero sull'astronave un'intera settimana nella quale sono stato sottoposto ad esperimenti inenarrabili e irripetibili.
Vi dico solo che le Venusiane hanno tre tette con tre capezzoli per ognuna ed ognuno ha un sapore diverso.
Poi, ad un tratto, purtroppo, i ricordi si appannarono e tutto divenne confuso e alla fine lo scontro con la dura realtà.
Mi ero risvegliato in un campo di margherite un poco indolenzito e completamente privo di forze.
Ho provato a mettere in moto la mia fida Royal Enfield e lei magicamente è partita e mi ha riportato a casa.
Sapevo che erano state loro a ripararla.
E mi avevano perfino fatto il pieno ed il tagliando completo.
Financo il telaio mi avevano saldato ed era sparito perfino il sensore del cavalletto laterale sostituito con un vecchio pezzo di scarto della loro astronave.
Credo che sia stato il loro modo di ringraziarmi.
Di sdebitarsi per quello che mi avevano fatto.
Ho provato a raccontare in giro quello che mi era successo ma nessuno mi ha mai voluto credere.
Ho tenuto chiuso in me questo segreto per tanto tempo ma adesso che con l'età posso permettermi di perdere la reputazione ho deciso di raccontare tutto.
Ecco, cari amici, questa è la mia testimonianza.
Armanduccio vostro.
Che dire, non è prosa, è poesia!!!
W la trinacria e chi suca le tette, a tre a tre.
vecchiolupo
Cornadure wroteQualche mese prima di venderla mi trovavo al Capo, uno dei quartieri più malfamati dei bassifondi di Palermo.
Era sera.
Già buio.
Il mio vecchio Relitto, e si, così avevo soprannominato la mia fida Royal Enfield, si fermò di botto e non ne volle più sapere di ripartire.
Il motorino d'avviamento stentava a girare e le luci si erano affievolite tristemente.
Dal nulla uscirono sei o sette loschi figuri con sorrisi biechi e in un attimo venni circondato.
Capii subito di essere spacciato.
Indossavano tutti dei giubbotti di pelle nera con la scritta COP sulla schiena.
Erano i temutissi Cacciatori di Organi Palermitani.
Era finita e lo sapevo.
Il mio cammino su questa terra finiva li.
Quella era la mia ultima fermata.
Sembra incredibile ma non provavo nemmeno paura.
Ero solo incuriosito.
Quando il più grande e grosso degli energumeni che mi circondavano mi mise la mano sulla spalla gli vidi nell'altra un affilato stiletto.
Tutt'a un tratto un bagliore ed il cielo s'illuminò di una luce arancio, intensa, soprannaturale.
Ricordo che fu come un lampo.
Mi guardai attorno e i Cacciatori di Organi giacevano ai miei piedi privi di sensi.
Sopra di me galleggiava un gigantesco oggetto metallico dal quale scaturiva un raggio verde intenso che mi stava traendo verso l'alto.
All'interno una coppia di, lo seppi poi leggendolo su Wikipedia, Venusiane una con una fluente capigliatura celeste ed una con i capelli corti verdi mi stava sorridendo.
Gli occhi erano gialli ed emanavano una luce calda, come di lampada ad acetilene.
Veniamo da Venere, la nostra società è composta da sole donne ed il nostro Pianeta è molto più antico ed evoluto del vostro ma purtroppo non siamo mai riuscite a realizzare una Motocicletta come la Royal Enfield.
Siamo qui in missione speciale per accoppiarci con un terrestre di nome Maritanaso, Taricabaso, Verticalaso, Avvocataso, ma purtroppo a causa del lungo viaggio non ne ricordiamo più il nome preciso ma sappiamo dalle nostre antiche scritture che è uno che potrebbe realizzare una Royal Enfield a mano partendo dalle cellule staminali.
Il figlio che concepiremo sarà in grado di costruire questa splendida Moto perfino su Venere.
Ragazzi non ce l'ho fatta.
Non ho resistito.
Ho urlato con tutte le mie forze e con tutta la voce che avevo dentro.
Sono io!
Sono io!
Sono io!
Sono io colui che cercate!
Sono rimasto prigioniero sull'astronave un'intera settimana nella quale sono stato sottoposto ad esperimenti inenarrabili e irripetibili.
Vi dico solo che le Venusiane hanno tre tette con tre capezzoli per ognuna ed ognuno ha un sapore diverso.
Poi, ad un tratto, purtroppo, i ricordi si appannarono e tutto divenne confuso e alla fine lo scontro con la dura realtà.
Mi ero risvegliato in un campo di margherite un poco indolenzito e completamente privo di forze.
Ho provato a mettere in moto la mia fida Royal Enfield e lei magicamente è partita e mi ha riportato a casa.
Sapevo che erano state loro a ripararla.
E mi avevano perfino fatto il pieno ed il tagliando completo.
Financo il telaio mi avevano saldato ed era sparito perfino il sensore del cavalletto laterale sostituito con un vecchio pezzo di scarto della loro astronave.
Credo che sia stato il loro modo di ringraziarmi.
Di sdebitarsi per quello che mi avevano fatto.
Ho provato a raccontare in giro quello che mi era successo ma nessuno mi ha mai voluto credere.
Ho tenuto chiuso in me questo segreto per tanto tempo ma adesso che con l'età posso permettermi di perdere la reputazione ho deciso di raccontare tutto.
Ecco, cari amici, questa è la mia testimonianza.
Armanduccio vostro.
Armando sei fantastico!!!!!!!
Canemitzo
Corna, ti amo.