gil wroteAnch'io non vado d'accordo con il navigatore, preferisco studiare la mappa, scrivere i paesi su un foglio e aiutarmi con la segnaletica.
La tecnologia mi toglie la poesia.
Idem
Feel the vibe wroteRagazzi, viviamo tempi di frenetica follia. Io ogni giorno litigo o per meglio dire finisco per prendermi gli improperi di chi va continuamente di fretta. Fermarsi ad un semaforo giallo è diventato sinonimo di pusillanimità e di anzianità, oltre che obbligo di legge. Corpi umani apparentemente inanimati , distaccati dalla realtà come fossero zombie, che sfrecciano su marciapiedi o contromano a folle andatura a bordo di pericolosissime pedane motorizzate con un ombrello cime sterzo ascoltando nelle orecchie chissà quale voce che pilota i loro gesti automatici. Cellulari che si sostituiscono ad occhi, orecchie , cervelli.... E tutto questo quando si va in moto si sperimenta in prima persona. Tutto questo a me fa schifo, ben vengano quelle piccole usanze che ci riportano a qualcosa che tendiamo a non essere più. E se per tornare umani serve una cartina, ben venga! Sarà ma al termine cartina poi sono talmente affezionato....mi riporta alla mente chissà perché un sacco di occasioni di divertimento...
parole sante
Aggiungo un episodio marittimo anziché motociclistico, che mi sembra calzante:
sono da poco rientrato via nave dalla Sicilia e lì, in mezzo al mar Tirreno, internet non prende, a meno che non si voglia pagare per un ponte satellitare iper costoso. Morale: è stato piacevole e stimolante cercare di risalire a quale fosse la posizione solo basandosi su tempistica, memoria, calcolo e una semplicissima cartina. Disintossichiamoci dall'informatica, quando se ne ha modo!