slash-85
Anche se trascorsi già un paio di mesi da quando ho messo a riposo la motocicletta, per il rimessaggio invernale (qui da me fa freddo e ghiaccia e le fesserie di quando ero adolescente tendo a non farle più), torno col pensiero ad una piccola constatazione avuta in seguito all'ultimo giro del 2021. È per me tradizione, già da qualche anno, subito prima di dismettere la moto per l'inverno e al momento della riaccensione primaverile, percorrere una stretta valle tracciata nel fianco delle dolomiti del Brenta. Dista poco da dove abito. Non è molto scenografica, poiché strettamente incisa tra le due pareti che la fiancheggiano, ma silenziosa e quieta, percorsa al centro dal piccolissimo torrente dell'Algone. La apprezzo per il suo esser solitaria e solitaria. Al termine della strada percorribile da auto e moto si giunge alla Malga Brenta, dove solitamente mi ristoro con un cappuccino caldo o una birra fresca.
Perché vi parlo di ciò? Negli anni andati affrontavo questo percorso con la GT e la strada stretta, leggermente in salita, dipanata sul fondo della valletta si prestava pienamente a farmi apprezzare il carattere corposo del motore, della sua erogazione, il suono netto e scandito del moto rimbombava sulle pareti di roccia e si stemperava tra le fronde dei faggi e degli abeti. Leggera, piccola, maneggevole, consentiva di scalare i minuscoli tornanti con brio e piacere. Lo scorso autunno, invece, ho venduto la GT per i motivi che ho descritto altrove e acquistato una più performante BMW. Ugualmente a fine stagione mi sono recato nella Val d'Algone, ma le sensazioni e le impressioni sono mutate del tutto: venuto meno il suono della Enfield, la sua guida pastosa e semplice, la strada stretta con minuscoli tornanti mi è divenuta faticosa, a tratti impegnativa (in un paio di punti) ed il motore della BMW, meraviglioso nei trasferimenti veloci e negli allunghi, mi rendeva però insofferente per la guida in un terreno non suo.
Giusto qualche giorno prima avevo invece percorso un tratto più lungo, più stradaiolo e veloce, e lì sì che avevo potuto apprezzare appieno la comodità di guida e le caratteristiche del mio nuovo motoveicolo.
Insomma, quel giorno d'autunno rientrai dal mio tradizionale giretto pre-rimessaggio con una considerazione, che certe moto sono come i telescopi: ti consentono di raggiungere (e quindi vedere) facilmente luoghi lontani, ma sono del tutto inadatte a vedere le piccole cose molto vicine a noi. Sono scelte. Basta saperlo.
venerdi-13
Vero
Anzi verissimo
Non sono mai andato così piano in moto come ora che mi faccio massaggiare le terga dal Sgt Hartmann, persino andare e tornare dal lavoro provo una soddisfazione "motociclistica" che lo scooter, indubbiamente miglior mezzo per la città, non mi dava.
Vengo da un passato "frettoloso", fatto di 0a100 nel minor tempo possibile con 150cv sotto il sedere, ora mi godo i miei vibranti 20cv alla ruota mettendo la 5°a 65kmh e colleziono moscerini sui denti, la tuta di pelle l'ho regalata a mio nipote tanto non ci entro più.
Luca